Molti erano scontenti e critici, ma quasi nessuno si sarebbe aspettato un terremoto di questa portata. Eppure, con una decisione improvvisa, la proprietà del Parma Calcio 1913 ha liquidato in un sol colpo l’allenatore Luigi Apolloni – reo di non essere riuscito a dare un gioco alla squadra – il direttore tecnico Lorenzo Minotti e il direttore sportivo Andrea Galassi, considerati responsabili di una campagna acquisti non all’altezza e della gestione non ottimale della squadra. Nevio Scala, nel giorno del suo 69esimo compleanno, ha così dovuto dare le dimissioni – coerentemente con quanto aveva sempre dichiarato – per solidarietà con i suoi più fidati collaboratori (l’esonero).
Al Centro sportivo di Collecchio, oggi, a spiegare l’improvviso tsunami in casa Parma Calcio, arrivato dopo l’umiliante 1-4 subito al Tardini dal Padova nella serata di sabato, con la squadra affidata temporaneamente a Stefano Morrone per la preparazione della delicata trasferta di Ancona, è stato dunque il vicepresidente Marco Ferrari.
“Questa società ha sempre agito seguendo il principio di delega, pensando non fosse il proprio mestiere immischiarsi nelle decisioni tecniche – ha detto Ferrari -. Cercheremo di tornare a farlo il prima possibile. Al tempo stesso il principio di delega necessita della capacità di valutazione, del lavoro di chi è delegato. La valutazione è stata assolutamente positiva l’anno scorso. Chi ha preso in mano la squadra, nella scorsa stagione, ha fatto bene partendo da zero. Era un percorso non scontato. Si sono meritati la conferma. Dopo cinque mesi della nuova stagione, la valutazione del nuovo percorso non è stata positiva. Non si tratta di una partita o di un risultato. Questa proprietà non ha mai imposto a nessuno di andare in Serie B – ha chiarito il vicepresidente del club crociato -. Sentiamo, però, l’obbligo di fare meglio. In questi cinque mesi non abbiamo visto, ed è stato preoccupante, la possibilità di migliorare i propri limiti. E’ importante accettarli, capirli, lavorarci sopra e fare un percorso di miglioramento. Compiendo un passo avanti verso un obiettivo che non è vincere, ma dimostrare di poterlo fare, di averne le possibilità. Riuscire ad avere un gioco, una competitività, che noi non abbiamo visto. Abbiamo deciso di cambiare l’area tecnica, sperando di migliorare. In questi mesi ci è stato spiegato che il lavoro impostato a livello tecnico non era il lavoro di una persona, ma di un intero staff – ha sottolineato Ferrari -. E’ quindi per coerenza che la decisione ha coinvolto tutto lo staff. L’allenatore di solito è il capro espiatorio di queste situazioni, ma non in questo caso”.
Chiarito il motivo dello tsunami che ha cancellato l’intero staff tecnico del Parma Calcio 1913, quello del “calcio biologico”, della “rinascita” che ha attirato le simpatie di tutti gli sportivi italiani, resta da capire perché proprio adesso.
“Questa decisione, dolorosa perché a queste persone siamo legati da amicizia e non solo da un rapporto lavorativo, è stata presa ieri – ha detto Ferrari -. Scala non ha condiviso questa decisione, come era probabilmente immaginabile. Nevio con enorme coerenza ha rassegnato le dimissioni. Vorrei ringraziare Lorenzo, Andrea e Gigi per quanto hanno fatto per il Parma. Sono stati fondamentali per il primo passo del nuovo Parma Calcio. Nessun tifoso potrà mai smettere di ringraziarli per quanto hanno fatto. In alcuni casi, la vita porta ad assumere decisioni, ma il rispetto per le persone trascende. Parlando di Gigi, credo che il Parma non abbia mai avuto un allenatore con un senso di appartenenza alla sua comunità così spiccato ed elevato come il suo. Per la proprietà, forse, sarebbe stato più facile e comodo rimanersene elegantemente in disparte. Nel momento in cui, giusto o sbagliato che sia, tutti i proprietari, si erano convinti che la stagione avesse preso un’inerzia negativa, rimanere in disparte elegantemente non sarebbe stato corretto sia verso noi stessi e, soprattutto, verso i nostri oltre novemila abbonati. Nello sport vincere non è mai scontato. Non lo pretendiamo da nessuno. Non lo pretenderemo in futuro. Provare a vincere e competere, però – ha sottolineato ancora una volta Ferrari – è un dovere di chi si è imbarcato in questa avventura. Per cui abbiamo deciso di intervenire, nonostante sia stato complicato e doloroso. La squadra è stata affidata a Morrone. In una giornata triste come quella di ieri, la grinta che ha mostrato Stefano nell’accettare questo incarico provvisorio, è stata luce. Morrone si è messo subito a studiare l’Ancona. Il nostro futuro, ora, è sabato. Ci aspettiamo tanto non solo da Stefano, ma anche dai giocatori. Ci aspettiamo più di quanto abbiamo visto in questi mesi. Con calma e con tutto il tempo necessario, prenderemo decisioni sull’area tecnica, a livello dirigenziale. E’ una scelta che facciamo in diretta, live, senza avere alcun accordo. Il progetto di calcio pulito, che dal punto di vista economico è descritto in un certo modo, fatto di comportamenti corretti, è assolutamente ancora in piedi. Certamente, dopo un solo anno di attività, ripartiti da zero, come abbiamo sempre detto, non pretendiamo di essere un modello. L’obiettivo di questa proprietà è valutare oltre il risultato di una partita, ma, di certo, non può prescindere completamente dai risultati in riferimento a percorsi tecnici. Il calcio in Serie C non è sostenibile se intendiamo costi uguali ai ricavi. In queste categoria comporta squilibri. La Lega Pro, sotto questo punto di vista, è il campionato peggiore possibile. Vogliamo provare a competere per i massimi obiettivi, ma si è anche messo in conto di non farcela”.
