Salsomaggiore, l’opposizione: “Gestione del patrimonio… a perdere”. Esposto a Procura e Corte...

Salsomaggiore, l’opposizione: “Gestione del patrimonio… a perdere”. Esposto a Procura e Corte dei Conti

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Dalla gestione del patrimonio comunale di Salsomaggiore Terme emergono buchi neri e possibili danni per l’Amministrazione. A sostenerlo, nel documento finale della commissione d’indagine voluta all’unanimità dal consiglio comunale, sono stati i gruppi di minoranza, che hanno deciso di inviare il tutto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti. Sarebbero infatti emerse situazioni di illegalità di cui neppure l’amministrazione del sindaco Filippo Fritelli sarebbe stata a conoscenza.

Nel mirino la gestione degli impianti del golf in località Pontegrosso, la gestione del palazzo dei congressi e del palazzetto dello sport, le concessioni per lo sfruttamento delle acque termali Tabiano I e Tabiano II.

Abbiamo fatto un’analisi documentale approfondita cercando, senza inflessioni di parte, di svolgere con competenza e serietà il ruolo di controllori che i cittadini ci hanno chiamato a rivestire per arrivare a delle conclusioni oggettive e chiare – sostengono i consiglieri Andrea Fellini per Progresso e Società, Marco Caselgrandi per Uniti per Salso e Tabiano, Giordano Chiesa per Cambiare Salsomaggiore e Franco Bressanin per il Movimento 5 Stelle -. Purtroppo le criticità emerse sembrano essere gravi ed hanno certamente evidenziato un disordine amministrativo senza precedenti in cui alcuni atti venivano tenuti nascosti, altri venivano realizzati addirittura in difformità dalle indicazioni della giunta, altri, pare, in barba alle leggi e che quasi sempre sembrano finalizzati al beneficio di qualcuno ed a danno della collettività. Tutto ciò è inaccettabile. Sappiamo bene quanto sia difficile oggi fare gli amministratori ma ora occorre davvero dare una svolta, un segnale forte di cambiamento anzitutto nel metodo. Occorre ripartire dalla “questione morale” in ogni momento amministrativo per garantire ai cittadini equità, trasparenza e legalità. Diamo per scontato, sino a prova contraria, che il Sindaco e la Giunta fossero in buona fede ma è altrettanto vero che quanto emerso è di una gravità tale per cui non si può fare finta di niente. La nomina di un dirigente fiduciario del Sindaco – sosttolinea l’opposizione – per mezzo di una opinabile selezione forse ai limiti della regolarità, ha dimostrato quanto la competenza dirigenziale di chi lavora nella Pubblica Amministrazione sia fondamentale per il buon andamento e la correttezza dell’azione amministrativa e di buon governo. Non sta a noi giudicare se vi sia stato o meno danno erariale o qualche altro illecito, non è il nostro mestiere farlo, ma abbiamo il dovere morale e istituzionale, perché sono i cittadini a chiedercelo, di segnalare i fatti alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti affinché vengano effettuati tutti gli approfondimenti del caso”.

Per quanto riguarda la gestione del Campo da Golf, in particolare, la Commissione ha appurato che nonostante la “deliberazione della Giunta Comunale n. 42 del 26/03/2015 autorizzava il subentro di Golf One S.r.l. alle stesse condizioni del contratto in essere con Società International Golf Holding S.r.l”, nella “determinazione dirigenziale n. 304 dell’11/06/2015 vengono

espressamente escluse, a carico della società affidataria, le opere di manutenzione

straordinaria”. Non solo, quest’ultima determina che avrebbe dovuto autorizzare la firma del contratto è arrivata una settimana dopo il contratto stesso che invece porta la firma del 4 giugno 2015. E in quest’ultimo, nonostante la delibera di giunta autorizzasse il subentro “alle stesse condizioni” la Commissione consiliare ha riscontrato “una sostanziale e decisiva modificazione rispetto alle condizioni previste dalla convenzione originaria, cioè escludeva le manutenzioni straordinarie, costituenti in assoluto il maggior onere a carico dell’affidatario. Si è quindi in presenza non di un semplice subentro o cessione di contratto, ma di un vero e proprio nuovo contratto. Ciò, unitamente al valore dell’affare, imponeva di procedere mediante una gara ad evidenza pubblica”.

