Bullismo e allontanamenti coatti, leggi da rivedere. Le proposte di Parma

Bullismo e allontanamenti coatti, leggi da rivedere. Le proposte di Parma

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Il dato è di quelli che dovrebbe far riflettere. Ogni anni ci sono tra i 500 milioni e il miliardo e mezzo di bambini vittime di violenze di vario genere in ogni angolo del mondo. Lo ha ricordato Luciano Garofano, comandante dal 1995 al 2009 dei Ris di Parma e attuale presidente provinciale di Unicef, durante il suo intervento al convegno “A tutela dei minori”, andato in scena nei giorni scorsi in Aula dei Filosofi. L’evento, organizzato dall’associazione di promozione sociale Intesa San Martino, in collaborazione con la sezione locale di Aiga e con il centro studi dell’associazione La Città Ideale 2014, ha visto la presenza di numerosi esperti in materia di bullismo, cyberbullismo e allontanamento di minori proprio per fare il punto della situazione su questi temi di grande attualità. Patrocinato, tra gli altri, anche da Unicef e Presidenza della Camera dei Deputati, “A tutela dei minori” ha rappresentato inoltre il naturale proseguo della campagna nazionale “Nidi Violati portata avanti da tempo dalla stessa associazione Intesa San Martino e incentrata, appunto, sul dibattito attorno alle leggi che disciplinano l’allontanamento dei minori dalla propria famiglia.

A fare gli onori di casa prima di lasciare spazio ai due dibattiti in programma, è stato il responsabile organizzativo di Intesa San Martino, Andrea Coppola. <La nostra associazione, da più di dieci anni, si attiva per sostenere tematiche sociali ritenute di grande importanza> ha detto in apertura dei lavori, aprendo poi una piccola ma doverosa parentesi. Nei giorni scorsi è venuta mancare Roberta Venturini, moglie di Pasquale Leone Galimi storico e noto socio di Intesa San Martino: a lei che è stato dedicato l’intenso pomeriggio di dibattito.

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TRA RIFORME E BUON SENSO – <Stiamo attraversando un momento che richiede un’attenzione straordinaria sul tema dei minori: l’accesso a tanti strumenti tecnologici, la mobilità giovanile, le droghe e l’alcol conosciuti sempre prima sono alcuni fenomeni che hanno cambiato il modo di approcciarsi a loro. Eventi come questo ci aiutano di sicuro a comprendere meglio la situazione attuale. E saperne di più aiuta anche il legislatore ad intervenire con mezzi maggiormente utili> ha sottolineato durante i suoi saluti alla folta platea in sala il prefetto di Parma, Giuseppe Forlani. L’assessore comunale al welfare, Laura Rossi, ha invece contribuito al dibattito portando la sua esperienza da assistente sociale, prima di diventare esponente della giunta parmigiana.<Quello dei minori è un ambito molto complesso –ha detto-, perché spesso le decisioni vengono prese da più persone: servizi sociali, genitori, avvocati, servizi sanitari, avvocati del minore, tutori. Una marea di gente, insomma, che però in alcuni casi non hanno tutti come punto di riferimento il bene supremo del minore. Forse è arrivato il momento di riformare gli istituti di affido e adozione>. <Un riassetto normativo è sicuramente necessario, ma è importante anche l’uso del buon senso> ha invece detto Giulio Giuseppe Luciani, presidente di Aiga Parma, mentre l’on. Patrizia Maestri ha ricordato: <In Parlamento c’è una forte attenzione sui temi che riguardano i minori, basti pensare, ad esempio, alla nuova legge su quelli non accompagnati>. A portare i saluti da parte della presidente della Camera, Laura Boldrini, è stato infine l’on. Giuseppe Romanini, membro tra l’altro della commissione bicamerale su infanzia e adolescenza. <Entro la fine dell’anno porteremo in Parlamento i risultati delle nostre audizioni sul tema dei minori fuori famiglia> ha annunciato lo stesso deputato parmense, ricordando inoltre la recente approvazione in prima lettura delle legge su bullismo e cyberbullismo, alla quale si è spesso e inevitabilmente fatto riferimento durante il dibattito.

