“Il Comune di Parma ha fatto aumentare i compensi degli amministratori di una sua partecipata in pesante crisi finanziaria, il Centro Agroalimentare e Logistico Srl, e lo ha fatto utilizzando all’incirca la stessa somma che ha risparmiato licenziando un dipendente per ragioni esclusivamente di riduzione dei costi aziendali. E la Regione Emilia Romagna targata Pd cosa fa? Approva senza colpo ferire. Quando si tratta di Parma, ormai, Pizzarotti e Bonaccini, i 5 stelle e il PD vanno d’amore e d’accordo”.
Così il vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ed esponente della Lega Nord, Fabio Rainieri, ha annunciato l’invio di una nuova interrogazione al governo regionale, in merito all’aumento dei compensi per gli amministratori del CAL Parma deliberato a maggioranza nei mesi scorsi dai soci tra i quali si annoverano il Comune di Parma con il 53% e la Regione Emilia Romagna con l’11,08 %.
Rainieri ha sottolineato che il CAL Parma è un’azienda in crisi per la quale il Tribunale ha omologato definitivamente un piano di ristrutturazione del debito appena il 7 aprile 2016. Ha inoltre osservato che il 29 giugno 2016 l’Assemblea dei soci ha deliberato a maggioranza e con il voto favorevole di Comune di Parma e Regione Emilia-Romagna, l’aumento dei compensi annui da 25.000 a 55.000 euro dopo che gli stessi amministratori avevano ricevuto un premio ulteriore di 20.000 euro dopo l’omologa del Tribunale. Prima però dell’omologa, il CdA in data 22 marzo 2016, ha deliberato di procedere a ridurre il personale di un’unità, in considerazione della riduzione delle attività e del Piano di ristrutturazione del debito.
Rainieri ha chiesto conferma alla Giunta regionale se nello stesso Piano di ristrutturazione non sarebbe prevista la necessità della riduzione del personale, ma ha anche considerato che l’aumento di 30.000 euro dei compensi deliberato per gli amministratori corrisponderebbe all’incirca al costo annuo di un dipendente impiegato amministrativo di secondo livello, come quello appunto licenziato. Alla Giunta regionale l’esponente leghista ha quindi chiesto: “se ritiene perfettamente legittimo che l’aumento dei compensi agli amministratori sia stato deliberato mentre è in atto una procedura concorsuale per la stessa società, se comunque ritiene opportuno che gli amministratori di una società a controllo pubblico in crisi abbiano un consistente aumento dei loro compensi tenuto anche conto che hanno ricevuto un ulteriore premio rispetto alla quantificazione dei compensi precedenti; come valuta il licenziamento di un dipendente prima dell’omologazione del Piano di ristrutturazione del debito e che i risparmi sul costo del lavoro siano, per lo meno in parte, reimpiegati per aumentare il compenso agli amministratori”.