“Figlioli, stasera sono già scesa in mezzo a voi e vi dico che ognuno di voi ha vicino il Signore, è dentro di voi, per questo vi ho detto che scendevo nel campo per liberarvi, vi dico state attenti figlioli, la liberazione è importante, però Io non voglio liberarvi e poi domani voi ancora riuscite ad intrappolarvi”.
I messaggi della Madonna della Notte, che il veggente Celeste Orbetelli incontra ogni giovedì sera alle 19.40 (20.40 durante l’ora legale) in un terreno di San Bonico, a Piacenza, diventato ormai da anni una sorta di “Medjugorie emiliana”, risuonano forte anche a Parma e tanti sono i parmigiani che – per fede o curiosità – arrivano all’appuntamento su quel terreno di proprietà della famiglia Lodigiani. E gli ultimi sono tutti incentrati sulla “liberazione” dai demoni che affliggono molti.
Quello di questa settimana sarà l’incontro numero 637: tutto è iniziato l’8 luglio del 2004, mentre dall’11 settembre 2008 la Vergine si è presentata come Madonna della Notte. Nell’ultimo messaggio – giovedì 22 settembre – la Madonna ha chiesto di pregare per la Chiesa perché “non si perda figlioli” e per coloro che fanno del male.
Una vicenda straordinaria per una famiglia assolutamente normale – Celeste Orbetelli è un ambulante che vende fiori nei mercati settimanali e non ha particolari titoli di studio – piovuta dal cielo subito dopo lo smarrimento seguito alla tragedia che l’ha colpita: la morte atroce della figlia Silvia.
Ma già nove anni prima, c’era stata una profezia in merito alle apparizioni di San Bonico. Paola Patelli, piacentina, una delle primissime figlie spirituali di Padre Pio, che aveva vissuto a lungo a San Giovanni Rotondo, il giorno prima della sua morte, l’11 ottobre 1995, aveva predetto a Celestino Visconti, di Parma: “Oggi ti lascio, ma tu devi dire che entro 15 anni, nell’angolo del campo, la Madonna apparirà ad un signore. Sarà una cosa molto grande e ci sarà per sempre. Dillo, a me l’ha detto Padre Pio”.
E sempre la Madonna avrebbe indicato quel campo di San Bonico per l’incontro di ogni giovedì. La visione è di domenica 11 luglio 2004 verso le 6.30 del mattino: Celeste Orbetelli, mentre percorreva la strada da Mucinasso a San Bonico per andare al mercato di Ponte dell’Olio, vide una nube di nebbia formarsi davanti a lui nella strada e più lui con il suo furgone si avvicinava alla nebbia, più questa si allontanava. Arrivati all’altezza del campo di San Bonico – secondo quanto rivelato dal veggente – la nube si fermò, si riempì di tanti colori e si trasformò in una palla di luce all’interno della quale si formò l’immagine della Madonna che gli disse: “Questo è il campo dove tu verrai a pregare tutti i giovedì sera. Non mancare mai”.
Durante queste apparizioni, inoltre, il veggente avrebbe visto più volte San Michele Arcangelo, Padre Pio ed altri santi, ma in un paio di occasioni anche lo stesso Gesù. La famiglia, dopo il grave lutto che l’ha colpita, si era recata anche a San Giovanni Rotondo, dove casualmente è riuscita a parlare con fra Modestino, quello che più di ogni altro è rimasto vicino a Padre Pio per aiutarlo nelle faccende di ogni giorno. Un incontro che ha lasciato il segno, perché proprio da lì sarebbero arrivate importanti predizioni e anche spiegazioni su quanto sarebbe successo loro a San Bonico. Compresa la nascita di un’altra bambina molto simile alla loro Silvia che troppo presto era volata in paradiso.
Messaggi spesso forti quelli che Celeste rivela da quel primo giovedì del luglio 2004 dopo la visione della Vergine, ma anche un paio di fatti straordinari che, paradossalmente, hanno segnato l’inizio dei problemi con la Chiesa. In due occasioni, infatti, nelle mani del veggente è apparsa un’ostia consacrata. Non a caso, però, secondo quanto rivelato da Celeste Orbetelli: sarebbero servite per dare la comunione a qualcuno dei presenti che stava vivendo una particolare situazione personale. La prima ostia, il 27 dicembre 2012, era destinata addirittura a un sacerdote lì presente che, secondo quanto avrebbe detto la Madonna, aveva avuto “una profonda conversione”. La seconda ostia si è invece materializzata il 27 agosto 2015.
Proprio la comparsa della prima ostia aveva però indotto il vescovo di Piacenza, monsignor Gianni Ambrosio, e subito dopo anche quello di Parma, Enrico Solmi, a sconsigliare (non un vero e proprio divieto) i fedeli dal partecipare a quelle serate a San Bonico. Già nel 2009 il vescovo Ambrosio, che ha sempre seguito la vicenda con molta attenzione, aveva affidato ad una commissione il compito di raccogliere elementi utili per un’adeguata valutazione sulle presunte apparizioni della Madonna a San Bonico. Nel 2013, però, proprio poco dopo la comparsa dell’ostia, gli esperti che mai avrebbero ascoltato il veggente, hanno concluso in senso negativo, sostenendo che i messaggi, per il linguaggio utilizzato, potevano far correre “il rischio di compromettere la dottrina cristiana”.
Ma l’invito dei vescovi è caduto quasi nel nulla. Ogni giovedì – anche sotto la neve – sono sempre almeno un migliaio i fedeli che arrivano a San Bonico per recitare il Rosario, per pregare insieme, tutti in attesa dell’arrivo della Vergine e del suo messaggio.
Dal parmense arriva anche Andrea Magnani, ex vigile del fuoco oggi titolare di un prosciuttificio a Langhirano, un uomo dalla profonda religiosità che ha vissuto anche in famiglia una particolare situazione che ha fatto gridare al prodigio nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Maggiore (ben prima però dell’arrivo della Madonna della Notte).
“Ormai siamo diventati una famiglia con Celeste che per me è più di un fratello – rivela Magnani – ed è bello ritrovarsi tutti insieme a pregare a San Bonico. Dicono che potrebbe non essere vero quello che accade, ma io mi pongo alcune domande. Perché un uomo che non ha una particolare cultura, che non ha mai voluto che girassero soldi e che non ha mai cercato fama sui giornali avrebbe deciso di andare avanti per tutti questi anni? Ma mi chiedo anche perché viene condannato da molti che non l’hanno neppure incontrato o sentito?”.
Domande legittime che forse si pongono in tanti. Oltre che da Parma, infatti, i fedeli arrivano anche da Cremona, Bergamo e persino da Cuneo. Ma i viaggi organizzati sono pochi, così che risulta difficile conoscere la provenienza di quanti, autonomamente, vogliono prendere parte al giovedì della Madonna della Notte.
Non solo giovedì, però. Quelli di San Bonico si incontrano anche una volta al mese per pregare e per partecipare tutti insieme alla Messa. A settembre l’appuntamento è per le 16.30 al campo delle apparizioni, e alle 18.30 nella chiesa di Santa Franca Vergine Piacentina, in piazza Paolo VI a Piacenza, per prendere parte alla Messa.