Legionella trovata nelle torri del Centro contabile. Si attendono gli esami definitivi

Legionella trovata nelle torri del Centro contabile. Si attendono gli esami definitivi

2019
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centro-contabile-intesa-san-paolo-okSecondo i risultati preliminari – in attesa di conferma definitiva – il batterio della legionella è risultato presente nelle torri di evaporazione del centro contabile di Intesa San Paolo. “Questi esiti potranno o meno essere confermati dai risultati definitivi degli accertamenti di laboratorio nell’arco dei prossimi giorni”, precisa una nota congiunta di Ausl e Azienda ospedaliera di Parma.

Le indagini ambientali finalizzate ad individuare le cause dell’epidemia di legionella – precisano le autorità sanitarie – sono state estese anche alle torri di evaporazione di altri grandi insediamenti “in altri quartieri della città”.

Se non si può certo cantar vittoria per l’individuazione del possibile focolaio di legionella, di sicuro si tira un sospiro di sollievo sul fronte sanitario. Nessun nuovo caso di legionella registrato domenica 9 ottobre – 38 in tutto i pazienti positivi al batterio, di cui purtroppo due vittime anziane per complicazioni dovute ad altre patologie – migliorano le condizioni di 11 dei 15 ricoverati rimasti in ospedale dopo le dimissioni di un paziente avvenute oggi. Stabili le condizioni degli altri quattro. Così come quelle del paziente ricoverato a Borgotaro, anche se ha contratto il batterio al Montebello.

Dall’Aula arrivano precisazioni anche in merito ai 13 casi di legionella registrati dall’inizio dell’anno, ma prima dell’epidemia in corso. Di questi – sottolinea l’Ausl – 4 erano in città – 11 febbraio, 10 e 30 giugno, 6 luglio – e nessuno risiedeva nella zona del Montebello.

Inoltre, il numero di casi sarebbe in linea con gli anni precedenti e i focolai sono sempre stati individuati ed eliminati.

Tutto normale, quindi, fino all’impennata improvvisa del 26 settembre a Parma, con tutti i casi provenienti dalla stessa zona della città.

L’Ausl ricorda inoltre che i sintomi più frequenti della legionellosi o Malattia dei Legionari sono: polmonite, febbre, raffreddore, tosse, mal di testa, dolori muscolari, astenia (stanchezza), perdita d’appetito, occasionalmente diarrea e disturbi renali. In questi casi è bene rivolgersi con fiducia al medico di famiglia.

Per chiedere informazioni sulle precauzioni da tenere contro la diffusione della malattia e per avere informazioni sull’accesso ai servizi sanitari, i cittadini possono chiamare il numero verde del Servizio Sanitario Regionale 800.033.033 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30 e il sabato dalle 8.30 alle 13.30 oppure scrivere all’indirizzo e-mail [email protected]. Non verranno fornite indicazioni terapeutiche o di cura, per queste, il riferimento rimane il medico di famiglia. Per aggiornamenti è possibile consultare il sito www.ausl.pr.it e la pagina Facebook @auslparma.

La legionellosi è un’infezione, causata da un batterio chiamato legionella, che colpisce l’apparato respiratorio e può manifestarsi in forme anche gravi. La legionella è un microrganismo molto diffuso in natura, dove è associato principalmente alla presenza di acqua (laghi e fiumi, sorgenti termali, ambienti umidi in genere). Da qui, la legionella può “colonizzare” gli ambienti idrici artificiali, come le reti di distribuzione dell’acqua potabile nelle città, impianti idrici dei singoli edifici, impianti di umidificazione, piscine, fontane, e così via. Il batterio della legionella si trasmette solo per inalazione (aerosol) di acqua contaminata, non si trasmette bevendo acqua infetta, non si trasmette da persona a persona.
La legionella si moltiplica in ambienti acquatici tra i 25 e i 42 gradi. Al di sotto dei 20 gradi la legionella non cresce e pertanto non è pericolosa. Di norma, l’acqua fredda dei rubinetti di abitazioni, scuole, ospedali, alberghi, ecc. esce ad una temperatura inferiore ai 20 gradi.

