Due anni e mezzo di reclusione per aver trasformato in un vero e proprio inferno la vita della moglie e dei suoi quattro figli. Questa la pena inflitta oggi dal giudice Mattia Fiorentini a un eritreo di 39 anni, fermato dalla polizia nello scorso mese di giugno al culmine dell’ennesima sfuriata contro la moglie. A difendere la donna, una 36enne di nazionalità etiope, il figlio che oggi ha solo 12 anni.
Tutto è iniziato nel 2012, quando in seguito a un incidente costato all’uomo la perdita di alcune dita della mano, il 39nne ha iniziato a bere tanto da essere spesso ubriaco. E più beveva, più erano botte. Nell’ultimo episodio, nel giugno scorso, rientrato a tarda notte, l’uomo ha spinto la moglie a terra, colpendola poi alla testa con il piede. Attimi interminabili di paura, durante i quali anche il figlio cerca disperatamente di fermare il padre. Un intervento comunque provvidenziale che consente alla donna di fuggire in strada con il volto sanguinante, dove è stata notata da una volante della polizia.
Gli agenti hanno subito fermato l’uomo, pensando a una lite occasionale. Ma dietro quell’episodio c’erano già ben quattro anni di violenze, minacce e umiliazioni vissuti sempre in silenzio dalla donna per amore dei figli e della famiglia. E forse anche del marito che, nei dieci anni precedenti a quel maledetto incidente, era sempre stato un padre modello.