Secondo l’opposizione, inoltre, “l’esistenza della scrittura 4 giugno 2015 è stata celata per oltre un anno all’Amministrazione tutta, senza che ne fossero a conoscenza, quanto meno, il Segretario Generale, l’Ufficio Contratti ed il Presidente del Consiglio Comunale”.

Le cose non sembrano andare meglio per quanto riguarda la gestione del Palacongressi e del Palazzetto dello sport. Dall’1 maggio 2015, scadenza del contratto originario stipulato nel 2011, “pur in assenza di atti deliberativi della Giunta o del Consiglio Comunale (come previsto dall’art. 42 del TUEL), si è proceduto ad affidamenti diretti per la gestione della struttura, esclusivamente mediante determinazioni dirigenziali”. Che non avrebbero avuto – secondo l’opposizione – la veste di “semplice proroga dell’originario contratto”, in quanto “vennero apportate fondamentali modificazioni alle condizioni contrattuali, sempre a maggior beneficio del privato”.

Quali? “Fu eliminata la gestione del Palazzetto dello Sport; fu soppresso il contributo per il W.T.C.; fu eliminato il contributo annuale per le manutenzioni straordinarie; fu ridotto l’ammontare del canone; la cauzione è stata drasticamente ridotta e comunque accettata in una forma (l’assegno circolare) non conforme alla legge; non sono più state previste le giornate di gratuità a favore dell’Amministrazione comunale”.

Non solo: “Il contratto recante data 8 giugno 2016, data poi rettificata a mano in 8 aprile 2016 – scrive l’opposizione nel suo documento – riveste le forme della scrittura privata e non dell’atto pubblico amministrativo. Della esistenza di tale contratto non fu data notizia all’Ufficio Contratti, che in ogni caso raccoglie e repertoria anche le scritture private”.

E ancora dall’1 febbraio 2016 al 31 marzo successivo, sostiene la minoranza, ci sarebbe stato un vuoto normativo sulla gestione del Palazzo dei congressi, rimasto sempre a Convention Bureau, ma “non risulta regolamentato né da determinazioni dirigenziali né da accordi contrattuali, seppur informali ed approssimativi”. Per cui “l’Ente è stato in balia degli eventi, esposto ad ogni sorta di rischio derivante dalla gestione della struttura”. Le modifiche introdotte poi nella determinazione, secondo i consiglieri “hanno, di fatto, realizzato un impianto contrattuale del tutto differente dal precedente” pertanto “non si poteva procedere mediante affidamento diretto ma si imponeva una gara ad evidenza pubblica”. Infine, lamenta l’opposizione, “pur essendo maturate nel corso del rapporto delle inadempienze in capo a Convention Bureau nel versamento di quanto dovuto, non fu mai escussa la fideiussione nè furono applicati interessi di mora”.

Sulla gestione delle acque termali di Tabiano, le cose non sembrano essere andate meglio. Almeno stando alle conclusioni della Commissione contenute nel documento separato sottoscritto dall’opposizione. Fino alla costituzione della Commissione, infatti, “nessun atto era stato steso e sottoscritto per disciplinare il rapporto tra le parti, il contratto successivamente è stato sottoscritto ed i canoni dovuti da T.S.T. s.r.l. dall’inizio del rapporto saranno corrisposti a breve e comunque entro il 31.12.2016, come risulta dalla convenzione”.

Si segnala tuttavia che per il periodo ricompreso dal giorno 24 marzo 2015 al giorno 2 dicembre 2016 – sottolinea l’opposizione – il rapporto si è sviluppato senza alcuna copertura contrattuale, per quanto T.S.T. s.r.l. si giovasse dell’utilizzo delle acque termali. Ciò ha esposto l’Ente ai rischi derivanti dalla assenza di qualsivoglia regolamentazione del rapporto. Si segnala infine il “tentativo” di applicare a T.S.T. s.r.l. condizioni economiche di maggior suo vantaggio, “tentativo” poi vanificatosi. È altresì vero che la formula e le condizioni successivamente sottoscritte tra le parti fanno riferimento a valori di cessione della materia prima (acqua termale) quantificati secondo parametri storici e riferiti ad un diverso precedente sfruttamento in termini di quantità e che oggi, probabilmente, non riuscirebbero nemmeno a coprire i costi di estrazione del bene oggetto della vendita con conseguente possibile danno a carico della collettività”.

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