Sicurezza, lettera aperta di Pizzarotti ai cittadini: non ci sono i mezzi

Sicurezza, lettera aperta di Pizzarotti ai cittadini: non ci sono i mezzi

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Il sindaco Federico Pizzarotti scende direttamente in campo sul tema sicurezza. Invocata da più parti – politiche e non – il primo cittadino di Parma prende carta, penna e calamaio e scrive una lettera aperta alla città. Per dire che quanto possibile è stato fatto, per il resto non ci sono i mezzi per garantire più sicurezza ai cittadini. I mezzi sono stati richiesti, ma Roma rimane sorda alle richieste… Ecco la lettera aperta ai cittadini di Parma.

Lettera che arriva a poche ore, ormai, dall’incontro di sabato, alle 14.30, in Camera di Commercio. Dove per “L’Italia dei sindaci”, oltre a Pizzarotti, si ritroveranno i sindaci di Napoli, Luigi De Magistris, di Verona, Flavio Tosi, di Milano, Giuseppe Sala, di Bergamo, Giorgio Gori, di Venezia, Luigi Brugnaro, di Valdengo, Roberto Pella, e Paolo Erba di Malegno. Prevista la diretta streaming sul sito del Comune di Parma. Coordinerà i lavori Ferruccio Sansa, giornalista de “Il Fatto Quotidiano” (per problemi organizzativi non sarà presente il giornalista di Repubblica Massimo Giannini come previsto).

E’ cronaca di questi giorni la volontà del sindaco Giuseppe Sala di dotarsi dell’esercito, per arginare la violenza e la microcriminalità che agiscono nelle periferie di Milano. Sono contento che sabato pomeriggio, presso la Camera di Commercio, assieme ad altri importanti sindaci italiani, il sindaco Sala sarà a Parma in un incontro pubblico per discutere assieme a noi del fenomeno dell’insicurezza che serpeggia nelle nostre città. Anche a Parma, da anni, i parmigiani chiedono alle proprie istituzioni più sicurezza, e hanno ragione. In determinate zone di Parma persistono situazioni diventate francamente insopportabili, in particolare mi riferisco ai quartieri San Leonardo e Pablo, dove la microcriminalità esaspera la vita dei nostri concittadini, i quali chiedono a gran voce una sola cosa: porre rimedio ad atteggiamenti e gesti di pura prepotenza e strafottenza.

Adottando tutti i poteri di cui dispone il sindaco, in questi anni abbiamo fatto il massimo per assicurare più sicurezza e vivibilità: assunzione di nuovi vigili, aumento del parco macchine in dotazione al Comando, aumento delle telecamere di videosorveglianza – proprio una di queste è stata determinante per risalire al presunto omicida di via Gobetti -, intensificazione di controlli in sinergia con le forze dell’ordine, approvazione del nuovo regolamento di polizia urbana – il vecchio era fermo al 1982! -. Molte situazioni sono migliorate, come ad esempio in Oltretorrente e in Borgo Fiore, oltre a via Savani e via Lanfranco, grazie anche al supporto di cittadini attivi nel quartiere. Nonostante ciò ci si chiede: tutto questo basta per rendere la città più sicura? No, purtroppo non basta. Giustamente i parmigiani pretendono di più.

È del tutto inconcepibile, infatti, che nonostante gli sforzi quotidiani e l’impegno delle forze dell’ordine e della polizia municipale in contrasto alla microcriminalità, ogni volta che si arresta qualche spacciatore, questi dopo poche ore venga rilasciato come se nulla fosse accaduto. In un Paese normale un delinquente dovrebbe essere assicurato alla giustizia e scontare la propria pena,  oppure dovrebbero essere cambiate le leggi per normare molti fenomeni che adesso sfuggono. Invece molto spesso ci troviamo ad agire in una situazione in cui gli spacciatori si sentono liberi di fare tutto ciò che è in loro potere, perché sanno che la legge italiana è talvolta blanda e inefficace. Giustamente, poi, i parmigiani scrivono esasperati al sindaco. E il sindaco, per quanto può e con i mezzi a sua disposizione, cerca di sopperire a una totale mancanza di pugno duro da parte dello Stato.

