Due anni di reclusione e senza condizionale. Ma per non finire in carcere, potrà chiedere l’affidamento ai servizi sociali. Questa la condanna che Erica Grandis, l’educatrice dell’asilo Allende di Collecchio finita ai domiciliari nel settembre scorso per maltrattamenti sui bambini, ha patteggiato con il pm Andrea Bianchi. Accordo raggiunto tra accusa e difesa, manca adesso il sigillo del giudice che deve ancora fissare la data dell’udienza.
Ad inchiodare la Grandis, in servizio nell’asilo comunale per un breve periodo, più che le parole sono state le immagini catturate dalle telecamere piazzate nel giugno 2015 dai carabinieri di Traversetolo e gli insulti pesantissimi (“autistico”, “coglione”, “brutto”) registrati dalle cimici. Schiaffi e violenti strattoni erano diventati il pane quotidiano, fin quando una dipendente dell’asilo ha deciso di raccontare tutto alle autorità. Le telecamere, poi, hanno fatto il resto. Si vedono un piatto finire sulla testa di un bimbo perché fa i capricci; schiaffi per calmare qualcun altro; sgridate a chi se l’è fatta addosso ed altro ancora.
C’è fin troppo per l’accusa e a settembre 2015 scatta l’arresto. Sembra che la Grandis avesse già chiesto l’aspettativa, ma il provvedimento che la rinchiude ai domiciliari per undici giorni viene revocato soltanto quando la donna presenta le dimissioni. Quando, cioè, non c’è più il pericolo di reiterazione del reato. Adesso, dopo una lunga trattativa sulla sospensione condizionale, che non ci sarà, la richiesta di patteggiamento, sulla quale si dovrà poi pronunciare un giudice terzo. Se la condanna verrà ritenuta congrua e quindi ratificata, per Erica Grandis scatterebbe quindi l’arresto. Deciderà il giudice se in carcere o, come sembra più probabile, ai domiciliari. Ma c’è una via per evitarlo: la richiesta di affido ai servizi sociali. Sempre che il Tribunale di Sorveglianza lo conceda.
Nella vicenda sono state indagate per maltrattamenti altre due donne in servizio all’asilo Allende, ma il loro sarebbe stato un ruolo ben diverso. Una delle due, sarebbe accusata solo di non aver fatto nulla pur avendo assistito a qualche episodio di violenza.