Due assegnisti dell’Università di Parma – Martina Chiu e Christian Milani – hanno ricevuto premi per la loro attività di ricerca. Al 33° Congresso nazionale della SIPMET (Società Italiana di Patologia e Medicina Traslazionale) di Pescara, è stata premiata Martina Chiu, assegnista dell’Unità di Patologia Generale del Dipartimento di Scienze Biomediche, Biotecnologiche e Traslazionali – S.Bi.Bi.T. dell’Università di Parma, con il prestigioso “Alberto Gulino” per la migliore comunicazione in ambito oncologico. Chiu, che fa parte del gruppo guidato dal professor Ovidio Bussolati, ha presentato una ricerca sulla dipendenza dalla glutamina dell’oligodendroglioma, un tumore cerebrale le cui caratteristiche metaboliche erano sinora completamente sconosciute. Oltre a Bussolati, gli altri autori della comunicazione sono la ricercatrice Roberta Andreoli, del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, e, del Dipartimento S.Bi.Bi.T, l’assegnista Massimiliano Bianchi e gli studenti Cosimo Sabino e Giuseppe Taurino.
È andato invece a Christian Milani, assegnista di ricerca del Laboratorio di Probiogenomica dell’Università di Parma (Dipartimento di Bioscienze), il Premio Mario Campa 2016 per la miglior tesi di dottorato nel settore della Microbiologia generale. Milani ha svolto il suo dottorato in Biotecnologie nel Laboratorio di Probiogenomica, sotto la direzione del professor Marco Ventura. La sua tesi di dottorato, intitolata “Omics of the Bifidobacterium genus: from genes to function”, è stata selezionata da una commissione di esperti della Società italiana di Microbiologia generale e Biotecnologie Microbiche come la migliore nel settore della Microbiologia Generale.
Il lavoro di ricerca di Milani, prima come dottorando e ora come assegnista di ricerca al Laboratorio di Probiogenomica, è focalizzato sulla caratterizzazione genomica e funzionale di membri del genere Bifidobacterium, quali importanti componenti delle comunità microbiche dell’intestino umano (microbiota intestinale) come pure di diverse altre specie di mammiferi. In particolare, la sua ricerca ha permesso di decodificare il genoma di 40 specie/sottospecie che costituiscono l’attuale genere Bifidobacterium e rivelare importanti determinanti genetici responsabili dell’adattamento di questo gruppo microbico all’intestino dei mammiferi.