La chiusura al sabato dell’Istituto Comprensivo di Medesanoper mancanza di insegnanti (leggi) fa andare su tutte le furie la Gilda insegnanti, il sindacato autonomo di categoria, secondo cui si tratta di “un fatto mai visto dal dopoguerra in una scuola parmense e forse un caso unico in Italia”.
Il sindacato, con una nota, si scaglia contro i “farraginosi ed opachi meccanismi di reclutamento ed assegnazione dei docenti imposto dalla cosiddetta legge “Buona Scuola”, un disposto dal nome assai truffaldino che in realtà ha gettato nel caos la scuola italiana ed ovviamente quella parmense, ancor oggi molte scuole sono costrette ad avere un orario provvisorio e sono molti gli insegnanti che non hanno una sede definita e molti i contenziosi generati da norme assai controverse, che stanno creando incertezze e smarrimento tra docenti e studenti”.
Non è la prima volta, ma anche in questo caso il sindacato guidato a Parma e Piacenza da Salvatore Pizzo – che persino alle amministrative aveva invitato i cittadini a non votare Pd – si scaglia contro il governo del premier Matteo Renzi: “La maggioranza di governo, ovvero il Pd, ha voluto che tutto fosse governato da un misterioso algoritmo e di fronte alle tante stranezze la Gilda degli Insegnanti ha effettuato un accesso agli atti presso il Ministero dell’Istruzione, tutto ci hanno dato tranne che il codice sorgente che ci serviva per controllare la regolarità e la trasparenza delle operazioni, una faccenda di cui adesso si occuperà la magistratura”.
“E’ incredibile che di fronte a fatti simili, il primo giorno di scuola qualche dirigente scolastico parmense, mediaticamente molto presente, si preoccupava di rassicurare famiglie e studenti che tutto procedesse per il meglio – tuona Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda di Parma e Piacenza – certi collaborazionisti, ossequiosi della politica, vogliono sostenere ad ogni costo che tutto va bene sono peggiori della stessa politica verso la quale forse vogliono farsi belli. Per noi è facile dire l’avevamo detto, ma è un’amara soddisfazione”.