IL PRIMO FOCUS – Dopo i saluti istituzionali, sono partiti i due tavoli di confronto e approfondimento. Il primo focus, “Oltre il Bullismo: strategie educative per contrastare il fenomeno”, è stato moderato dal professor Gian Luigi de ‘Angelis, presidente provinciale de La Città Ideale 2014 e direttore del dipartimento materno-infantile dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma. <La definizione scientifica di bullismo –ha spiegato- è nata negli anni Settanta nelle società scandinave. È un fenomeno violento e intenzionale fatto dal bullo contro una vittima incapace di difendersi, con comportamenti ossessivi e vessatori che si stanno espandendo. Il motivo? Viviamo in una società umanamente depressa>. Rispetto al passato, ha fatto inoltre notare de ‘Angelis, <il bullismo è aggravato dai social network, capaci anche di togliere la privacy. Prima l’educazione si basava sull’esempio, oggi è tutto diverso>. Critico nei confronti delle linee guida del Ministero dell’Istruzione sul bullismo, si è invece mostrato il professor Giancarlo Pavano, docente al liceo Toschi e all’istituto Meloni, autore del libro “La scuola che sogno“, referente del progetto TRI-PAX, membro del centro studi La Città Ideale 2014 e membro del coordinamento nazionale educatori e docenti. <Bisogna ascoltare di più la base –ha detto-, creando le condizioni all’interno della scuola per contrastare il fenomeno. C’è bisogno di un progetto educativo nazionale, il bullismo si combatte a scuola e non con spot televisivi. All’interno delle scuole dev’essere chiaro chi fa cosa, la nostra categoria è in grande difficoltà: rischiamo di restare schiacciati –ha aggiunto riferendosi ai contenuti delle linee guida- tra le famiglie e le istituzioni, ci sono troppe pecche. E poi bisogna anche entrare nelle scuole medie, l’anello debole in questo momento>.

NUMERI PREOCCUPANTI – Al generale Garofano è toccato poi fornire alcuni dati sulle violenze nei confronti dei minori: citando quelli forniti dal Ministero degli Interni, ha infatti ricordato che in Italia ci sono stati, nell’ultimo anno, 373 abusi sessuali, 127 casi di prostituzione minorile e 329 di pedopornografia. Su oltre 15mila ragazzi intervistati da Skuola.net, ha aggiunto, un sesto è stato vittima di bullismo e nel 24% dei casi i giovani che hanno preso parte all’indagine hanno ammesso di non attendere altro che il momento giusto per vendicarsi. <Spesso il bullo è stato vittima di violenza> ha dunque ricordato Garofano, autore inoltre del libro “La prepotenza invisibile” incentrato sui casi attuali di bullismo e cyber bullismo, concentrandosi anche sull’utilizzo talvolta deviato ed esagerato delle nuove tecnologie: <Bisogna promuovere maggiormente le relazioni in famiglia, spiegando ai ragazzi i rischi della rete e degli smartphone>. <In Europa ogni giorno muore un adolescente per bullismo o cyberbullismo> ha invece fatto presente Adriana Battaglia, dirigente scolastico, giornalista e valutatrice dei progetti sul tema per la Commissione Europea. <I giovani non hanno capito cosa significhi uccidere la reputazione –ha aggiunto- e a livello educativo serve rigerarchizzare i nostri valori per riuscire ad intervenire correttamente>.

UNA LEGGE DA RIVEDERE – <Non è un disegno di legge che mi piace tantissimo, però serve un intervento del legislatore> ha infine commentato Tania Rizzo, segretario nazionale Aiga e avvocato del foro di Lecce, a proposito del già citato provvedimento parlamentare sui temi principali affrontati nel convegno. <Nel testo si parla di un referente per il bullismo all’interno delle scuole –ha continuato, prendendo spunto anche da un passaggio fatto in precedenza da Pavano-, però mi chiedo: come vengono scelti? In base a quali criteri e competenze? Forse sarebbe più utile prevedere corsi specifici>. Ma non è l’unico punto discutibile della legge, secondo l’avvocato Rizzo. <L’attenzione penale del legislatore salta dall’ammonimento del questore o dell’autorità giudiziaria quando ci sono condotte non ancora perseguibili, all’inserimento di un comma autonomo per l’articolo relativo al reato di stalking. È un salto poco chiaro, perché porta a passare direttamente davanti al giudice penale, con condanne tra l’uno e i sei anni. Credo che il legislatore abbia fatto un po’ di confusione>.

