Artista di primo piano nel panorama artistico latinoamericano, il pittore e scultore messicano Sergio Hernández sarà il protagonista della mostra d’autunno al Labirinto della Masone di Fontanellato. L’esposizione del 59enne artista messicano – nato a Oaxaca, la città dei Mixtechi e di Rufino Tamayo – verrà inaugurata venerdì 16 settembre alle 18.30.
La sua multiforme produzione s’ispira tanto alla natura (insetti, piante…) e alla tradizione indigena messicana quanto all’arte europea (di recente, per esempio, ha realizzato una serie di variazioni sull’anatomia scorticata del Cristo di Grünewald a Colmar). Figlio della sua terra, interpreta il sentimento tipicamente messicano di una paradossale Apocalisse come origine, immergendo un mondo di presenze brulicanti in un bagno di pigmenti tossici: l’ardente cinabro caro agli alchimisti, l’azzurro cobalto, la biacca o bianco di piombo…
La tensione fra tradizione e innovazione gli ha consentito di forgiare uno stile inconfondibile. Nel Labirinto della Masone, il pubblico potrà ripercorrere alcune delle piste battute da Hernández negli ultimi anni, piste che, se per un verso convergono verso il Messico, per l’altro s’irradiano verso i quattro punti cardinali. La ricerca artistica di Hernández ha molto di labirintico: avanza, si trattiene, svolta, torna sui propri passi, cambia direzione, avanza di nuovo… Si capisce, allora, perché Franco Maria Ricci abbia invitato Sergio Hernández a esporre nel Labirinto della Masone.
Aperta fino a metà novembre, la Mostra si inserisce nel solco delle precedenti esposizioni al Labirinto: di dimensioni contenute ma intese come suggerimenti o rivelazioni di cose poco note o sconosciute.
Giorgio Antei, curatore della mostra insieme a Laura Casalis, definisce Sergio Hernández “un artista maturo dotato dell’immaginazione di un ragazzo, che dipinge come per divertimento, talvolta reinventando magicamente la tavola periodica, talaltra scatenando cruente battaglie con soldatini di piombo, talaltra ancora portando a termine improbabili pellegrinaggi in Alsazia. Sembra dipingere per divertirsi, ma lo fa sempre con passione, la passione di un giovane ben fornito di malizia indigena”.