Parte da Fontevivo l’idea di formare una nuova Unione dei Comuni dopo il naufragio di Terre Verdiane. Si sono riuniti ieri, a Fontevivo, i sindaci dei Comuni di Busseto, Fontanellato, Noceto, Roccabianca, San Secondo, Sissa-Trecasali, Soragna e Zibello per gettare le basi della nuova ipotesi a cui tutti sono risultati ben disposti a partecipare e che ha già ricevuto il benestare della Regione Emilia-Romagna. Lo scopo è mantenere la massima attenzione sulla sicurezza dei cittadini e migliorare alcuni servizi, fra cui il Sociale, nell’ottica del contenimento dei costi così da non aumentare tasse e imposte.
Ancora tutto da fare, quindi, per l’operazione che potrebbe prendere il via a gennaio 2017 subito dopo il recesso definitivo da Unione Terre Verdiane che il Comune di Fontevivo aveva annunciato subito dopo le elezioni. I Comuni coinvolti nell’Unione Terre Verdiane sono arrivati alla decisione di sciogliere il sodalizio nel giugno dell’anno scorso, sodalizio che continuerà comunque a esistere fino a dicembre 2016.
A un anno da quella decisione i sindaci si trovano a un bivio: ripristinare i servizi nei rispettivi Comuni, sostenendo ingenti costi, oppure tentare la nuova via. La maggioranza dei Comuni partecipanti è favorevole a considerare la reale possibilità di avviare un nuovo progetto, a partire da uno studio di fattibilità così da comprendere, oltre ai costi, i reali benefici che ogni singolo Comune può trarre.
Sono molti gli aspetti che devono essere presi in considerazione e devono ancora essere chiariti, intanto il progetto di partenza ha già ricevuto il benestare della Regione Emilia-Romagna che si dice favorevole a sostenere la nuova Unione anche economicamente, almeno in parte. La partecipazione della Regione porterebbe così nuovi fondi da impegnare nei diversi capitoli di spesa fra cui il Sociale, settore che pesa sempre di più sulle spalle dei Comuni con spese sempre più difficili da sostenere.
Fidenza e Salsomaggiore
Fidenza e Salsomaggiore sembrano voler far capo a sé mantenendo in vita Unione Terre Verdiane che, a questo punto, potrebbe cambiare denominazione. L’intento di partenza della nuova Unione partita da Fontevivo è comunque di staccarsi da vecchie logiche politiche e da quell’Unione definita come un carrozzone troppo pesante per la continua necessità di risorse. La nuova Unione non sarà territoriale, composta da Comuni confinanti fra loro, ma legata a una politica più snella e attiva rispetto al passato. Si punterà ovviamente all’utilizzo delle risorse, uomini e mezzi, concessi all’Unione Terre Verdiane che da gennaio prossimo rientreranno presso le rispettive sedi, così da non gravare sui bilanci pubblici. Si sfrutteranno al meglio le conoscenze del territorio e le competenze acquisite nelle varie esperienze per dar vita al miglior servizio possibile.
Il referendum
Il problema chiave a cui tutti i sindaci prestano particolare attenzione è il referendum per la riforma costituzionale, in caso di vittoria del No si tornerà a un sistema che prevede una suddivisione del territorio in cui sono ancora previste le Province, già chiuse dal punto di vista amministrativo.
Il primo punto da raggiungere come un primo giro di boa sarà quindi il risultato referendario, le nuove norme attuative potrebbero creare problemi o nuove opportunità per i piccoli Comuni, gli stessi che partecipano al nuovo progetto.
I tempi
E’ ancora presto per sapere con precisione i tempi di realizzazione. Il primo incontro di oggi è servito per gettare le basi e poter avere un confronto diretto fra i Sindaci che dovranno ora decidere il da farsi. Seguiranno una serie di incontri fra coloro che decideranno di partecipare al nuovo progetto, mettendo sul tavolo le reali necessità, tramite cui definire la gestione e le competenze da sfruttare.
A Fontevivo, capofila del nuovo progetto, non è possibile fare previsioni. L’attenzione è comunque rivolta alla sicurezza dei cittadini ricordando che non si potrà rimanere troppo tempo senza il coordinamento delle forze di polizia fra i vari Comuni.
Una bozza di accordo potrebbe essere pronta già nei prossimi mesi, ancor prima della chiusura di Terre Verdiane così che il progetto potrebbe divenire operativo, nella migliore delle ipotesi, nella prima metà del 2017. Molto dipenderà anche dalla Regione che, già in contatto con Fontevivo, potrebbe consentire in tempi brevi l’approvazione del nuovo regolamento e la concessione di una parte dei fondi necessari.
Fiazza: “un ottimo inizio”
Tommaso Fiazza, sindaco di Fontevivo e promotore del nuovo progetto, a margine dell’incontro ha affermato: “E’ stato un grande piacere la partecipazione di tutti i Sindaci. Tutti vedono positivamente la possibilità dell’unione. Alcuni pensano di chiudere avendo meno problemi possibili l’esperienza con Unione Terre Verdiane ma tutti guardiamo al futuro, a una nuova Unione che sia uno strumento tramite cui non subire le pressioni dei Comuni più grandi. Mi ha fatto piacere notare che la proposta interessa e siamo tutti allineati ad avere una possibilità per garantire in primis la sicurezza”.
Matteo Agoletti, vicesindaco di Fontevivo ha affermato: “Superato il primo incontro organizzeremo subito una riunione tecnica in cui affronteremo gli aspetti gestionali-economici mettendo sulla bilancia le esigenze dei comuni e dei cittadini in generale. Abbiamo già avviato i primi contatti con la Regione Emilia Romagna da cui abbiamo avuto un primo benestare per il sostegno della nuova Unione la cui base dovrà essere un progetto condiviso fra i Comuni”.