L’Agenzia del Demanio mette all’asta un pezzo di storia di Parma. Si tratta di una parte del secentesco Palazzo di Riserva, in strada Cavour, all’angolo con via Melloni, in precedenza occupato dalla Fatam, fallita nel 2015. Si parte da una base d’asta di 1.565.000 euro per 460 metri quadrati di superficie destinata al commercio. Per partecipare è necessario depositare, insieme all’offerta, una cauzione pari al 10%. Le offerte dovranno essere presentate entro le 16 del prossimo 14 settembre.
Il locale conta tre vetrine su via Cavour ed una su via Melloni e due accessi. All’interno un ampio vano principale e tre vani secondari, oltre a due piccoli wc di servizio. Il bene è di rilevante pregio storico artistico oltre ad essere ubicato in centro storico in zona a traffico limitato in contesto di pregio. Pertanto per la vendita è stato necessario acquisire anche il parere della Soprintendenza, che ha imposto una serie di prescrizioni che mirano al mantenimento delle caratteristiche originarie della struttura.
Il Palazzo di Riserva occupa un ampio isolato compreso tra strada Garibaldi, strada Pisacane, strada Cavour e strada Melloni. Una parte dell’ala del palazzo lungo strada Garibaldi ospita oggi il Museo Glauco Lombardi. A partire dal 1673 il duca Ranuccio II Farnese acquistò progressivamente diverse case dell’isolato per farne delle residenze ducali e nel 1687 commissionò la costruzione, all’interno dell’isolato, di un nuovo Teatro Ducale affidata a Stefano Lolli. Solo con l’arrivo a Parma nel 1748 di Filippo di Borbone e soprattutto dopo l’insediamento di Guillaume du Tillot come primo ministro, però, venne presa in considerazione la necessità di un nuovo assetto delle residenze ducali a Parma. Il Petitot progettò la facciata neoclassica che ancora oggi caratterizza il lato ovest del palazzo di Riserva, regolarizzò le ali dello stabile ad essa contigue e predispose le decorazioni degli interni, che tuttavia non vennero realizzate secondo il progetto originario.
Attorno al 1768 la corte ducale completò l’acquisizione dell’intero isolato. Il duca Ferdinando trasferì il proprio appartamento nei nuovi locali e fece approntare quello destinato a Maria Amalia d’Asburgo, che sposò nel 1769. Nel breve periodo in cui il Ducato di Parma fu governato da Carlo III di Borbone (1849-1854) il duca trasferì nel Palazzo di Riserva la propria residenza privata e il comando generale del suo esercito. In quegli anni la facciata di via Melloni venne decorata con le finiture neobarocche che ancora oggi la caratterizzano.
Dopo l’Unità d’Italia, molti dei sontuosi arredi del Palazzo di Riserva furono dispersi in altre sedi ufficiali del Regno d’Italia e i suoi locali destinati a diversi usi, sia pubblici che privati. Nel primo decennio del Novecento vi furono alcuni importanti interventi tra cui l’abbattimento del cavalcavia ferdinandeo, che collegava il palazzo al monastero di San Paolo. Tra il 1906 e il 1908 fu costruita, nell’area un tempo occupata dal Teatro Ducale, la nuova sede centrale delle Poste e Telegrafi.
Negli anni Cinquanta l’antiquario Glauco Lombardi iniziò a trasferire la collezione di oggetti d’arte e altri reperti storici del periodo napoleonico e di Maria Luigia dal Palazzo Ducale di Colorno alla nuova sede del Palazzo di Riserva. Il Museo Glauco Lombardi fu inaugurato nel 1961 dal presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.