Paolo Scarpa candidato alle primarie Pd: “Voglio una città dei bambini”

Paolo Scarpa candidato alle primarie Pd: “Voglio una città dei bambini”

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«La mia è una candidatura per tutta la città, perché penso sia arrivato il momento di abbattere gli steccati e superare i personalismi». Lo ha detto oggi l’ingegner Paolo Scarpa ufficializzando la partecipazione da candidato alle primarie del Pd fissate per il prossimo 19 febbraio. Scarpa parla di “personalismi” non a caso, visto che proprio questo è il tema che ancora divide il Partito democratico.

Scarpa ha convocato la conferenza alla Galleria Mazzocchi, lo stesso luogo in cui tutto ha avuto inizio due settimane fa, quando ha lanciato la “Lettera aperta a chi crede nel cambiamento di Parma”, sottoscritta da oltre 160 parmigiani. «Mi candido per questa città, consapevole della responsabilità e l’impegno che questo passo comporta – ha esordito il candidato alle primarie –. Parma ha la necessità di voltare pagina per un rinnovamento della politica e sono felice che domenica scorsa l’assemblea del Pd abbia definito un percorso trasparente e aperto. Vedo tanta rassegnazione e sfiducia nella politica e credo che questi sentimenti siano motivati dalla delusione dell’amministrazione Pizzarotti. Rispetto ai sogni che ci aveva promesso di realizzare nel 2012, la realtà, oggi, è molto diversa. La mia è una candidatura per tutta la città – sottolinea Scarpa –, perché penso sia arrivato il momento di abbattere gli steccati e superare i personalismi».

L’ingegnere parla di una Parma «a due velocità. C’è una Parma che sta bene, fatta di imprese, cultura, di innovazione e ricerca. Ma c’è anche una Parma ferma al palo, fatta di debolezze e di persone che faticano ad arrivare a fine mese. Secondo i dati della Caritas – spiega – ci sono 10 mila poveri, persone che non possono più permettersi ciò che gli serve per sopravvivere. Bisogna ricompattare le esigenze di questa città e i suoi bisogni. Ma per fare questo, il sindaco non può essere un semplice amministratore di condominio, deve essere il rappresentante dell’intera comunità e farsi carico dei suoi bisogni».

Riguardo ai suoi possibili competitor, l’ingegnere auspica che altri si decidano a scendere in campo, «e sarebbe meglio che lo facessero prima del referendum – aggiunge – perché candidarsi è un atto di amore verso la città che non merita di essere condizionato da eventi esterni».

Il candidato alle primarie passa poi a spiegare quale sarà il metodo per arrivare a un programma di governo: «Ci saranno, e cominceremo già da domani, dei tavoli di lavoro, che vorrei fossero allargati il più possibile a tutti quelli che vorranno dare il loro contributo. Il primo sarà per “La città dei bambini”. Non a caso parto dai bambini, perché una città per i bambini è anche una città sicura, dove si vive bene e in un ambiente sano. Poi c’è “La città della scuola”: occorre ascoltare il mondo della scuola e dell’università, le sue esigenze e quelle dei tanti studenti del nostro Ateneo».

Rimanendo sempre sul sociale, Scarpa annuncia anche un tavolo sulla “Città degli anziani”, «e mi rifaccio alla teoria di Tommasini: le persone anziane hanno bisogno di una città sicura, hanno bisogno di non essere emarginati, lasciati soli. E hanno bisogno di poter fare la spesa sotto casa».

Riguardo alla sicurezza, Scarpa la definisce «un diritto». «Tutti mi hanno detto che il tema della sicurezza deve essere al primo posto – dice –, ma io al primo posto metto la città dei bambini, perché una città per i bambini è anche una città sicura. Questo significa che non possiamo avere paura che qualcuno venga a rubarci in casa o che ci siano i pusher sotto casa, ma diversamente da altri sono convinto che il tema della sicurezza debba essere affrontato a 360 gradi, non soltanto dal punto di vista dell’ordine pubblico».

Grande attenzione anche all’ambiente e alla salute, un tallone d’Achille, secondo l’ingegnere: «Viviamo in uno dei luoghi più inquinati d’Italia, con le più alte concentrazioni di Pm10 e di neoplasie, ma in questi anni non è stato fatto nulla. Parma dev’essere una “Città Verde”, la città dei parchi, degli alberi, della cura degli spazi aperti, che significa anche essere una città della salute». Grande attenzione anche alla “Città dell’innovazione, della ricerca e dello sviluppo”, «perché – afferma l’ingegnere – lo sviluppo, l’innovazione e la ricerca significano occupazione. Sviluppo significa anche edilizia, ma sostenibile, come quella che prevede la rigenerazione urbana». Infine, ma non certo per importanza, Parma dev’essere anche la “Città della cultura”, «perché abbiamo delle ricchezze straordinarie, ma dobbiamo metterle in rete».

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