Microcriminalità, illegalità, situazione di degrado e criminalità in generale sono fenomeni che destano molta preoccupazione perché rappresentano un danno anche per l’economia e l’immagine di un territorio, con risvolti negativi sia per le imprese che per i cittadini. E’ sulla base di queste premesse che Confcommercio ha indetto l’appuntamento annuale con la Giornata nazionale per la Legalità in occasione della quale Ascom Parma ha scelto, quest’anno, di presentare i risultati della periodica indagine triennale realizzata dal proprio Centro Studi in collaborazione con le Forze dell’Ordine e volta a monitorare la percezione del livello di sicurezza delle aziende sul nostro territorio. Ben 500 le imprese coinvolte, tutte operanti nel terziario – commercio turismo e servizi.
Nell’ambito della giornata della legalità è intervenuta, a fianco del presidente Ascom Ugo Margini, anche Marina Lazzini la neo presidente dell’organo di delegazione Comune di Parma al fine di porre in evidenza le problematiche relative alla sicurezza del centro storico e della periferia.
La situazione, in termini di percezione di sicurezza nel nostro territorio, è giudicata mediamente peggiorata rispetto alla precedente edizione del 2013. Il risultato, che trova conferma anche nella stessa indagine effettuata da Confcommercio a livello nazionale, evidenzia come, a livello provinciale, il 13% degli intervistati giudichi l’attuale situazione “grave”, il 46% la giudichi “seria” mentre il 40% la consideri “tranquilla”.
Dall’analisi delle risposte raccolte si evidenzia come, sempre a livello provinciale, tra i fenomeni di criminalità più diffusi, vi siano, in linea con l’andamento registrato nella precedente edizione, i furti indicati dal 64% degli intervistati come fenomeni più frequenti nella propria zona e dal 40% come episodi di criminalità che hanno coinvolto direttamente la propria persona o la propria attività. Un risultato confermato anche a livello nazionale: il 47% infatti ha indicato i furti come fenomeno percepito più in aumento.
La forma rigorosamente anonima, criterio che è alla base della ricerca, tende inoltre a garantire la possibilità di emersione anche di fatti criminosi non denunciati o di situazioni particolarmente gravi che solo nella garanzia dell’anonimato possono essere più facilmente rilevate. A tale proposito, si deve rilevare come, seppur il fenomeno sia limitato entro livelli non allarmistici, la percentuale di coloro che hanno subito minacce o intimidazioni sia triplicata rispetto all’edizione del 2010, 13% contro 4%.
Dall’analisi appare inoltre evidente il fatto che le sensazioni fornite dagli intervistati, in tema di sicurezza, derivino in buona parte dalla informazioni trasmesse dai media, ma al contempo anche da un incremento delle esperienze direttamente vissute: 72% è la percentuale di coloro che, tra quelli che hanno subito danni, ne sono stati vittime negli ultimi 3 anni.
In sintesi, dunque, emerge una situazione mediamente meno tranquilla rispetto a tre anni fa (76% è la percentuale di coloro che ritengono la criminalità aumentata rispetto al 2013, mentre meno dell’1% ritiene che la situazione sia migliorata) per far fronte alla quale le iniziative ritenute più efficaci sonocertezza della pena (56%) e incremento delle forze dell’ordine (61%). Al riguardo si conferma purtroppo la criticità legata alla mancanza di organico di forze dell’ordine la cui qualità degli interventi resta però giudicata positivamente dalla maggior parte degli intervistati. Da non sottovalutare inoltre il fatto che il 12% degli intervistati abbia indicato la voce “armarsi” quale misura di difesa dalla criminalità(percentuale raddoppiata rispetto all’edizione del 2010).
Infine, si registra un incremento del numero di aziende che hanno messo in atto azioni a difesa della propria attività attraverso ad esempio, la stipula di un’assicurazione contro furti oppure l’installazione di sistemi di videosorveglianza.