Pellacini: quei cachi erano il cibo dei poveri

Pellacini: quei cachi erano il cibo dei poveri

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Ecco la guerra dei cachi, il nuovo fronte pronto a fare pollice verso all’Amministrazione Pizzarotti: i cachi piantati negli anni ‘50 e ‘60 per sfamare i poveri non si toccano.  Ci sono poi risvolti che fanno capire come la democrazia nell’era di Pizzarotti è morta e sepolta: membri e attivisti delle associazioni che partecipano alla consulta sono gli stessi che siedono in Commissione comunale Ambiente. Come dire, se arrivassero idee dalla consulta potrebbero essere vagliate dalla Commissione comunale, cioè dalla stessa persona. Controllore e controllante sono le stesse persone, buonanotte democrazia.

E’ però facile capire che in questo caso non siano circolate idee e possibilità, le decisioni sono state prese dal Comune senza alcuna avallo,  “così è anche se non vi pare”.

Sono deciso a firmare la petizione per salvare i cachi, perché si spendono 40mila euro per abbattere alberi mentre cerco di preservare le aree verdi come la Biblioteca di Alice e il parco di via Jacobs. Non doveva essere questa l’Amministrazione dei “duri e puri” dell’ecologia? Le nuove piantumazioni verranno fatte fra tre anni, secondo quanto è possibile sapere delle decisioni del Comune. Com’è possibile che le nuove piante, ben più piccole, producano la stessa quantità di ossigeno?

I cachi vennero piantati in tutta la città per essere raccolti dai frati benedettini e sfamare così gli affamati nel periodo invernale. Le mense di carità sono sempre più piene, perché non recuperare i cachi? Credo non sia difficile farli esaminare e capire se sono di buona qualità.

L’Assessore Folli dirà che tutti potevano partecipare alla consulta, organo che di fatto non ha potere perché le proposte devono essere ratificate dal Comune o dalle sue Commissioni. Parma è la città più verde d’Emilia, perché si vuole distruggere un patrimonio importante?

Nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle si leggeva: “All’interno del perimetro urbano bisogna garantire il raggiungimento degli obiettivi globali sul ricambio di CO2 (… per il rispetto del Protocollo di Kyoto dovrebbero essere piantumati a verde almeno cinquanta metri quadri per abitante insediato)”.
A Parma si tagliano gli alberi e da anni si tenta di distruggere la città, i suoi cittadini e la sua cultura. Credo proprio che a Parma anziché gridare “onestà, onestà” è arrivato il momento di gridare “omertà, omertà”.

Giuseppe Pellacini
Capogruppo Consiglio Comunale
Centristi per Parma (CP)

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