Zebre Rugby al lavoro per la preparazione al prossimo Guinness Pro12 al via a settembre, in attesa degli ultimi colpi di mercato per completare la rosa a disposizione dello staff tecnico guidato da Gianluca Guidi. Nonostante al tecnico livornese sia stato affidato già lo scorso anno un progetto triennale per portare la franchigia del Nord Ovest a rivaleggiare con i mostri sacri d’Oltremanica, anche in questa estate sono numerose le facce nuove in casa bianconera. Almeno 16 i giocatori che hanno lasciato Parma sostituiti da nuovi arrivi, in particolare dal Sudafrica. Tante novità da inserire nel gruppo, diverse scommesse da mettere alla prova sul campo.
In vista della prima uscita stagionale delle Zebre Rugby (ancora incomplete per alcuni infortuni e in attesa dei nuovi arrivi) il 5 agosto in Francia, a Bayonne, contro la locale squadra che milita nel massimo campionato transalpino, a fare il punto della situazione è lo stesso head coach Gianluca Guidi al lavoro anche fuori dal campo nel quartier generale bianconero alla Cittadella del Rugby di Moletolo.
Coach Guidi, le ha fatto piacere sentire Conor O’Shea dire che ha la sua stessa idea di rugby. Dopo il tour in America, il ct azzurro ha aggiunto che è necessaria una maggiore preparazione atletica dei giocatori italiani. Cosa cambia, dunque, nella preparazione tecnico-tattica della squadra dopo l’esperienza con la Nazionale?
“Cambia un po’ lo sfondo: questa è una persona che vuole veramente collaborare e lo fa con i fatti e non con le parole; anche in questi giorni di preparazione è molto informato su quel che succede, ci sentiamo spesso. Lui ha dato degli input ben precisi che mi trovano d’accordo: fitness, quindi giocatori preparati muscolarmente e anche a livello aerobico, ed ha chiesto di far giocare di più i giocatori italiani. Ed è una persona che vuol fare sistema, come dimostra l’ultimo tour in cui abbiamo avuto responsabilità tecniche ed abbiamo elaborato protocolli comuni per i test match di novembre e il Sei Nazioni”
A che punto è la preparazione delle Zebre Rugby a tre settimane dall’iniziodegli allenamenti, una in meno per i nazionali reduci dal tour americano?
“La squadra sta lavorando bene, abbiamo adottato un nuovo sistema per la divisione delle ore di lavoro. Siamo contenti del lavoro che facciamo, stiamo integrando lo staff nelle esigenze della squadra, abbiamo una amichevole alle porte molto dura a Bayonne (5 agosto ore 20, nda) che affrontiamo con una squadra rimaneggiata per infortuni di stagione e per vedere all’opera qualche ragazzo. Insomma, abbiamo tanto lavoro, ma sono contento di quel che stiamo facendo”.
La rosa però sembra ancora incompleta, qualcuno dovrà arrivare in particolare, forse, sulla linea dei mediani di mischia e d’apertura?
“Diciamo si sì, anche se fa ben sperare il fatto che ha lavorato molto bene con noi Matteo Panunzi, che ha già giocato in Pro12, e che quest’anno col fatto che fa l’Accademia lo avremo più a disposizione. Fra i mediani di mischia abbiamo Guglielmo Palazzani e Marcello Violi, coinvolti in Nazionale, poi la società ha optato per questo giovane Carlo Engelbrecht, un ragazzo che dal punto di vista dell’impegno non gli si può dire nulla, ma che dobbiamo un po’ vedere e cercare di inserire. Abbiamo un po’ di infortunati nel gruppo estremi-ali, quindi la prossima partita Palazzani dovrà necessariamente giocare estremo perché non ne abbiamo altri, quindi Engelbrecht è chiamato subito a dimostrare le sue qualità. Insomma con quattro giocatori, soprattutto con Palazzani, Violi e Panunzi, son contento di quello che ho. Per quanto riguarda i mediani d’apertura, Carlo Canna ed Edoardo Padovani hanno dimostrato di performare bene per le Zebre. Stiamo definendo per un giovane argentino nato nel 1995 da genitori italiani al quale è interessata anche la Nazionale, oltre che il rugby inglese”.
Ma la rosa si ridurrà drasticamente in occasione dei test match di novembre della Nazionale e soprattutto a febbraio e marzo con il Sei Nazioni.
“E’ un augurio perché vorrà dire che avremo lavorato bene, ma non dobbiamo rifare gli errori dello scorso anno sia da parte dello staff delle Zebre, sia da parte della Nazionale. Con Conor O’Shea abbiamo elaborato un protocollo che prevede la chiamata di 25 giocatori e se il 25° non viene coinvolto rientrerà in sede per giocare, cosa che non è mai successa l’anno scorso. Spetterà invece a noi evitare gli infortuni dello scorso anno, far ruotare molto di più la rosa rispetto a quanto fatto nella scorsa stagione, soprattutto nel periodo in cui vincevamo, ovvero dicembre e gennaio. Dobbiamo far tesoro di questa esperienza”.
Lo staff tecnico è stato integrato con Roland de Marigny, uno che ha una certa esperienza soprattutto nel gioco al piede. Crede si possano rivedere nella prossima stagione, magari anche con maggior frequenza, quelle alternanze mano-piede che hanno determinato il successo delle Zebre nella prima parte dello scorso campionato?
