Mercato chiuso e nessun altro colpo a segno per dare peso e consistenza al centrocampo del Parma Calcio 1913. Tanti i nomi circolati – da Verna del Pisa a Sbaffo dell’Avellino e non solo – e gli incontri effettuati dal direttore dell’area tecnica Lorenzo Minotti e dal direttore sportivo Andrea Galassi. Ma di volti nuovi a Collecchio, per ora, non se ne vedranno.
Poco male, però, secondo lo stesso Minotti, che oggi ha fatto il punto sul mercato del Parma, dicendosi soddisfatto del lavoro svolto.
“Crediamo di aver fatto un buon lavoro e di aver costruito una squadra competitiva, siamo soddisfatti – ha detto Minotti -. E’ chiaro che, nelle dinamiche del mercato ci può essere sempre qualche miglioramento e qualche chance di cambiamento. Tenendo, soprattutto, conto che in sessioni di mercato finali, come quella di ieri, possono nascere opportunità nuove, ma solo se la squadra può essere migliorata. Ieri abbiamo affrontato diverse situazioni, ma facendo una valutazione globale tra aspetto tecnico, economico e di riempimento dell’organico, abbiamo ritenuto non ci fossero opportunità che ci potessero migliorare. Abbiamo preferito non fare operazioni tanto per riempire una casella, visto che siamo sedici over. E’ un’opportunità che possiamo sfruttare in un secondo momento e tenendo conto di eventuali emergenze. Ricordando che il regolamento di consente di acquisire soltanto, in caso di necessità, un portiere, mentre per le altre implementazioni ci sarà da attendere la finestra di mercato di gennaio. Le opportunità di ieri o per qualità-prezzo o per valutazioni tecniche non sono andate a buon fine. La situazione di Modic, che mesi fa avevamo seguito, è nata sul momento – continua Minotti -. E’ un giocatore che ha caratteristiche importanti, ma che, essendo un classe 1996, è da costruire. Poteva darci qualità e crescendo poteva diventare un gran bel play. La scorsa estate non c’erano, secondo noi, le condizioni par chiudere dal punto di vista economico. Ieri c’erano. Abbiamo trovato subito l’accordo fra tutte le parti. Purtroppo, quando si è trattato di formalizzare tutto, è sorto un problema insormontabile per un incentivo all’esodo con il Brescia considerevole che gli copre gran parte dello stipendio. Questo incentivo è stato fatto dal Milan in maniera che valesse solo per il Brescia. In quel momento, quindi, non poteva aver valore quella carta trasferendolo a un’altra squadra. L’unica soluzione era che il Brescia restituisse il giocatore al Milan e noi lo prendessimo in prestito, ma tecnicamente è un’operazione che non si può fare nella stessa sessione di mercato. Con grande rammarico di tutti”.
Mercato chiuso, dunque, ma solo per il momento. Sono tanti i giocatori rimasti senza una maglia, svincolati dalle rispettive società e magari vogliosi di rimettersi in gioco per riconquistare mercato. Tra gli svincolati eccellenti – fra l’altro – c’è anche un ex gialloblu come Belfodil.
“Sul mercato degli svincolati, ora, saremo vigili – rassicura Lorenzo Minotti -. Se ci capita una situazione che può migliorarci, dando un’arma diversa al nostro allenatore per dare una connotazione molto marcata alla squadra la coglieremo. E’ chiaro che dovremo rispettare vari parametri: economico, tecnico e qualitativo. Se dobbiamo prendere un giocatore solo per riempire una casella non ha senso. Non vi nascondo che ci stanno subissando di telefonate, richieste e proposte, anche da parte di giocatori importanti che verrebbero in prova. Sono scelte che faremo con un po’ più di calma, a mente fredda, tirando anche un po’ le somme del comportamento della squadra in campionato, senza esprimere giudizi affrettati e superficiali. Stiamo costruendo una squadra nuova e un progetto nuovo. Non si può avere tutto e subito. Dobbiamo, tutto l’ambiente (squadra, società, tifosi e media) prendere in considerazione che non siamo più nei dilettanti, che giochiamo in un campionato molto più competitivo, dove i valori si sono alzati. Siamo in una categoria di professionisti. Ci vuole un po’ di pazienza, perché il nostro obiettivo non è far bene il primo mese, ma vincere il campionato. Dobbiamo lavorare e costruire in prospettiva. Abbiamo anche cambiato il nostro vestito tattico, per cui gli equilibri da trovare hanno bisogno di un po’ di tempo – spiega ancora il direttore dell’area tecnica, cercando di fugare i dubbi emersi dopo la prestazione di Modena -. Poi, bisogna capire come mescolare tutti gli ingredienti, come mettere insieme tutti i giocatori per farli esprimere al meglio. E’ un lavoro certosino, dettagliato, quotidiano. E’ indubbio che le prime prestazioni non sono stati brillanti. Siamo consapevoli che dobbiamo migliorare ancora tanto. Nella logica del momento, però, credo che non siamo così sfasati come qualcuno ci dipinge. Nelle prove pur opache di questo inizio stagione, ci sono anche aspetti positivi da saper cogliere. Longobardi è uno di quei giocatori da cui ti separi non in maniera semplice, con tanto dispiacere. E’ uno di quei ragazzi che l’anno scorso ci ha trasmesso una forza, un entusiasmo e una dedizione fuori dal normale. Come Lauria, Cacioli e Musetti. Tutti ragazzi che sono stati straordinari nella disponibilità e nell’atteggiamento. Il Longo in particolare, per le vicissitudini del suo grave infortunio. Per questo motivo gli abbiamo dato la possibilità, quest’estate, di recuperare completamente e di prepararsi in un contesto organizzato come il nostro. Avevamo anche accarezzato l’idea di poterlo tenere. E’ ovvio, però, che le considerazioni, poi, vanno fatte tenendo conto di tanti aspetti. Tirando le somme, in sostanza, non possiamo avere sei attaccanti più Baraye. E’ logico avere qualche elemento in più in altri reparti. Abbiamo dovuto fare una scelta condivisa con lui. Non vi nascondo che con Guazzo abbiamo parlato di una possibilità di cessione. Lui, però, si sta allenando benissimo ed è un giocatore che in questa categoria può fare bene. Nel cercare il nostro obiettivo di centrocampo non volevamo sballare dal punto di vista economico e volevamo prendere un giocatore che potesse spostare gli equilibri, un elemento di qualità, che non abbiamo in rosa. Se avessimo trovato un regista, una mezzala forte o un giocatore di Serie B con impatto fisico l’avremmo preso – sottolinea Minotti -. La porta del mercato si è chiusa ieri sera alle 23, ma è ancora molto aperta. Anzi, io credo che in questi giorni ci sia ancora qualche opportunità. Ora possiamo lavorare solo sul campo e convincere i giocatori che sono veramente forti. A parole tutti vogliono venire a Parma ma poi al momento di parlare chiedono cifre spropositate. Ci è capitato anche ieri con un giocatore di Serie B. Per vincere i campionati ci vuole esperienza, ci vogliono giocatori che conoscono la categoria e che hanno già vissuto una situazione simile. Va fatto un giusto mix, perché ci vogliono anche freschezza e spensieratezza di ragazzi più giovani. Veniamo da un precampionato carico di lavoro. In questo frangente dobbiamo sfruttare quei giocatori che hanno qualcosa in più dal punto di vista fisico e mentale. L’esperienza alla lunga verrà fuori”.