Referendum costituzionale: Parma boccia Renzi e la riforma (no al 52,63%). “Si”...

Referendum costituzionale: Parma boccia Renzi e la riforma (no al 52,63%). “Si” stentato in Emilia Romagna (50,39%)

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parma

Parma ha detto no a Matteo Renzi e alla sua riforma della Costituzione. Il 52,63% dei votanti ha detto “no”, contro il 47,37% di “si”. Più in dettaglio: su 241.969 votanti (il 73,48% degli elettori) in 126.390 hanno respinto la riforma della Carta, contro 113.754. Un dato in controtendenza rispetto a quello dell’Emilia Romagna, una delle pochissime regioni in cui a prevalere è stato il disco verde alla riforma costituzionale.

Solo 5 su 45 i Comuni della provincia in cui ha prevalso il “si” auspicato dal governo di Matteo Renzi – che vista la tremenda scoppola elettorale (circa 6 milioni di voti in più per il “no” a livello nazionale) ha subito annunciato le dimissioni – e sono Parma (con 600 voti in più per il “si”, che conquista il 50,33%), Bore (51,98%), Corniglio (50,87%), Palanzano (50,41%), Tornolo (48,44%).

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Negli altri 40 Comuni si è invece registrata un’affermazione più o meno marcata del no. E non si può non sottolineare come si siano espressi fortemente per il “no” Comuni che non solo sono a guida Pd, ma sono anche storicamente “rossi”. Il “no” vince anche a Salsomaggiore (58,10%) del sindaco Filippo Fritelli – presidente della Provincia del Pd – e a Fidenza (52,50%) del sindaco Andrea Massari che ha avuto ospite nelle scorse settimane, tra gli altri, lo stesso premier Renzi. La più elevata affermazione del “no” si è avuta ad Albareto (64,93%), con Bedonia, Lesignano e Medesano oltre il 60%. Non è andata bene neppure a Diego Rossi sindaco di Borgotaro, dove oltre il 57% degli elettori non ha approvato la riforma. Anche Noceto – dove nei giorni scorsi è stato in visita il ministro Graziano Delrio, accolto con tutti gli onori dal sindaco Fabio Fecci alla presenza di molti colleghi della provincia – ha voltato le spalle al governo con il 55,21% di “no”.

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Un dato quello di Parma e provincia in controtendenza rispetto all’Emilia Romagna, dove il “si” vince ma per un soffio. Appena 20.500 voti hanno fatto la differenza, facendo pendere la bilancia dalla parte del “si” che ottiene il 50,39% dei consensi. Altissima l’affluenza alle urne con una media del 75,93%, superiore a quella del Parmense, con Bologna provincia in cui si è votato di più (77,11%) e Piacenza dove si è votato meno (72,85%).

Ben quattro le province in cui ha prevalso il “no” alla riforma costituzionale: Piacenza (57,40%, la percentuale più alta in regione), Parma (52,63%), Ferrara (53,54%) e Rimini (53,29%).

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Ma quello del Parmense è un voto che pesa soltanto sulla riforma costituzionale appallottolata e gettata nel cestino dalla stragrande maggioranza degli italiani, oppure ha anche qualche riflesso locale? Difficile a dirsi. Certo è che neppure i numerosi sindaci del Pd o comunque di centrosinistra sono riusciti a convincere i propri concittadini. Sintomatici in tal senso soprattutto i risultati di Salsomaggiore e Fidenza, guidati da sindaci renziani che si sono spesi in prima persona, mettendoci la faccia, per sostenere l’approvazione della riforma. Discorso diverso a Parma città, dove è già accesa la campagna elettorale. Il sindaco Federico Pizzarotti e la sua maggioranza EffettoParma, insieme ai gruppi di centrodestra e di sinistra tutti schierati fortemente per il “no”, hanno visto prevalere il “si” anche se solo per una manciata di voti. Ma con il referendum archiviato, la campagna per le amministrative 2017 entrerà di sicuro nel vivo. E potrebbero esserci anche delle sorprese. Chi vivrà, vedrà.

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