Che giudizio esprime la Giunta regionale sul management di Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa, anche in relazioni ai risultati negativi finora conseguiti, che hanno arrecato danni ai dipendenti e ai fornitori e al brand ‘Salso’?
E’ quanto chiede Tommaso Foti (Fdi-An) in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, dove ricorda che la società in questione, “a partecipazione pubblica totalitaria, di cui il 23.42% della Regione Emilia-Romagna, è stata ammessa al concordato preventivo con decreto del Giudice delegato del Tribunale di Parma in data 22 febbraio 2016. Nello specifico- sottolinea – si tratta di un concordato liquidatorio con cessio bonorum, cosa che implica che, una volta omologato il concordato, gli organi della procedura intraprenderanno la vendita con procedure competitive, quindi di evidenza pubblica, giuste le norme della vigente legge fallimentare”.
Foti evidenzia anche che “il 28 maggio 2015 Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa sottoscrisse un contratto di affitto che aveva come oggetto i rami d’azienda dell’Hotel Valentini e del Grand Hotel Porro, alberghi classificati a quattro stelle. La società affittuaria venne individuata in Accentour Ltd, con sede a Londra, e la durata del contratto fu fissata in quarantotto mesi, eventualmente rinnovabili per un periodo uguale, previo accordo da sottoscrivere tra le parti entro sei mesi dalla scadenza”.
“Il canone d’affitto – aggiunge – venne pattuito per l’Hotel Valentini in 60.000 euro annui e per il Grand Hotel Porro in 30.000 euro annui, importi al netto dell’Iva di legge se dovuta, mentre lo stesso canone, a decorrere terzo anno di validità del contratto, avrebbe dovuto essere rivalutato annualmente in base all’indice Istat”.
“La rescissione del contratto d’affitto d’azienda – scrive ancora Foti – ha comportato la chiusura delle strutture alberghiere e la conseguente compromissione dell’attività nel momento più significativo della stagione termale. Inoltre, in seguito al mancato rispetto dei termini di pagamento da parte di Accentour, si sono registrate le condivisibili proteste del personale di servizio e dei fornitori”.
Il consigliere chiede quindi se la società abbia raccolto di recente la manifestazione d’interesse di un soggetto disposto ad affittare il ramo d’azienda degli alberghi e se si appresti a comunicarla agli organi della procedura, per gli ulteriori seguiti.
Foti vuole inoltre sapere se la Giunta, vista la partecipazione azionaria detenuta dalla Regione, intenda segnalare agli organi della società che, per ogni ricerca di manifestazione d’interesse riguardante l’affitto di rami d’azienda, deve essere seguita una procedura a evidenza pubblica per “spuntare canoni adeguati e remunerativi”, evitando quindi che “l’inadeguatezza dei canoni si riverberi negativamente, in caso di alienazione, anche sul valore di stima degli immobili”.
Il consigliere invita infine l’esecutivo regionale a chiedere che l’eventuale affittuario di questo ramo d’azienda presti “adeguata e onerosa garanzia fideiussoria”.