La Guardia di Finanza di Parma ha scoperchiato una maxi truffa finanziaria per oltre 3 miliardi di euro. Le Fiamme Gialle hanno sgominato un’organizzazione che offriva falsi finanziamenti agli imprenditori in difficoltà. Molte delle 70 aziende finite nella truffa sono di Parma.
Gli uomini della GdF l’hanno ribattezzata operazione Re Mida per il vorticoso giro di denaro che girava in questa che si è rivelata una truffa con i controfiocchi e tutt’altro che facile da scoprire
Dopo un’ indagine durata oltre due anni e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza di Parma ha bloccato un’associazione a delinquere di 14 persone al cui vertice c’era il faccendiere parmigiano Aldo Pietro Ferrari già coinvolto in precedenti grane giudiziarie fin dagli anni ’90.
L’operazione è scattata all’alba di questa mattina, in contemporanea a Forli-Cesena, Bolzano, La Spezia, Lodi, Frosinone, Siracusa e Palermo, che in queste ore stanno ancora eseguendo ordini di custodia cautelare in carcere e provvedimenti di arresti domiciliari nei confronti degli affiliati.
I finanzieri hanno potuto ricostruire un articolato sistema di truffa a danno di decine di imprenditori italiani ed esteri, spesso in stato di difficoltà, che per ottenere finanziamenti si erano rivolti alla società neozelandese INTERNATIONAL WORLD INVESTMENT LOANS (I.W.I.L.).
Quest’ultima, dipinta come ente di intermediazione finanziaria, era in realtà una società fantasma, sebbene avesse una sede organizzata di tutto punto in un immobile di pregio a Moletolo dove i clienti venivano portati per toccare con mano la serietà della società
La truffa veniva perpetrata proponendo contratti di finanziamento a tassi agevolati, senza le necessarie misure di garanzia e con la sottoscrizione di un fittizio contratto di investimento che addirittura serviva ad abbattere i costi dell’operazione.
Dopo la sottoscrizione, veniva richiesto il versamento di una somma di denaro a titolo di spese per l’istruzione della pratica, a fronte del quale seguiva anche l’emissione di una fattura fiscale: l’ennesimo artifizio finalizzato a generare una certa rassicurazione nel cliente, tuttavia in grado di permettere all’organizzazione di incassare una somma anche maggiore di denaro.
Alla fine di tale messinscena, non un solo euro di finanziamento è stato erogato.
Le indagini hanno permesso di scoprire che sono state vittime del raggiro non meno di settanta titolari di aziende e che alcuni di loro, in gravi difficoltà economiche, hanno successivamente dichiarato il fallimento.
I militari hanno calcolato che il totale dei finti finanziamenti sottoscritti negli ultimi due anni ammontava a non meno di 3 miliardi di euro e che con questo sistema l’organizzazione ha generato illeciti introiti per oltre 2 milioni di euro.
In ragione di ciò, il GIP presso il Tribunale di Parma – dottor Alessandro CONTI – ha disposto l’emissione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere, e di quattro provvedimenti di arresti domiciliari, oltre che il sequestro della sede della I.W.I.L. e l’inibizione dell’accesso e l’oscuramento delle pagine web illecitamente utilizzate.
I 14 indagati dovranno ora rispondere del reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e continuata.