Raffica di condanne per il “Grande Fiume” di droga, soprattutto cocaina, che negli ultimi anni ha invaso la Bassa Parmense, da Polesine a Busseto, passando per Zibello. L’operazione dei carabinieri che ha fatto comparire nelle carte dell’inchiesta – non indagato – anche il nome del sindaco Andrea Censi, come cliente della banda – è finita all’esame del tribunale di Parma che ha inflitto 5 anni e 4 mesi di reclusione ai fratelli albanesi Orion ed Ergys Hotaj, residenti a Polesine, ritenuti gli organizzatori del cartello, e ad Arben Necaj, domiciliato nel Milanese, accusato di essere il fornitore. Inoltre 3 anni e 10 mesi sono stati inflitti ad Urim Gjoka, anche lui albanese residente a Parma, che si occupava del taglio e della preparazione delle dosi. Due italiani – il calabrese Gianluigi Silipo e Walter Cecchinato, entrambi residenti a Polesine – hanno invece patteggiato 1 anno e 6 mesi il primo, 1 anno e 2 mesi il secondo. Tutti sono stati giudicati con il rito abbreviato, quindi hanno goduto dello sconto di un terzo della pena.
A Busseto agivano invece i fratelli Altin ed Elvis Kashami, che hanno invece deciso di patteggiare rispettivamente 4 anni e 2 mesi e 3 anni e 8 mesi.
Nell’inchiesta erano state coinvolte anche Marsida Hotaj, moglie di Orion, e Ylbere Hotaj, la madre dei due fratelli Hotaj, oltre al giovane Dejvi Rexhepi, anche lui residente a Zibello.
L’organizzazione sgominata dai carabinieri – composta da operai ed artigiani – si era creata un vasto giro di clienti nella Bassa, tanto da sviluppare anche un codice per i contatti telefonici: la dose diventava a volte l’aperitivo, altre volte formaggio più o meno stagionato. Ma i carabinieri della stazione di Polesine e della Compagnia di Fidenza non sono caduti nel tranello e nel corso dell’operazione sono riusciti anche a sequestrare 300 grammi di cocaina, 70 grammi di hashish e tutto il necessario per il taglio della droga e il confezionamento delle dosi.