Per quanto riguarda il futuro della guida tecnica, dunque, è ancora tutto da definire.
“Usciranno tanti nomi sui possibili nuovi allenatori – dice Ferrari, segno che la scelta non è vicina -. Non sarà una decisione immediata. Proveremo a valutare tutto con calma. Sceglieremo le persone che ci daranno maggiori garanzie. La nostra decisione non è dovuta agli attacchi personali, che riteniamo oltretutto esagerati, subiti da Nevio, Lorenzo, Gigi e Andrea in queste settimane. Questo non è stato assolutamente un elemento di valutazione. Nella scelta del nuovo allenatore il fatto che possa essere un ex non deve essere né un pro né un contro. A livello dirigenziale, in questo momento, in attesa della scelta del nuovo direttore tecnico, abbiamo Luca Carra, l’amministratore delegato, che lavora al Centro sportivo di Collecchio a diretto contatto con la squadra. Nella scelta dell’allenatore è coinvolta la società. Pian piano andremo a ricostruire le figure necessarie. Questa decisione non era in programma. E’ una ripartenza che si è rivelata necessaria. Ai giocatori non abbiamo ancora parlato, lo faremo fra poco. Direte che a questo punto non hanno più alibi. Non mi piace parlare di alibi. Credo che i calciatori si rendano conto che certe decisioni sono una sconfitta per tutti – ha sottolineato il vicepresidente -. Nessuno può esserne contento. Riteniamo di avere calciatori validi. Sappiamo che ci sono momenti in cui bisogna dimostrare sul campo e non fuori, quanto si tiene a questa maglia. La squadra in questo momento deve solo dare il massimo sul campo. E’ evidente che, in questo momento, la squadra abbia limiti, ma è sempre facile dirlo dopo. Sappiamo, però, come non ci siano squadre perfette. Ogni squadra ha limiti. Li hanno i nostri avversari, come la nostra squadra. E’ evidente che qualcosa si dovrà fare, intervenendo e partendo dalle necessità che manifesterà il nuovo allenatore”.
Sul futuro però ci sono alcuni fermi: “Nella scelta del nuovo mister e del nuovo dirigente tecnico, cerchiamo esperienza, ma anche sintonia con la strategia del Parma, improntata a sviluppo e valorizzazione dei giovani. Per il resto dello staff è presto. Possono esserci persone dello staff tecnico di Apolloni che esprimono voglia di continuare e altre no, magari per coerenza. Entrambe le scelte sono rispettabili. Dipende anche dal tipo di lavoro che la figura tecnica è abituata a svolgere e alle modalità. La separazione dei ruoli e il principio di delega nella nostra società, come è strutturata, è un aspetto che vogliamo completamente mantenere. Questa è una prova di maturità difficile per un club come il nostro. Quando le cose non vanno bene, non è semplice. L’unità della proprietà non era scontata. Essere stati tutti d’accordo sulla decisione di queste ore è stato importante. Fare finta di niente sarebbe stato ipocrita. L’azionariato diretto è di proprietà di Nuovo Inizio e Parma Partecipazioni Calcistiche. Nel momento in cui bisogna prendere decisioni importanti, viene coinvolta anche PPC. I tempi del calcio non permettono referendum popolari – ha concluso quindi il vicepresidente Ferrari -. Difficilmente potrebbe essere scelto un allenatore con consultazione popolare. E’ importante che all’interno di PPC, siano sostanzialmente garantiti i meccanismi di nomina per consentire una rappresentatività. Chi ne diventa socio non significa che può scegliere l’allenatore. Faremo quanto necessario per avere una squadra che possa competere per gli obiettivi che ci siamo preposti. Importante, nel prossimo mercato, sarà aumentare la competitività della squadra. Non immagino, al tempo stesso, il Parma che prende giocatori di Serie A e Serie B in Lega Pro. I precedenti non sono a favore peraltro”.