Per prevenire rischi è necessario: far scorrere l’acqua (sia calda che fredda) per qualche minuto prima dell’uso, mantenendosi distanti; rimuovere e pulire in modo accurato (con utilizzo di prodotto anticalcare) i frangi–getto (filtrino del rubinetto) e cipolle delle docce. In caso di doccia “a telefono”, non riporla, ma lasciarla pendente, in modo da evitare ristagni d’acqua; non utilizzare le vasche idromassaggio se non viene applicato un corretto sistema di manutenzione. L’acqua del rubinetto può essere utilizzata per lavarsi, per preparare e lavare i cibi, per lavare gli indumenti, le stoviglie e le superfici della casa, purchè si seguano le indicazioni sopraindicate. Non ci sono pericoli nell’utilizzo di elettrodomestici che scaldano l’acqua. Per gli apparecchi di aerosolterapia, umidificatori e nebulizzatori si devono utilizzare esclusivamente soluzioni fisiologiche sterili.
Si ribadisce che l’acqua del rubinetto può essere bevuta tranquillamente.

3 COMMENTI

  1. Perché il Sindaco non ha fatto nulla per oltre dieci giorni di fronte ai casi di legionella?
    Era chiaro fin dai primi giorni della crisi (almeno dal 29 settembre se non prima) che il problema era ambientale, l’epidemia comunque molto circoscritta si è diffusa in forma di minuscole gocce d’acqua sprigionate in atmosfera probabilmente da un impianto di condizionamento. Non lo dico io ma lo hanno detto gli esperti del Dipartimento Sanità Pubblica e i commissari sanitari inviati dalla Regione.

    Perché Pizzarotti non è intervenuto con un’ordinanza per spegnere tutti gli impianti in zona di quel tipo? Perché non ha cercato di stroncare il contagio appena possibile?
    Come responsabile della salute pubblica Pizzarotti aveva ampio spazio di manovra, avrebbe potuto far spegnere immediatamente tutte le torri di evaporazione ma non lo ha fatto.
    Se le analisi saranno confermate Pizzarotti dovrà prendersi le proprie responsabilità e ammettere che ha lasciato che la legionella si diffondesse e potesse infettare altre persone per ben dieci giorni. Come sempre dirà che la colpa è di altri.

    Pizzarotti non ha nemmeno fatto spegnere l’impianto sospettato di essere il veicolo della legionella perché ci ha pensato il proprietario stesso. Attende le analisi che impiegano non meno di dieci giorni.

    Perché ha dimenticato due morti e 38 casi di legionella che fanno diventare Parma il caso di più ampia diffusione in Italia? “La prima grande epidemia in Italia – dice l’Istituto Superiore di Sanità – è stata causata da una torre di raffreddamento nel 1995 a Sestri Ponente con 34 casi confermati”.
    Pizzarotti ha avuto il coraggio di dire durante l’incontro pubblico del 6 ottobre: “le torri non possono essere spente anticipatamente prima dei controlli” evidentemente dimenticando i due morti e i casi strazianti di cui tutti abbiamo letto sui giornali.
    Doveva intervenire drasticamente e senza perdere tempo invece non ha fatto nulla.

    Perché non si è sospeso il mercato fino a nuovo ordine se i primi casi sono risultati tutti nella zona di piazzale Maestri?
    Il 3 ottobre c’era mercato, si potevano evitare nuovi casi che potrebbero a questo punto manifestarsi solo fra qualche giorno dopo i circa dieci giorni di incubazione.

    Perché non si è proibito l’uso del campo sportivo a pochi metri di distanza dal piazzale?

    Perché la notizia del possibile focolaio è stata data dai giornali e non dal Comune?
    Nell’incontro pubblico Pizzarotti aveva redarguito i cittadini dicendo che le informazioni sono sempre state fornite tramite il sito web del Comune di Parma. Poche e male, dico io.

    Perché non è stata data comunicazione porta a porta?
    Un semplice volantinaggio in zona avvisando la gente di stare attenti, l’affissione di cartelli e manifesti, un intervento massiccio dei vigili urbani sarebbe stato utile e doveroso da parte di quello che si vuole chiamare un Primo cittadino. Anche su questo Pizzarotti ha mancato clamorosamente.

    Perché Pizzarotti non ha dato comunicazione del pericolo esattamente come per l’esondazione del Baganza quando aveva i fax della Protezione Civile ma non ha mandato i vigili ad avvertire la popolazione che potevano essere la prima risposta a un’emergenza?

    Ci resta solo un Sindaco senza arte né partito, che si è preoccupato delle sue personali liti interne ma che non ha emesso un’ordinanza in grado di stroncare l’infezione, non ha fatto una conferenza stampa né organizzato un volantinaggio o una campagna informativa indicando il pericolo che i cittadini stavano correndo e delle precauzioni che potevano essere prese fin da subito.