“Mi fa piacere che hai notato questa cosa e mi piace pensare di sì, perché soprattutto Canna e Padovani con questo tipo di gioco hanno fatto bene l’anno scorso. Dobbiamo implementarlo perché le difese saranno sempre più fisiche, quindi la possibilità di esplorare certi intervalli anche oltre la difesa con il piede che diventa una maniera per passare il pallone, secondo noi, avrà sempre più predominanza nel gioco. Ci stiamo lavorando con Roland che è una persona di grandissimo valore e un allenatore che si sta approcciando nella maniera migliore possibile a questo nuovo ruolo di skill coach. Quindi sarà questa una delle chiavi con le quali proveremo a giocarci il nostro attacco”.
L’avvio del Guinness Pro12 a settembre è da brividi, pensa che le Zebre saranno pronte all’appuntamento o bisognerà attendere ancora, anche per la mancanza di alcune pedine importanti, la fase di rodaggio?
“Mi auguro che saremo pronti. Anche sulla scorta dell’esperienza dello scorso anno, quando partimmo male a Cardiff, poi abbiamo fatto un po’ meglio a Newport, che è una squadra alla nostra portata anche se in Galles sarà difficilissimo. Ma noi dobbiamo pensare anche a mirare qualche partita. Sicuramente giocare con Ospreys, che è una squadra fortissima, ci offre la possibilità di fare una grande partita per poi presentarci a Newport per giocare a viso aperto e alla pari. Noi stiamo facendo una preparazione molto mirata a fare un inizio di campionato importante, ma saranno tutte partite dure. Le squadre si sono tutte rinforzate. Lo stesso Cardiff che qui ha lasciato 5 punti, ha preso giocatori fortissimi. Gli stessi Scarlets hanno preso dietro tre giocatori che sono titolari nella nazionale irlandese”.
Alla luce dello scenario che ha sommariamente illustrato, quest’anno quali squadre potranno essere alla portata delle Zebre?
“E’ dura fare una previsione. Se penso allo scorso campionato, se riuscivamo in quel momento brutto che abbiamo avuto a fare qualche punto in più, Newport lo avremmo preso perché ha finito 2 punti avanti, ma ha fatto 2 vittorie in meno rispetto a noi. Adesso però si azzera tutto anche perché la stessa Benetton con coach in staff di altissimo livello e una progettualità differente secondo me farà molto meglio rispetto alla passata stagione. Di conseguenza è importante tenere la barra dritta e giocare di partita in partita. A dicembre potremo capire in che situazione siamo, perché dopo avremo quattro weekend di Champions e abbiamo giocato già contro la maggior parte delle squadre più dure. Solo allora potremo capire cosa siamo noi e cosa sono gli altri, anche perché avremo già gestito il novembre dei test match in cui vedremo certi giocatori che abbiamo preso che tipo di resa avranno”.
Il caso Newport da lei citato porta alla mente il fatto che le Zebre, anche al termine di buone prestazioni, o vincono o hanno grande difficoltà a portare a casa punti bonus restando attaccati nel punteggio. E questi sono poi i punti che mancano in classifica.
“Sicuramente, anche perché ogni volta che siamo rimasti attaccati abbiamo portato via la partita. E’ un problema mentale che secondo me questa squadra ha: quando la squadra rivaleggia riesce a controbattere. Soltanto la partita con Glasgow qui in casa, dopo il vantaggio del primo tempo nel secondo l’abbiamo gettata via con troppi passaggi sbagliati. Dobbiamo riuscire a colmare questo gap, in certi momenti dovuto all’inesperienza perché concediamo punti facili, ci deprimiamo un po’ e perdiamo l’approccio positivo alla partita. Ma dobbiamo anche sviluppare un gioco un po’ più maturo per il momento in cui ci troviamo”
Il presidente Stefano Pagliarini ha annunciato l’intenzione di ingaggiare un mental coach. Condivide la scelta?
“Gli staff si devono comporre di tante parti che hanno una grandissima importanza nella preparazione della partita. Penso che un mental coach rivesta un ruolo molto importante. Noi questa situazione inizieremo a trattarla in maniera soft, i ragazzi saranno invitati a partecipare ma sarà una cosa totalmente libera, non obblighiamo nessuno”.
Sempre il presidente Pagliarini sostiene che questa squadra sia più solida e più forte rispetto a quella della scorsa stagione. Ritiene sia così?
“Diciamo che questa è una squadra che sicuramente costa meno. E’ stata fatta una scelta che può essere giusta in termini di risparmio. Secondo me per l’85 per cento è una squadra concepita bene, per il resto abbiamo tante scommesse e dobbiamo vederle”.
Pensa di far ricorso ad altri permit player in corso d’opera?
“Mi auguro un altro paio. La collaborazione con i club vicini sta funzionando, c’è molto interesse, Pippo Frati spesso viene qua e ci confrontiamo, anche Viadana ha dei giocatori che ci potrebbero interessare. Mi fa piacere questo spirito di collaborazione che c’è e credo che per i ragazzi giovani che giocano in queste squadre possa essere importante avere una chance alle Zebre”.
Ettore Iacono