In passato ho già avuto modo di ribadire la problematica al ministro dell’Interno Angelino Alfano – tramite missiva – e al vice ministro Filippo Bubbico in occasione di un incontro istituzionale: o si cambiano le leggi italiane adottando maggior repressività, oppure si dotano le amministrazioni locali di strumenti e poteri efficaci per assicurare ai propri concittadini attenzione, sicurezza e prevenzione. Lo dico con estrema sincerità: oggi i regolamenti per le polizie locali non sono adeguati al cambio di epoca che stiamo vivendo. 

Parma, in sostanza, non chiede la presenza dell’esercito come ha fatto il sindaco di Milano. Parma chiede più forze dell’ordine e la possibilità di assumere più vigili, maggiori risorse economiche da investire in prevenzione e controllo, e leggi adeguate al contesto sociale. Attenzione però: non lo chiediamo da oggi, ma da anni. Ecco, sabato, come già detto, in un incontro pubblico avremo a Parma i sindaci di Milano, Verona, Venezia, Bergamo, Napoli, Malegno e Valdengo: sarà probabilmente l’ennesima occasione per ribadire con forza che i sindaci sono già pronti per fare la loro parte, ma che anche lo Stato si deve rendere conto che la sicurezza è un diritto.

Federico Pizzarotti
Sindaco di Parma

1 COMMENTO

  1. Allora aveva ragione la Lega

    In questi 3 giorni abbiamo assistito ad una curiosa escalation. Sala invoca l’arrivo dell’esercito per contrastare le bande di Latinos che si ammazzano per le vie dello shopping milanese, l’assessore Casa lamenta il mancato arrivo dei militari a Parma e Pizzarotti disserta sulle cause dell’insicurezza in città.

    Chi fino a poco tempo fa parlava di percezione, oggi si accorge che si tratta di emergenza e sembra un fiume in piena. Cosa è accaduto? Un’illuminazione di massa? NO. In prossimità di elezioni qualcuno finge, ancora una volta, di aver capito ciò che come Lega, inascoltati, denunciamo da anni, consapevoli che saremmo arrivati a questo punto.

    Per oltre 30 anni abbiamo parlato dei pericoli della mancata integrazione e ghettizzazione degli immigrati oltre all’importanza delle scelte di sviluppo urbanistico per ricercare un buon livello di decoro urbano ed evitare la disintegrazione sociale oltre che la perdita del controllo sul territorio.

    Ebbene, per tutti questi anni siamo stati accusati di razzismo, sciacallaggio, odio e intolleranza.

    Abbiamo sempre cercato di portare alla luce le ragioni di chi è toccato nel vivo dal dilagare della micro e macrocriminalità. Ma una parte del mondo politico, ipocrita e finto buonista, ha sempre rifiutato di ascoltare, così come oggi finge di non sapere che dove noi governiamo è più elevata l’integrazione.

    Forse oggi si capisce che la sicurezza deve essere posta al primo posto nell’agenda politica. Di pari passo bisogna lavorare anche su urbanistica, ambiente, tassazione, aiuti alle imprese, asili, welfare e molto altro, mantenendo come obbiettivo l’uomo e il suo futuro.

    Su questi temi la lega Nord ha da sempre proposte concrete e non improvvisate per una campagna elettorale. Come spesso si dice: al posto di una brutta copia è meglio scegliere l’originale.

    Emiliano Occhi, Segretario Provinciale Lega Nord Parma
    Andrea Zorandi, Capogruppo Lega Nord Comune di Fontevivo.
    Maurizio Campari, Segretario Lega Nord Parma

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