Ponteghiara, famiglie senzatetto occupano la casa cantoniera

Ponteghiara, famiglie senzatetto occupano la casa cantoniera

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La Casa cantoniera di Ponteghiara, a metà tra Fidenza e Salsomaggiore, è stata occupata alle prime luci dell’alba di sabato da diverse famiglie sfrattate e con figli piccoli. Al loro fianco ci sarebbero pure alcuni attivisti. Una soluzione fai-da-te all’emergenza casa che da tempo interessa anche le due città più popolose della provincia. La Casa cantoniera, dismessa nel lontano 2000, offre un solo appartamento, un tempo assegnato al custode, e dei magazzini che le famiglie in qualche modo hanno adattato per aver almeno un tetto sulla testa.

Ma l’allarme è subito scattato, come capita in questi casi. “Abbiamo immediatamente attivato i collegamenti tra Anas e i Carabinieri territorialmente competenti e Anas sta predisponendo la denuncia – annunciano i sindaci di Salso, Filippo Fritelli, e di Fidenza, Andrea Massari, insieme al suo assessore alla Sicurezza Davide Malvisi -. Come amministratori di Fidenza e Salsomaggiore Terme auspichiamo che sia sgomberata l’area nel minor tempo possibile, perché si tratta di un raid inaccettabile e che presenta diversi fattori di rischio“.

Gli amministratori lamentano rischi per la sicurezza delle persone e denunciano che “gli autori del blitz pare abbiano avuto accesso con una vera e propria effrazione, reato punito dalla legge italiana“.

Riteniamo azioni di questo tipo inutili e oltremodo dannose, perché inutile e dannosa è l’idea di un welfare “fai da te” in barba alle regole rispettate da tanti altri e perché, in questo modo, gli autori dell’impresa altro non fanno che dare fiato alle trombe di chi utilizza tali episodi per della squallida propaganda politica, nel tentativo di aizzare l’odio sociale – concludono Fritelli, Massari e Malvisi -. Se l’intenzione era dimostrare l’emergenza abitativa, i promotori dell’occupazione hanno sbagliato territorio e, soprattutto, hanno ottenuto l’effetto di mettersi dalla parte del torto“. 

Di diverso avviso è Rete Diritti in Casa, subito al fianco degli occupanti: “Si tratta di famiglie che hanno subito lo sfratto per morosità in quanto la crisi ha ridotto di molto la loro capacità di far fronte ad affitti esosi, peraltro regolarmente pagati per molti anni finchè la presenza di un lavoro lo ha permesso. Sono famiglie presenti sul territorio da oltre un decennio, che hanno sempre pagato tasse e contributi ma che nel momento della difficoltà non hanno trovato nessun aiuto dai comuni in cui risiedono“.

Allo sportello per l’emergenza abitativa della Rete Diritti in Casa – rivela l’organizzazione con sede a Parma – si sono rivolti negli ultimi anni un numero sempre crescente di persone provenienti dalla zona di Fidenza e Salso, italiani e migranti colpiti dalla crisi che non riuscivano a sostenere l’affitto, segnale di un problema che evidentemente le amministrazioni locali non stanno affrontando con serietà. Queste persone non possono essere escluse dal contesto sociale in cui hanno vissuto per tanto tempo solo perché si è aggravato il loro livello di povertà. Di fronte all’immobilismo delle amministrazioni e a servizi sociali che non hanno più strumenti – tuona l’associazione – l’occupazione degli alloggi vuoti diventa una risposta legittima e concreta per risolvere emergenze che rischiano di divenire drammatiche”.

Rete Diritti in Casa ricorda in proposito gli oltre 50.000 alloggi vuoti e inutilizzati presenti a Parma secondo le stime di una recente ricerca, gli alloggi pubblici vuoti, le case popolari lasciate a marcire per mancata ristrutturazione, edifici inutilizzati che potrebbero essere recuperati da lavoratori senza alloggio che hanno spesso le competenze per farlo.
Occorrono provvedimenti forti e decisi per risolvere l’emergenza abitativa – continua Rete Diritti in Casa – specialmente in un periodo in cui il lavoro diventa sempre più precario e sottopagato e la disoccupazione avanza: nella zona di Fidenza per esempio abbiamo seguito procedure di sfratto sia per lavoratori della logistica della Bormioli Rocco licenziati per non aver accettato gli accordi capestro proposti dall’azienda sia lavoratori che hanno accettato l’accordo ma non riescono a pagare l’affitto per aver subito una netta decurtazione in busta paga. E’ chiaro che posti davanti all’esigenza di sopravvivere i lavoratori si organizzano e cercano di garantirsi in tutti i modi un’esistenza dignitosa”.

1 COMMENTO

  1. Stanotte è stata occupata la casa cantoniera tra Fidenza e Salso. Capisco
    la difficoltà di queste persone, ma non capisco chi, ancora una volta,
    consiglia a chi è in difficoltà di entrare nel l’illegalità, rischiando in
    tal modo di avere conseguenze anche penali. Oltre ai servizi sociali, ci
    sono tante associazioni di volontariato e le parrocchie pronte a sostenere
    chi ha bisogno, la scelta migliore da fare è rivolgersi a loro. Mi auguro
    che la situazione si risolva in fretta e che queste famiglie, come le tante
    altre colpite da sfratto, trovino presto una sistemazione idonea e legale.

    Francesca Gambarini
    Capogruppo Forza Italia

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