Invecchiamento mentale, una settimana di controlli gratuiti anche a Parma

Invecchiamento mentale, una settimana di controlli gratuiti anche a Parma

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Impegnare il cervello aiuta a rimanere giovani. Lo dice la scienza, ma in troppi ancora si ammalano e muoiono a causa di malattie degenerative. Assomensana, quindi, invita tutti alla nona edizione della “Settimana nazionale di Prevenzione dell’Invecchiamento Mentale”, che si svolgerà in tutta Italia dal 19 al 24 settembre con l’alto patrocinio del Ministero della Salute. L’Associazione metterà a disposizione degli iscritti più di 350 specialisti psicologi, neurologi e geriatri che offriranno una valutazione gratuita per rilevare le condizioni cognitive di ogni persona e daranno utili consigli per ostacolare il decadimento mentale.

«Un check-up mentale è indicato a partire dai 55 anni – spiega il presidente di Assomensana, Giuseppe Alfredo Iannoccari, neuropsicologo, docente a contratto all’Università Statale di Milano – e ci tengo a dire che non si tratta di andare a cercare una malattia degenerativa, non si avrà una diagnosi. Si tratta di misurare scientificamente in quale ambiti si è più forti e in quali più deboli. Un modo per combattere il decadimento mentale con nuove capacità cognitive. Bisogna cercare uno specialista nell’elenco presente sul sito dell’associazione www.assomensana.it e prendere un appuntamento. Lo specialista effettuerà gratuitamente il check-up attraverso degli esercizi cognitivi che valutano il livello di efficienza delle 10 principali funzioni cognitive e, alla fine grazie ad computer, potrà elaborare un grafico e spiegare all’utente qual è la situazione e dove lavorare per migliorare, rafforzare, sostenere. Dura circa un’ora e alla fine si avranno anche molti consigli pratici».

Il check-up gratuito si può prenotare dal 19 al 24 settembre direttamente presso uno degli esperti aderenti. Per quanto riguarda Parma e provincia, sono disponibili i dottori Lorenza Beltrami (presso Poliambulatorio Fitness Center, via Galilei 9 – telefono 0521 284935), Daniele Pellegrino (presso Identitas, via Enrico Scarabelli Zunti, 15 – telefono 0521 256122) e Teresa Serra (Studio in via Alighieri 3 – telefono 0521 285897).

Anche Facebook e Twitter possono aiutare – invece delle solite parole crociate e della tv – a tenere ben attiva la mente. Cimentarsi in nuove imprese e imparare a fare cose che si pensavano impossibili da realizzare è il primo passo per tenere la mente in allenamento. In Emilia Romagna, lo dice l’Istat, solo il 17 per cento degli over 65 utilizza internet. Non solo: nel 2013, ultimo dato Istat disponibile, l’Alzheimer in Emilia Romagna ha causato 584 decessi dei quali 30 a Piacenza, 50 a Parma, 57 a Reggio Emilia, 130 a Modena, 102 a Bologna, 73 a Ferrara, 61 a Ravenna, 54 a Forlì-Cesena e 27 a Rimini.

«Il primo errore – spiega Iannoccari – è credere che nulla si possa fare per fronteggiare l’invecchiamento cognitivo. Il cervello è un organo plastico, ovviamente subisce le lusinghe del tempo che passa, ma è in continua evoluzione. A partire dai 28/30 anni, dopo il picco dell’efficienza mentale che si ha verso i 25 anni, si iniziano a perdere neuroni, circa centomila ogni giorno. Questo significa che a 50 anni quasi un quarto del nostro potenziale è rimasto dietro di noi. Ma guardiamo al potenziale che ancora abbiamo e che può essere un patrimonio da investire per ‘vivere di rendita’ con il passare degli anni».

«Ci sono tante regole, tanti consigli, moltissime strategie. Questi 6 semplici esercizi – spiega Giuseppe Alfredo Iannoccari – creano nuove connessioni a livello dei neuroni, riempiono la memoria, tengono in allenamento le capacità cognitive, insegnano al cervello cose nuove che riempiono gli spazi lasciati dai neuroni persi. Le lesioni dell’Alzheimer o la demenza senile non siamo in grado ancora di farle regredire ma possiamo fare in modo che i sintomi della malattia siano tenuti a bada».

Ecco i consigli: primo, diventare social imparando a usare internet; secondo, andare a caccia di parole, scrivendo per due giorni su un quaderno tutte le parole che iniziano con la A, il giorno dopo con la B e così via; terzo, il gioco del 3, ovvero apprendere una notizia positiva e piacevole e ripeterla a 3 persone differenti, in modo che la prima volta la racconteremo in modo più confuso, la seconda volta saremo più precisi, la terza l’avremo memorizzata; quarto, scacchi e dintorni, ovvero carte, sudoku ed enigmistica in genere; quinto, sovvertire le regole, cioè fare un po’ con la sinistra ciò che abitualmente facciamo con la destra, cambiare itinerario dei nostri abituali percorsi, in modo che il cervello sarà costretto a lavorare per apprendere nuove abitudini; sesto, buonanotte, cioè ripensare alla giornata trascorsa una volta a letto per la notte per ripassare le cose fatte, le persone viste, anche nel dettaglio.

«Tutti perdiamo colpi soprattutto se siamo stanchi o stressati. Una dimenticanza o una distrazione possono succedere. E dobbiamo farci una risata sopra o magari capire che è arrivato il momento di staccare un po’ la spina. Al contrario ci dobbiamo preoccupare quando questo avviene con una certa frequenza», spiega ancora Iannoccari, che sottolinea pure che «non c’è un’età a rischio. Noi crediamo che la demenza o l’Alzheimer siano malattie ‘da vecchi’ solo perché il picco massimo dei sintomi si ha tra gli 80 e i 90 anni. In realtà i primi segnali possono affacciarsi anche a 50 anni. Basti pensare che quando arrivano dopo i 60 anni si parla di ‘esordio tardivo’».

Utile ad allenare la mente è anche la pratica sportiva, come fare jogging regolarmente, mentre a tavola non c’è nulla di meglio della Dieta Mediterranea.

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