Amministrazione comunale di Parma sotto i riflettori anche della Procura regionale della Corte dei Conti. Questa volta l’obiettivo è il servizio di raccolta dei rifiuti, gestito in regime di proroga dal 2014. A rivelare l’apertura del fascicolo con il quale la Procura mira ad accertare l’eventuale esistenza di un danno patrimoniale per le casse del Comune, è il comitato “Parma non ha paura”.
L’affidamento ad Iren del servizio rifiuti in effetti è scaduto il 31 dicembre 2014 e già nel febbraio 2015 l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) aveva sollecitato Atersir ad indire la gara d’appalto. Invece si procede ancora in regime di proroga. E la Procura della Corte dei Conti chiede al Comune di Parma di illustrare i motivi, allegando tutti gli atti, per i quali non si è proceduto all’appalto del servizio. Ma anche i motivi urgenti che ne hanno giustificato la proroga per quasi due anni.
“E’ interessante chiedersi se, visto che la raccolta a Parma frutta ad Iren decine di milioni, questo mancato avvio delle procedure per l’appalto abbia avuto effetto sulle tasche dei cittadini, oltre che avere eventualmente alterato le condizioni del mercato – scrive Luigi Alfieri a nome di ‘Parma non ha paura’ -. Scontato che questo compito tocca alla Procura, resta la curiosità di sapere perché attorno alla gestione dei rifiuti regni sempre tanta segretezza. Perché non si apra un dibattito pubblico che ‘Parma non ha paura’ ha più volte sollecitato. Il dibattito andava iniziato prima che la convenzione scadesse. Una volta che, a convenzione scaduta, non si è proceduto alla gara, si poteva aprirlo nei mesi scorsi, in vista del bando che finalmente sta nascendo. Col passare del tempo, è emersa, evidente, l’ostilità di molti cittadini alla ‘differenziata porta a porta spinta’ e il Comune dovrebbe riconsiderare la sue scelte passate nell’imminenza, questa volta reale, della Gara, che, secondo le voci, assegnerà la raccolta per i prossimi 15 anni“.
In realtà non solo per Parma ma anche per molti comuni della provincia, la gara per l’affidamento del servizio – sembra con evidenza europea – deve essere bandita da Atersir, l’agenzia regionale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e i rifiuti.
“Atersir ha due livelli, uno di ambito (cioè regionale) che ha sede a Bologna e uno provinciale, di cui fanno parte tutti i sindaci del parmense e in cui Parma pesa per il 33 per cento – spiega Alfieri nella nota di ‘Parma non ha paura’ -. Ebbene, il 18 ottobre i sindaci sono stati convocati da Manuela Grenti, coordinatrice provinciale, dando avvio alla fase finale dell’iter. Ai primi di novembre ci sarà un nuovo incontro. Ma sono passati due anni di troppo e la Procura vuole sapere perché non si è fatto il dovuto. Noi di “Parma non ha paura”, dal canto nostro, vogliamo sapere perché il sindaco Pizzarotti non ha informato la cittadinanza dell’apertura di questo fascicolo, così come non ha mai informato in modo sufficiente e chiaro di quel che bolliva in pentola in materia di rifiuti, convenzioni, appalti e quant’altro connesso. Del resto questo rientra nel suo stile: non ha mai informato i parmigiani dei diversi avvisi di garanzia che gli sono piombati addosso (tre sono ora conosciuti) e, pur avendo promesso di mostrare il suo 335 (il documento rilasciato dalla procura che certifica quanti procedimenti sono in corso a carico del cittadino) mesi e mesi fa, non lo ha mai fatto”.
LA REPLICA DEL COMUNE DI PARMA