Il Comune fa sapere che sono rientrati 50mila euro anticipati per il rientro delle opere della mostra Mater. Si invocano toni trionfalistici e si ammette di averla fatta grossa perché il Comune non può fare da banca a un privato perché gestisce il denaro dei cittadini.
Intanto non ci si accorge che è passato un anno da Mater. L’Amministrazione Pizzarotti ha forse fatto di peggio perché, come si legge nel comunicato: “al fine di scongiurare il rischio di ritardi nella restituzione delle opere e nello stesso tempo venire incontro alle difficoltà di una impresa seria”. Si legge ancora riferendosi alla società organizzatrice: “un’impresa in difficoltà e dei suoi lavoratori, il cui posto di lavoro non poteva certo essere messo a rischio per qualche decina di migliaia di euro”. Spetta quindi al Comune sanare la situazione di una società nemmeno di Parma? Quante aziende di Parma sono in difficoltà e quanti i posti di lavoro a rischio? Perché allora non vengono aiutate, come la società organizzatrice di Mater? Il rischio d’impresa non può e non deve ricadere sul Comune e quindi sui cittadini ma questo Pizzarotti non lo ha ancora capito.
Dispiace che l’organizzatore di Mater, Studio PV, galleggiasse in cattive acque ma non può riprendersi utilizzando il denaro dei parmigiani. Il Comune non aveva l’obbligo di verificare la solidità della società? E’ come se ci si affidasse a un’azienda sull’orlo del fallimento, il rischio è ovviamente di non vedere realizzato quanto ci si proponeva anche dopo aver pagato il corrispettivo. A quanto si dice il Comune sapeva delle condizioni e ha comunque voluto avvalersi di quella società. Non ce ne vogliano gli organizzatori non ce l’ho con loro ma con la pessima gestione dell’Amministrazione pubblica di Federico Pizzarotti.
Perché solo oggi il Comune risponde alle accuse di un anno fa?
Nel comunicato si legge anche che il Comune ha voluto aiutare “l’organizzazione di una mostra di alta qualità per il valore degli autori esposti” ma se l’organizzatore non ha i requisiti per poter gestire questi valori, la mostra non doveva essere fatta. Stando ai conti forniti dal Comune la mostra è costata 600mila euro, si aspettavano circa 40mila visitatori e ne sono arrivati poco più di 5mila. Il numero esatto dei visitatori non è mai stato fornito.
E’ stato forse come chiedere a un organizzatore, che solitamente movimenta valori di poche migliaia di euro, di avere a che fare con capolavori dal valore pressoché inestimabile?
Ci vuole un gran coraggio ad affermare “Il Comune ha agito con grande senso di responsabilità”, si legge nel comunicato. La responsabilità di avere usato il denaro dei cittadini in un’operazione tutt’altro che chiara?
Sorge spontanea un’altra domanda: quando arriveranno i soldi? Perché nel finale del comunicato si legge “ quanto anticipato tornerà nelle casse comunali con gli interessi di legge”. Ma qualche riga prima non avete detto che l’organizzatore ha già pagato? A quanto ammontano le rate già versate e quanto manca alla sua totale compensazione? Un’Amministrazione trasparente lo avrebbe messo come primo dato.
Già che ci siamo perché il Comune non ci fa sapere anche dei circa 27mila euro più interessi che l’Assessore Rossi deve restituire? Lo chiedo da mesi e nessuno risponde, si fa sempre così quando non si hanno risposte vere da dare.
L’unica vera domanda è quando avrà fine lo scempio che l’Amministrazione Pizzarotti sta facendo di Parma, dei parmigiani e della comunità nel senso più ampio possibile.
Giuseppe Pellacini
Capogruppo Consiglio Comunale
Unione di Centro