“Confai Mantova e Parma sono disponibili ad avviare un dialogo con il Gruppo Maccaferri per la coltivazione di barbabietole e incentivare la filiera della chimica verde, una delle strade percorribile per riportare in vita una coltivazione che ha caratterizzato le campagne della Pianura Padana”. Parola del presidente di Confai Mantova, Marco Speziali, in rappresentanza delle imprese agromeccaniche, fortemente interessate a contribuire alla nascita di una bioraffineria per la produzione di bioplastiche da glicerolo e di acido levulinico, accanto alla trasformazione saccarifera, nello stabilimento Eridania-Sadam di San Quirico di Trecasali.
“Produrre zucchero in Italia non è più competitivo – riconosce Marco Speziali – anche perché sarebbe impossibile rimettere in piedi un comparto che una politica miope nelle strategie e debole nei negoziati comunitari ha distrutto”.
Il ruolo delle imprese di meccanizzazione agricola sarà determinante, anche perché sono gli imprenditori agromeccanici gli unici soggetti in grado di investire in macchine per la coltura bieticola, a fronte di costi molto elevati.
“Negli anni passati proprio la caparbietà di Confai portò alla costituzione di un fondo per la dismissione delle macchine da raccolta delle barbabietole, grazie al quale si riuscì a finanziare lo sciagurato smantellamento del comparto – ricorda Sandro Cappellini, coordinatore nazionale della Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani -. Rimettere in piedi oggi la bieticoltura, anche finalizzata alla produzione di bioplastica, richiede investimenti e una progettualità pluriennale. Per questo pensiamo di essere i soggetti più titolati per condividere un percorso”.
Nelle province di Mantova si coltivavano nel 2005, prima della riforma adottata dall’allora commissario europeo all’Agricoltura, Mariann Fischer Boel, circa 11.800 ettari, mentre addirittura 60.000 in Emilia-Romagna (erano 84.000 nel 2002). In Lombardia nel 2002 si coltivavano oltre 19.900 ettari, su un totale nazionale di 245.664 ettari.