Il silenzio è d’oro, ma a volte è più assordante del rumore. Quello del Movimento 5 Stelle – su Parma – è invece indecente. Non colpisce solo il sindaco Federico Pizzarotti – ufficialmente sospeso, nei fatti già espulso, meglio, epurato anche se ancora non sanno come dirglielo – ma oltre 190mila cittadini che a quasi tre mesi da quel terremoto politico, una cosa l’hanno ben capita: il Movimento 5 Stelle non è più, o forse non è mai stato, un punto di riferimento affidabile per Parma.
È la città che attende risposte. Il suo sindaco è pentastellato o no? Dei due gruppi consiliari a 5 Stelle, qual è quello ufficiale? Che fine faranno gli 11 consiglieri autosospesi per solidarietà? È quelli rimasti, manifestando però pieno appoggio a Pizzarotti?
Ma la domanda è soprattutto un’altra: a meno di un anno dalle elezioni, il Movimento 5 Stelle ha ancora un progetto politico per Parma? Perché se c’è bisogna che inizino a spiegarlo e che sia molto chiaro: stavolta i cittadini potrebbero non cadere nella “rete” e i giochini del ballottaggio potrebbero non funzionare.
Intanto è il sindaco Federico Pizzarotti a tornare alla carica con un tweet di ferragosto: “Saranno le ferie e il caldo, ma del regolamento che doveva uscire il giorno dopo, e poi la settimana dopo, se ne hanno tracce? :)”, scrive il primo cittadino riferendosi alle nuove regole annunciate da Beppe Grillo per rendere legali (dopo l’ordinanza del tribunale di Napoli che le ha annullate) le espulsioni dal Movimento.