Archiviata l’inchiesta della Procura Generale dello Sport del Coni sui vertici della Federazione Italiana Rugby in merito alla gestione del “Fondo di Solidarietà” riguardante i “Grandi Infortunati”. Lo annuncia la stessa Federugby, appena ricevuta la comunicazione dalla Procura.
“Non abbiamo mai avuto dubbio alcuno circa la correttezza e la trasparenza delle procedure poste in essere da FIR e dai suoi dirigenti ed abbiamo lavorato da subito per chiarire la nostra posizione presso gli organi competenti del Coni, verso i quali abbiamo riposto piena fiducia e garantito la massima collaborazione – ha dichiarato il presidente federale Alfredo Gavazzi -. Sono felice che chiarezza sia stata fatta in merito: la positiva immagine della nostra Federazione e del nostro sport e l’integrità delle persone che lo amministrano escono rafforzate da questa vicenda“.
Un’ottima notizia anche per il Parmense che ospita la franchigia delle Zebre Rugby e l’Accademia nazionale “Ivan Francescato” della Federazione, ma anche perché l’archiviazione del caso riguarda anche il consigliere federale parmigiano Stefano Cantoni, impegnato a fondo nel dare sostegno al mondo della palla ovale.
Undici, infatti, erano i dirigenti della Federugby finiti nel mirino della Procura generale dello Sport del Coni. L’accusa, insussistente come dimostra l’archiviazione, era quella di aver falsato i bilanci della Fir dal 2007 al 2014. Oltre a Gavazzi e Cantoni, gli altri indagati ora pienamente prosciolti erano Antonio Saccà, ex vicepresidente, Paolo Vaccari, Fabrizio Gaetaniello, Antonio Luisi, Michele Manzo, Franz Von Degerfeld Mauthe, Andrea Nicotra, Susanna Vecchi e Maurizio Zaffiri.
L’accusa era riferita semplicemente al fatto di “aver gestito alla stregua di ricavi e costi tipici della gestione federale le risorse finanziarie versate dalle società affiliate e destinate ad alimentare il Fondo di Solidarietà istituito nell’agosto Duemila per il sostegno economico a favore degli atleti tesserati vittime di gravi infortuni di gioco”. Denaro che sembrava dovesse passare attraverso una contabilità separata invece che nel bilancio della Fir. L’inchiesta era partita in seguito all’esposto del presidente del comitato regionale Fir della Sicilia, Gianni Amore, candidato alla presidenza di Federugby nel 2012.
Nessuna violazione, quindi, è stata commessa dai dirigenti di Federugby che si sono visti notificare, dopo l’avviso di fine indagini della Procura dello Sport, anche l’archiviazione del caso. E’ tutto a posto. Fine della storia.