La madre degli imbecilli è sempre incinta. E l’imbecillità aumenta in maniera esponenziale. Non si può spiegare altrimenti la crudeltà di chi a Felino – come racconta oggi Gazzetta di Parma – ha messo in atto tanta violenza contro una povera gattina che se ne andava tranquillamente a spasso per i campi. Bastonata, seviziata, torturata fino alla morte. Una fine giunta soltanto dopo una lunghissima agonia, una sofferenza ingiusta per qualsiasi essere vivente. Forse un po’ meno solo per l’autore di un simile gesto.
Tigrina – questo il nome della gatta – era uscita la mattina di Ferragosto e non è più tornata a casa come invece faceva di solito. Soltanto il giorno dopo la padrona ha trovato la sua gatta tra le sterpaglie. Un tonfo al cuore. Tigrina non era solo morta, era massacrata. Gonfia e con ferite evidenti anche solo le articolazioni delle zampe.
A confermare la tortura, le sevizie, la brutalità della bestia più feroce sulla terra – l’uomo – l’autopsia eseguita dall’Istituto zooprofilattico di Parma. Appena avuto l’esito, la padrona di Tigrina ha presentato una circostanziata denuncia al Corpo forestale dello Stato.
E c’è già il primo colpo di scena: proprio nella zona in cui la gatta è spirata, è stata trovata una patente di guida, una tessera sanitaria e altri documenti tutti intestati alla stessa persona. Sulla quale adesso si concentrano le attenzione degli investigatori. Il responsabile rischia da 4 mesi a 2 anni di reclusione. Ma è sempre troppo poco.