Quintin Geldenhuys, seconda linea delle Zebre Rugby, 67 caps con la Nazionale Italiana tra il 2009 ed il 2016, ha annunciato la decisione di concludere la propria carriera internazionale al termine dello sfortunato test contro Tonga disputatosi sabato all’Euganeo di Padova. A 35 anni, una laurea in Psicologia dello sport conseguita all’University of Johannesburg, il gigante sudafricano dell’Italia, di cui è stato capitano in cinque occasioni, dice basta test-match e forse è anche il preludio all’addio al rugby giocato.
“Sono arrivato in Italia nel 2005, sarò sempre grato a questo Paese ed a tutto il movimento italiano per quello che mi hanno dato – ha detto Geldenhuys con tutta la sensibilità che gli è propria -. Qui sono nati i nostri figli, è la nostra casa e lo rimarrà negli anni a venire. Poter indossare la maglia azzurra e prendere parte a due Rugby World Cup è più di quanto avrei mai potuto sognare quando sono arrivato a Viadana, essere stato chiamato a capitanare la Nazionale del Paese che ci ha adottato un enorme privilegio. Ringrazio i miei Club, la Federazione, tutti gli allenatori che hanno creduto in me in questi anni, i miei compagni, i meravigliosi fans della Nazionale: porterò per sempre con me ogni secondo vissuto insieme a tutti loro”.
“In questa fase finale della mia carriera – ha poi concluso Geldenhuys – voglio dedicarmi al Club, aiutare le Zebre sino a quando mi sarà possibile, e trovare più tempo da dedicare ai miei figli che stanno crescendo. In Nazionale sta iniziando un nuovo corso, Conor O’Shea ed il suo staff sono le figure ideali per continuare a far crescere il rugby italiano e auguro a tutti i miei compagni i migliori risultati. In seconda linea ci sono tanti giovani di valore che sono pronti al salto, Fuser è cresciuto moltissimo e crescerà ancora, Ruzza alle Zebre può diventare un atleta di valore assoluto. E’ il momento di lasciare spazio a loro”.
Ad un atleta che tanto si è speso per i colori azzurri anche in quest’ultima gara di Padova che ha visto l’Italia soccombere all’ultimo istante con Tonga (17-19), sono quindi arrivate le parole del tecnico e del presidente della Federazione italiana rugby.
“Avremmo preferito salutare Qujntin con una vittoria, perché il suo contributo a questo nostro nuovo capitolo del rugby italiano è stato immenso. Non molti hanno la possibilità di scendere in campo sapendo che sarà la loro ultima partita internazionale, ma pensiamo che Quintin si sia guadagnato questo diritto. Mancherà a tutti noi, ma sono sicuro che continuerà a dare il proprio contributo alle Zebre ed alla crescita dei loro giovani. La nostra gratitudine nei suoi confronti è grande quanto il contributo che ha dato alla Nazionale”, il saluto del ct Conor O’Shea.
Alfredo Gavazzi, presidente di Federugby, ha voluto tributare il proprio omaggio alla carriera di Geldenhuys: “Quintin è stato un professionista esemplare, un uomo di altissima caratura dentro e fuori dal campo. Merita ogni singola parola di gratitudine ed apprezzamento che sia stata spesa sul suo conto. Siamo orgogliosi di quanto ha fatto per la Nazionale e per l’intero rugby italiano e gli auguriamo tutto il meglio per questa ultima fase della carriera”.