“Sicurezza, bellezza, immigrazione, terrorismo”. Quattro pilastri apparentemente non tutti ben collegati tra loro, che formano il titolo del convegno organizzato per lunedì 26 settembre, alle 18, dal comitato “Parma non ha paura” in collaborazione con “Parma chi”. L’appuntamento con ospiti d’eccezione è al Workout Pasubio (Wopa). Dopo l’introduzione dell’avvocato Andrea Bertora, coordinatore di “Parma chi”, sarà infatti la volta di due personaggi di caratura internazionale come Andrea Di Nicola – docente alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Trento e fondatore di eCrime – e Stefano Dambruoso, il magistrato che a Milano ha lottato contro Al Qaida, investito del titolo di “eroe europeo” dalla rivista Time, attualmente deputato e questore della Camera. Saranno loro a sviscerare i temi di stretta attualità inseriti nel titolo del convegno che sarà moderato dal giornalista e scrittore Luigi Alfieri.
Parma è al 96esimo posto nella classifica del Sole 24 ore sulla sicurezza nelle città italiane, dietro Cosenza, Caserta e Agrigento. Dilagano i furti nelle abitazioni, lo spaccio da parte dei “cavallini”, che hanno preso possesso di interi quartieri della città, le truffe agli anziani. Le forze dell’ordine fronteggiano con difficoltà la situazione, il sindaco attribuisce le colpe al governo centrale denunciando una scarsa presenza di forze di polizia. Uno degli scopi del convegno è rispondere alla domanda: si può lottare contro la (apparente) microcriminalità in modo efficace indipendentemente dall’intervento “militare” delle forze dell’ordine?
Andrea Di Nicola risponde “sì, si può”, facendo leva sulla bellezza, sul decoro urbano, eliminando le situazioni di degrado. Tenendo la città pulita, i parchi in ordine, i quartieri illuminati, il verde curato, mettendo fiori in giro per le strade, raccogliendo i rifiuti in modo razionale, spacciando cultura. Sembra una boutade, una soluzione poetica (mettete dei fiori nei vostri cannoni), invece uno dei più grandi esperti europei di sicurezza urbana ci spiegherà sulla base di studi universitari, dati e statistiche che la scienza testimonia come la bellezza contribuisca a risolvere (ovvio non senza l’intervento di altri fattori) un problema così incombente. Spiegherà anche che esiste la polizia predittiva, uno strumento che, inseriti i dati in un computer, permette di sapere dove e quando colpiranno i ladri nel tempo e nello spazio. Spiegherà come il decoro possa fare rinascere una città in crisi.
A Parma capoluogo ci sono poco meno di 30mila stranieri regolari, un numero sconosciuto di clandestini e centinaia (più che in qualsiasi altra città della regione in proporzione agli abitanti) di “profughi”. In dieci anni il numero degli extracomunitari è raddoppiato eppure, da sempre, nessuna amministrazione comunale ha mai varato un piano sull’accoglienza. Uno strumento che regoli gli aspetti pratici e teorici legati all’afflusso dei nuovi cittadini: dalle politiche abitative (così le presenza sono concentrate in pochi quartieri), alle relazioni tra culture. Non esiste una linea condivisa sull’opportunità di costruire luoghi di culto per le nuove religioni e sul come e dove farlo. Non esistono valutazioni serie degli enti pubblici sull’impatto degli stranieri sul sistema sociale e sulla scuola. Non esiste uno studio che affronti il tema della sostenibilità del flusso migratorio da parte della città che spieghi se esiste o meno un tetto massimo di presenze. Non esistono progetti interculturali. Di questo parlerà Stafano Dambruoso e noi approfitteremo della sua presenza e della sua esperienza per conoscere lo stato del terrorismo internazionale. Se quello del terrore è un problema che riguarda solo le metropoli o anche le città medio-piccole. Nel caso, per sapere come si argina. L’ingresso è libero e gratuito e agli intervenuti verrà data in omaggio un copia del libro “Parma non ha paura”.
“Dopo aver ascoltato, nei due convegni che abbiamo precedentemente organizzato, le attese, i timori e le preoccupazioni dei cittadini e delle associazioni (confermate, purtroppo, dalla cronaca quotidiana sia raccontata dai media che percepita), riteniamo che le minacce della criminalità e del terrorismo siano tra quelle più rilevanti, sentite, irrisolte e, per certi versi, pericolose, ancor più se “abbandonate” ad un dibattito superficiale – sottolinea il coordinatore di Parma chi, Andrea Bertora -. Infatti, così come altrove, i problemi legati all’insicurezza e le conseguenti inevitabili paure cambiano la vita quotidiana e le abitudini delle persone e sono “sulla bocca di tutti” ma non vengono solitamente affrontati in maniera lucida, razionale ed analitica. Piuttosto prevale un approccio emotivo e semplificato prestando così “il fianco” a chi vuole approfittare di tali pulsioni per proiettarle su istanze demagogiche o populiste che, per loro natura, sono inadatte a produrre soluzioni attuabili ed efficaci. Invece i problemi collegati alla sicurezza indiscutibilmente esistono – continua Bertora – e spesso sono connessi alle dinamiche incontrollate dell’immigrazione clandestina, anche a spese degli stranieri “per bene”. Essi incidono in maniera rilevante sulla vita delle persone, specialmente le più deboli, e sulle aspirazioni di crescita, anche economica, della Comunità”.
Il convegno quindi mira ad analizzare, spiega ancora Bertora, “senza ipocrisie di sorta ed al di là di approcci ideologici, con esperti riconosciuti in materia come il professor Di Nicola (sicurezza urbana) e l’onorevole D’Ambruoso (antiterrorismo), con oggettività e rigore scientifico per identificare i veri allarmi ed ipotizzare possibili soluzioni di breve, medio e lungo periodo che esistono e sono attuabili, anche facendo riferimento alle best pratice di altri territori. Per questo, invitiamo i cittadini a partecipare alla discussione portando esperienze personali e contributi, nonché a proseguire il dibattito su questi problemi anche in seguito, approfittando delle suggestioni “tecniche” e pratiche fornite dagli esperti, per produrre proposte credibili per migliorare la situazione e restituirci una città bella, pulita, fruibile e sicura”.
Il comitato “Parma non ha paura”, fondato da Luigi Alfieri e Antonio Boraschi, è nato il 9 febbraio 2016, con lo scopo di incanalare il disagio dei cittadini per il dilagare della microcriminalità in città verso una forma di protesta civile ed educata; di sensibilizzare le autorità di pubblica sicurezza, tra cui il sindaco e spingerle al massimo impegno; combattere il degrado cittadino, occuparsi dei problemi dell’immigrazione e delle nuove povertà. Nonostante la giovane età, sono già tante le iniziative promosse dal comitato che il 12 maggio scorso è giunto anche all’attenzione della Camera dei deputati, promotrice del convegno “Urban security, il caso Parma”.