    Giuseppe Pellacini
    Capogruppo Consiglio Comunale Unione di Centro

  2. Sembra a una svolta la vicenda dell’epidemia di legionella che da settimane sta affliggendo la nostra città.
    Se le indagini dell’Ausl saranno confermate, sarà chiaro dove si annidava il batterio che ha cagionato la malattia e sarà possibile individuare, di conseguenza, i responsabili dell’accaduto.
    Confconsumatori sta già raccogliendo segnalazioni di cittadini che hanno subito le conseguenze dell’epidemia e sta predisponendo ogni più opportuna azione nei confronti di chi, per omessa manutenzione di impianti o altro ha di fatto contribuito al propagarsi del batterio. Invitiamo i cittadini danneggiati dal caso legionella a contattare lo sportello di Confconsumatori Parma in via Mazzini 43: [email protected] o 0521/230134.

    Confconsumatori Parma

  3. Ormai si sa che il consigliere UDC Pellacini non perde occasione per cercare di attaccare il sindaco e l’amministrazione su qualsiasi argomento a prescindere dal contesto e dal merito.

    I suoi ultimi attacchi legati al caso della epidemia da legionella, oltre a dimostrarne come spesso accade l’ignoranza (nella sua definizione di inconsapevolezza o incompetenza più o meno colpevole), fanno emergere anche una sua evidente propensione allo sciacallaggio e al procurato allarme che poco si addicono a un componente del consiglio comunale cittadino.

    Oggi leggiamo sugli organi di stampa il suo ultimo attacco nel quale accusa il sindaco di non aver emesso il 29 di Settembre, se non prima, una ordinanza per spegnere tutti gli impianti con torri di evaporazione/raffreddamento. L’attacco è basato chiaramente sulla notizia comparsa sulla stampa ieri della presenza del batterio legionella rilevata nelle torri della banca Intesa, che peraltro i tecnici della Sanità locale e regionale, all’opera da tempo sull’epidemia, stanno tuttora verificando se effettiva ed unica fonte di contagio.

    Ma torniamo al 29 di Settembre quando il consigliere Pellacini, nel suo primo attacco al sindaco, lo accusa di non aver sospeso la distribuzione negli asili dell’acqua in brocca che mette a rischio la salute di bambini e ragazzi. E non contento aggiunge: “Se l’infezione si propagasse nel collettore dell’acqua, quanti casi avremo entro i prossimi giorni?”. Non una parola a suo tempo sulle torri di raffreddamento ma solo puro e gratuito allarmismo, quando fin da subito chi si è anche minimamente documentato sulla diffusione dell’epidemia di legionella ha potuto capire che si diffonde non per ingestione di acqua ma per via di aerosol di acqua infetta.

    Passiamo al 5 Ottobre, quando il consigliere Pellacini, in un altro attacco al sindaco, lo accusa di non aver chiuso le piscine come fatto a Firenze, non aver ordinato di fare la doccia a 65°C come a Bresso (e mi piacerebbe capire quanti ricoveri al centro grandi ustioni questo brillante suggerimento porterebbe), di non aver vietato anche solo lavarsi la faccia come a Montignoso. E neanche in questo attacco una sola parola sulle torri evaporative…..

    Oggi come detto, solo oggi, l’accusa di Pellacini al sindaco è di non aver fatto ordinanza il 29 di Settembre per spegnere tutti gli impianti con torri di evaporazione/raffreddamento: peccato che Pellacini lo scopra solo ora e che non gli venga in mente che spegnere tutti gli impianti indiscriminatamente comporterebbe chiudere o evacuare ospedali, case di cura, servizi essenziali.

    Ora aspettiamo solo il prossimo settimanale attacco di Pellacini al sindaco e gliene suggeriamo uno: perché non accusa il sindaco di non aver emanato il 29 Settembre una ordinanza di evacuazione di tutti i quartieri a sud di Parma?

    Gestire una situazione di emergenza quale una epidemia di legionella che, ahimè, ha colpito diversi concittadini, è un problema serio al quale stanno lavorando alacremente con competenza i tecnici della Sanità locale e regionale in coordinamento con il sindaco e l’amministrazione cittadina.

    Augurandomi che l’emergenza sia ormai in fase di esaurimento, auspico che i concittadini non diano credito agli atteggiamenti allarmistici e incompetenti quali quelli del consigliere Pellacini.

    Lucio Attilio De Lorenzi
    Consigliere Comunale Movimento 5 stelle

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