LA QUESTIONE DELL’ARTICOLO 403 – Terminato il primo tavolo di confronto, è stata poi Alessandra Palumbo, avvocato e consigliere Aiga Parma, a tenere le fila del discorso per il secondo focus, intitolato: “Nidi Violati: l’allontanamento d’urgenza del minore in assenza di prove”. Il nome è lo stesso della campagna nazionale sostenuta da Intesa San Martino e di un libro (ed. Il Torchio) che racconta le emozioni e il vissuto di una famiglia parmense che anni addietro è stata sottoposta ad un provvedimento giudiziario di allontanamento urgente, protrattosi per due anni e che poi si è risolto con l’archiviazione per insufficienza di prove. La prima ad intervenire è stata Antonella Dellapina, responsabile della campagna, la quale ha ripercorso la vicenda di Chiara, una ragazzina come tante altre che alla fine del primo anno di liceo viene portata in una comunità perché sui genitori ci sono pesanti accuse di violenze domestiche. <Non si vedono per un anno, per i genitori Chiara non è più la loro figlia, ma un minore> ha letto dalle pagine del volume Antonella Dellapina, aggiungendo: le intercettazioni e le indagini della autorità preposte definiscono quella finita in un incubo una famiglia sana. Chiara non fa altro che ripeterlo. Ma i sospetti di alcuni docenti, di altri genitori e del psicologo della scuola sono sufficienti per applicare un articolo del codice civile, il 403, che consente di applicare d’urgenza un provvedimento di allontanamento. La storia è per fortuna a lieto fine: Chiara smette di <essere trattata come un pacco postale>, la procura archivia tutto. Gli atti scolastici rimangono secretati,

ma la verità viene a galla. E partendo da questa assurda vicenda, Intesa San Martino porta avanti in tutto il Paese una campagna che si spera possa convincere il legislatore a modificare le norme vigenti. <La funzione dell’articolo 403 è corretta, però non deve essere un provvedimento di lunga durata> ha dunque detto Elena Merlini, avvocato del foro di Bologna e specialista in diritto familiare e minorile, aggiungendo: <Forse sarebbe più importante intervenire sul ricongiungimento>.

IL LAVORO DELLA COMMISSIONE BICAMERALE E I NODI DA SCIOGLIERE- <Secondo l’indagine della commissione di cui faccio parte –è poi intervenuto l’on. Romanini– in Italia ci sono circa 30mila minori fuori famiglia>. Ma l’iter giudiziario da affrontare in certe situazioni non è semplice: per tale ragione, il parlamentare parmense ha fatto presente di aver firmato una <interrogazione a risposta scritta al ministro della giustizia per chiedere l’aumento in regione di personale nei tribunali per minori. A Bologna, ad esempio, ci sono solo sei togati>. <Io sono stato tra quelli ascoltati durante le audizioni della commissione e, come fatto in quell’occasione, ripeto: perché dal 2012 non abbiamo informazioni dal ministero sugli affidamenti dei minori?> La domanda è di Massimo Rosselli Del Turco, delegato della città di Mentana per la tutela dei diritti dei minori, già direttore dell’Istituto studi parlamentari, nonché direttore dell’associazione nazionale familiaristi italiani. <Come facciamo a sistemare le cose se non abbiamo queste informazioni di base? Ma non è l’unico problema- ha aggiunto-: nell’articolo 403 si dice che le figure chiave per gli allentamenti sono i servizi sociali e la pubblica autorità, eppure fa sempre tutto e solo l’assistente sociale. Non va bene, qui stiamo parlando di sentimenti, di passaggi importantissimi per la vita della gente. Conosco il caso di una bambina –ha proseguito Rosselli Del Turco- allontanata da genitori che poi non sono stati neppure rinviati a giudizio e nel frattempo lei è ora in pre-adozione, senza vederli da tre anni. Sono cose gravissime, quando l’assistente sociale sbaglia rende infelici delle persone per tutta la vita>. <Il bambino non ha il tempo di aspettare i tempi della giustizia> ha infine ricordato Stefano Boschi, presidente del Cfr, psicoterapeuta e ricercatore nel settore della comunicazione in ambito clinico. <Per affrontare meglio la questione -ha aggiunto- ci vorrebbe un ribaltamento di prospettiva, facendo in modo che la giurisprudenza guardi le cose con gli occhi della psicologia e non viceversa: sarebbe tutto a vantaggio dei bisogni del minore>.

L’evento “A tutela dei minori”, accreditato per la formazione continua degli avvocati, è stato patrocinato oltre che da Presidenza della Camera dei Deputati e da Unicef, anche Università degli Studi di Parma, Comune di Parma, Provincia di Parma, Vita e Fondazione Cariparma. A sostenere l’iniziativa sono state anche Mup Editore, Venturini Galimi assicurazioni, Alinovi & Tanzi arredamenti e Gazzetta di Parma, media partner.

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