Parkinson, martedì 22 con i neurologi dell’Azienda ospedaliera e la grande musica

Parkinson, martedì 22 con i neurologi dell’Azienda ospedaliera e la grande musica

1411
0
CONDIVIDI

Di fronte a disabilità fisiche, cognitive, emotive, difficoltà nella mobilità e nella memoria, indagare l’evoluzione della malattia di Parkinson diventa fondamentale per poter attuare cambiamenti migliorativi nella pratica clinica ed ottenere successi terapeutici. Per chi vuole conoscere in modo approfondito gli aspetti della patologia, i professionisti della Neurologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma propongono un incontro aperto al pubblico ed un concerto di musica classica. Entrambi gli appuntamenti sono organizzati in occasione della Giornata Nazionale della malattia di Parkinson, che quest’anno cade il 26 novembre, nel tentativo di sensibilizzare la popolazione riguardo la malattia e di illustrare le terapie attualmente disponibili.

L’incontro informativo, in programma per martedì 22 alle 17.30 alla Casa della musica, tratterà alcuni aspetti della malattia e le pietre miliari della terapia farmacologica, con gli interventi di Anna Negrotti e Stefano Calzetti, specialisti della Neurologia del Maggiore. L’intermezzo musicale è affidato a Licia Gueli, arpa, e a Francesca Fratino, violino. L’appuntamento musicale si terrà sempre martedì 22 novembre, alle 21, al Circolo di lettura, in via Melloni, e vede come programma di sala musiche di Schubert con esecuzione affidata al pianoforte di Victor Derevianko, affiancato dal soprano Renata Campanella, per proseguire con l’ensemble Renaissance composto da Mihaela Costea, al violino, Gian Paolo Guatteri, alla viola, Diana Cahanescu, violoncello,  Fabio Torrembini, al contrabbasso e Victor Derevianko, al pianoforte.

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa e chi ne soffre ha un alterato controllo dei movimenti del suo corpo. Causata dalla progressiva perdita delle cellule nervose, può causare tremore, rigidità e lentezza dei movimenti. Poiché i sintomi motori iniziano a manifestarsi quando è già andato perduto circa il 50-60% dei neuroni dopaminergici a causa del processo degenerativo iniziato molti anni prima, la possibilità di fare diagnosi precoce costituisce attualmente una delle principali sfide della ricerca in questa malattia. La maggior parte degli individui si ammala attorno ai 60 anni, ma nel 10% dei casi, i sintomi possono comparire prima dei 40 anni, soprattutto nelle forme ereditarie.

Minore espressività del volto, cambiamenti della voce o del modo di esprimersi, riduzione della capacità di eseguire compiti complessi o più attività simultanee: questi i primi segnali dell’insorgere della malattia di Parkinson, che nel tempo può cambiare radicalmente la qualità della vita del malato e dei suoi familiari. Ma chi pratica in modo regolare un’attività fisica ha un rischio inferiore del 43% di sviluppare la malattia di Parkinson, mentre i parkinsoniani che continuano a praticare attività fisica mantengono nel tempo una migliore autonomia e affrontano la malattia con una evoluzione meno invalidante.

Nessun commetno

Lascia una risposta: