Coldiretti contro Borsa merci: sottopagato mais italiano di qualità

Coldiretti contro Borsa merci: sottopagato mais italiano di qualità

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 Il rinnovamento epocale annunciato dalla Borsa Merci di Bologna c’è stato solo in parte. Lo denuncia Coldiretti Emilia Romagna ricordando che dal primo giugno la Borsa Merci bolognese avrebbe dovuto basare i suoi listini sulla qualità dei prodotti. In pratica spiega Coldiretti il mais nazionale esente da aflatossine avrebbe avuto una propria quotazione riconoscendo ai produttori un prezzo adeguato alla qualità, con una maggiore retribuzione per i produttori italiani che producono mais con migliori caratteristiche rispetto a quello importato, in termini di contenuto di fibre e qualità organolettiche. A tre mesi dall’annuncio, con la prima borsa merci dopo le ferie che si è svolta questa settimana, non c’è traccia della quotazione del mais italiano di qualità.

“In questo modo – afferma il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – ai produttori italiani di mais di qualità viene riconosciuto un prezzo inferiore di 21 euro a tonnellata rispetto al prezzo dovuto (192 euro/tonnellata per il mais di qualità contro i 171 del mais indistinto) che si traducono in migliaia di euro di mancati introiti per ogni azienda. Poiché la Borsa Merci di Bologna e un punto di riferimento per i mercati di tutta Italia, la mancata applicazione del pagamento della qualità – spiega Tonello – si trasforma in una perdita di reddito per migliaia di aziende in quanto la stragrande maggioranza dei produttori italiani produce mais esente da aflatossine. In più si crea una situazione di poca trasparenza anche per i consumatori – prosegue il presidente regionale di Coldiretti – in quanto il mais è uno degli ingredienti base per l’alimentazione degli animali negli allevamenti per la produzione di carne e latte: è fondamentale che l’Italia a partire dalle borse merci importanti come quella di Bologna possa difendere il proprio patrimonio di produzioni agricole in una situazione in cui già adesso circa la metà dei prodotti alimentari per gli allevamenti italiani sono importati, a cominciare proprio dal mais”.

In questi giorni in cui tanti si sono mossi per esprimersi contro la costituzione delle commissioni uniche nazionali dei prezzi – afferma Tonello – risulta per lo meno anomala la mancata applicazione del pagamento della qualità.

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