“Voglio personalmente fare gli auguri all’Avis provinciale e a quello di Parma, che nei giorni scorsi hanno festeggiato importanti compleanni: questa ricorrenza mi porta a fare alcune riflessioni sulla difficoltà che ci sono rispetto al calo di donazioni. Per molti territori la donazione del sangue è un momento importante non solo da un punto di vista sanitario ma anche da quello sociale e culturale e il fatto che oggi alcune sedi della nostra provincia siano di fatto chiuse o ad attività ridotta vista la chiusura del centro prelievi lascia molta tristezza”.
Il consigliere regionale del Partito democratico Alessandro Cardinali, che è anche vicepresidente della commissione Sanità, interviene così sulla condizione delle sezioni Avis del parmense. “Si è scelto di portare avanti una nuova impostazione che ha portato a il ridimensionamento di alcune sedi e questo ha creato diverse problematiche, sono convinto che si possano trovare soluzioni diverse”, dice Cardinali.
In provincia di Parma sono 19 i punti di prelievo interessati dalla chiusura sui 48 presenti, la gran parte dei quali nel territorio della montagna. “Capisco perfettamente – commenta Cardinali – che c’è stato un netto calo dei donatori e che alcune sedi locali non sono più rispondenti ai criteri stabiliti per l’accreditamento dei servizi sanitari, ma non vorrei che a causa di queste chiusure e del nuovo sistema di prenotazioni per le donazioni il numero di coloro che donano il sangue diminuisse ulteriormente mettendo in difficoltà tutto il sistema sanitario provinciale”.
Altri territori hanno fatto scelte diverse riuscendo, nella maggior parte dei casi, a tenere aperti dei centri prelievo. “Concordo – sottolinea Cardinali – che una revisione del piano di riorganizzazione della raccolta di sangue sul territorio sia necessaria per ridare stimolo e fiducia alle sezioni, ai responsabili e a tutti i donatori con l’obiettivo di ritornare protagonisti primari sia nelle donazioni, ma anche nella promozione e formazione per nuovi donatori. Condivido anche che sia importante utilizzare nuove forme di rete tra le singole realtà, che possa far aumentare la collaborazione e la conoscenza sul mondo del sangue che giustamente in questi anni si sta’ modificando rispetto anche ai nuovi bisogni, ma tutto deve avvenire riuscendo a mantenere aperti importanti presidi sul territorio e non riducendo la sua presenza”.
Nei prossimi mesi andrà in discussione in regione il nuovo piano sangue 2015/2017 che avrà il compito di stabilire le nuove linee guida. “In quella discussione – conclude Cardinali – porterò il mio punto di vista sulla questione e cercheremo di capire come si può provare a cambiare rotta per garantire che nei nostri territori rimangano questi punti di riferimento sanitari, sociali e culturali per tutta la comunità con l’obiettivo che la raccolta di sangue possa tornare ai livelli sperati”.