“Droga, maledetta droga, mi ha completamente rovinato la vita” comincia così il racconto di Sara – ovviamente un nome di fantasia per l’occasione – maestra elementare della provincia di Parma che ripercorre come in un film il suo tunnel. “Ho iniziato per gioco, prima qualche canna al sabato, poi un ultimo dell’anno dei miei amici e mio marito mi hanno fatto provare la cocaina ed è stato l’inizio della fine – racconta -. Dopo pochi giorni ho riprovato e gradatamente ho iniziato ad aumentare dosi e frequenza. Il mio matrimonio è fallito, per un anno non ho considerato mia figlia, pensavo solo alla cocaina e a come procurarmela. Sono scappata di casa, sono andata a vivere in un residence per tre mesi”.
Un vizio costoso diventato ben presto impulso irrefrenabile, bisogno assoluto di trovare quella polverina. Quella maledetta coca che insieme al bisogno impellente per calmare la testa e il corpo, spegne pian piano anche la vita.
“Pippavo (tiravo) dalla mattina all’altra mattina, invitavo uomini e facevo sesso con loro senza inibizioni e senza freno. Anche più di uno alla volta, l’importante era che portassero la coca – ricorda Sara -. Ho speso in tre mesi i risparmi di una vita, poi un giorno mio padre mi è venuto a prendere, ho pianto per un’ora ed ho iniziato il mio percorso di disintossicazione”.
Sara ha 35 anni, il viso dolce ma segnato dalla vita. “Sono stata 15 giorni a Fidenza in un centro di recupero e poi ho iniziato ad andare al Sert. Due volte alla settimana facevo la pipì per controllare tracce di cocaina nell’urina. Eppoi lunghe chiacchierate con gli psicologi che mi hanno davvero aiutata. Due o tre volte sono ricaduta nel vizio ma poi ho subito smesso”, racconta la maestra finita nel tranello della droga.
“Oggi sono 6 mesi che non assumo sostanze, non sono felice ma neanche disperata – dice con un pizzico d’orgoglio per l’obiettivo raggiunto -. A volte la coca mi manca da morire, mi hanno spiegato che si chiama “effetto crowing”: dura poco ma è una sensazione molto intensa. Mi sono riavvicinata molto a mia figlia, ho ripreso a lavorare come maestra visto che quando mi drogavo marinavo (certo che detto da una maestra!) la scuola poichè scambiavo il giorno per la notte. Procurarmi la droga che pagavo 50 euro al pezzo (o,6 grammi) era semplice: una telefonata ed il pusher arrivava a domicilio per servirmi. Ora quello che guadagno – conclude Sara, mentre si contorce le mani e sembra che sorrida e che pianga nello stesso momento, una dicotomia frequente negli ex tossici – lo metto da parte per mia figlia o per comprare vestiti. E’ un’altra vita”.
Il pusher o spacciatore
Trost ha 30 anni, è nigeriano, spaccia a Parma da 4 anni e parla perfettamente l’inglese. Accetta di parlare in cambio della promessa di anonimato.
“Vendo circa 10 pezzi al giorno di coca e un pò di erba – sottolinea scoprendo subito le carte -. Ogni pezzo costa 40 euro il big e 20 euro quello small. Il fine settimana il volume di affari raddoppia. Ti devo fare una confidenza prosegue lo spaccino: oggi sono moltissime le ragazze che usano cocaina. C’è chi la sniffa e chi la fuma”.
Per fumarla però bisogna “cucinarla”, cioè metterla in un cucchiaio con bicarbonato ed acqua e scaldarla. Lentamente la parte di taglio evapora e resta solo il cristallo di coca.
Il pusher spiega anche come si fa a fumarla, attraverso una bottiglia di plastica. Ma non è il caso di stimolare certe curiosità. “Io vendo la coca anche già cucinata che è molto gradita ai clienti. Anche io mi drogo, soprattutto la fumo anche se so che fa malissimo”, confessa Trost.
“La cocaina la compriamo insieme ad amici e colleghi in Olanda – aggiunge il 30enne nigeriano-. Per ogni dose venduta a 40 euro il nostro guadagno è di 10/15 euro. Quando abbiamo fatto un pò di soldi reinvestiamo nel prodotto. Parma è una città piccola ma tanta gente tira. Ho clienti di ogni età dai 16 ai 60 anni, sesso e fascia sociale. Io non giro più in bicicletta come tanti miei connazionali ma aspetto la telefonata e poi parto per la consegna. C’è gente che spende anche 300 euro al giorno”.
