Egregio Direttore,
ad oltre due mesi dalle vicende che hanno visto la distruzione di interi paesi del centro Italia, è tornata la paura per l’effetto delle nuove scosse. Assistiamo ad una prevenzione insufficiente perché, purtroppo in Italia si costruisce bene e con criteri antisismici solo dopo un terremoto grave. L’evento tellurico, è stato caratterizzato da una magnitudo e con scosse di grado non superiore a 6 della scala Richter, intensità che in altre aree del mondo con una maggiore sensibilità all’edilizia sismica avrebbe probabilmente prodotto danni decisamente ridotti. Occorre quindi consolidare anche una strategia nazionale di difesa e manutenzione ambientale, non si può dimenticare che nel solo 2015 sono state 18 le vittime riconducibili a frane, allagamenti, alluvioni e che nella maggioranza dei Comuni italiani sono presenti situazioni di rischio, proprio noi nel 2014 abbiamo subito l’esondazione del Baganza.
Poi aldilà di quelle che possono essere le caratteristiche degli edifici esistenti, il problema principale connesso ad un qualsiasi intervento di adeguamento o di miglioramento, è che purtroppo manca ancora la necessaria sensibilità dell’opinione pubblica in materia di prevenzione. Fin quando la collettività non acquisirà concretamente la consapevolezza del rischio connesso a questi fenomeni naturali “con i quali dobbiamo imparare a convivere a causa dell’orografia del nostro territorio”, non verranno mai fatti gli opportuni investimenti. Non soltanto del privato, ma anche e soprattutto a chi si occupa della gestione della cosa pubblica, per una pianificazione e successiva realizzazione organica dei necessari interventi. Tale pensiero acquisisce ancor più valore se si pensa a determinate strutture che possono avere un ruolo strategico, come gli ospedali, o comunque che siano caratterizzate da una certa destinazione d’uso che le rende particolarmente affollate, scuole, università o biblioteche, “in questi luoghi da subito ed anche per quelli esistenti”, occorre la messa in sicurezza sismica, risparmieremmo non solo vite umane ma anche tanti soldi, si creerebbero anche posti di lavoro… vera manna per questi tempi.
Rino Basili
Parma