Il Poliziotto. Come è cambiato il mercato della droga
E’ una sorta di gioco tra guardie e ladri dove i ladri hanno tutti i vantaggi del mondo poichè sono tantissimi ed ognuno di loro ha in tasca pardon in bocca (tengono il pezzo termosaldato nascosto in bocca e se vengono fermati lo ingoiano). Però sia la Polizia che i Carabinieri ogni giorno ne pescano qualcuno. Parliamo con uno dei massimi esponenti della squadra antidroga di Parma.
“Il mercato negli ultimi anni a Parma è cambiato tantissimo – dice il poliziotto -. L’eroina per esempio è tornata di moda ma i tossici la usano come calmante dopo avere assunto cocaina o pasticche. Oggi la fumano o la sniffano, difficilmente se la iniettano in vena come una volta. La droga arriva dalla Nigeria tramite gli “ovulatori” persone che per denaro ingoiano ovuli grandi per trasportarli dietro pagamento, in Europa”.
“Sono stato ad un convegno organizzato dal Ministero ed il responsabile ha spiegato che spesso quando un drogato arriva all’ospedale poichè sta male non riescono a curarlo o a trovare un antidoto poichè oggi ci sono tanti principi attivi sintetizzati in laboratorio che neanche noi conosciamo – aggiunge il veterano dell’antidroga -. Pasticche a 10 euro che vendono in discoteca o nei rave party permettono a questi giovani di tenere il ritmo della musica per tutta la notte. Si può dire che con il cambiare della musica sono cambiate anche le droghe in maniera sinergica. Poi oggi va di moda la Ketamina, un anestetico per cavalli che da effetti euforizzanti agli umani ed è pericolosissima perchè se sbagli la quantità assunta puoi morire. Una volta c’era l’ero, la marjuana, l’hashish, le pasticche allucinogene e la coca”.
Ma adesso le cose sono molto cambiate e i rischi sono ben più elevati.
“Oggi le droghe si sono decuplicate e vengono sintetizzate artificialmente – afferma l’agenta dell’antidroga -. Nella nostra città negli ultimi 5 anni si può tranquillamente dire che il consumo è quasi decuplicato perchè i prezzi si sono abbassati. Una volta la coca era la droga dei ricchi che tenevano ritmi di vita alti, e l’ero quella dei poveri che volevano evadere. Oggi tutti comprano tutto e poi ci bevono dietro tantissimo alcol. Solo quest’anno abbiamo sequestrato 5,5 chili di eroina”.
Un consulente del Ministero nominato Cavaliere, Giuseppe, poliziotto antidroga in pensione racconta un episodio che in pochi ricordano: “Noi a Parma siamo stai i primi a scoprire il GBL, la cosidetta droga droga dello stupro, quella sostanza che qualche bastardo mette nel bicchiere alle ragazze per poi violentarle, tanto loro sono catatoniche e non ricordano nulla. Quella sera al pronto soccorso arrivò un uomo in coma che ne aveva assunto una dose incitato dal compagno gay. All’epoca nessuno in Italia la conosceva”.
Dalla Polizia un pressante avviso ai naviganti: attenti alle droghe leggere. Contrariamente a quanto sostengono coloro che ne sminuiscono la pericolosità, oltre a far male sono spesso anche la porta d’ingresso nel mondo degli stupefacenti. Dall’antidroga ricordano per esempio che bruciano le cellule del cervello e che oggi le hanno potenziate notevolmente e sono molto più potenti di una volta. Hanno inserito dei principi attivi artificialmente e sono diventate molto pericolose.
Dopo queste parole viene spontanea una considerazione, visto che il sindaco Federico Pizzarotti firma per la legalizzazione delle droghe leggere, però poi impedisce la vendita di alcol dopo le 23 in bar di via d’Azeglio. Eppoi occorre tanta prevenzione a livello scolastico. Pensate che in un liceo hanno fatto un prelievo dagli scarichi dei bagni ed hanno trovato una concentrazione di cocaina molto alta. Insomma il problema è davvero serio.
Antonio Terraneo