Per il rilancio del Centro Cinema di Parma
Torniamo dall’incontro nazionale sulle videoteche tenutosi a Mestre il 23 maggio scorso con un bagaglio di idee e di esempi che vorremmo condividere con i nostri concittadini.
Diverse esperienze presentate nel corso del convegno hanno destato il nostro interesse per le possibili applicazioni nella nostra città. La visione integrale degli interventi è disponibile sul canale youtube delle Mediateche Venete.
Fare e stare in rete: sostegno, strategie, visioni comuni, qualità
Gli interventi delle responsabili di importanti videoteche di Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno mostrato le potenzialità di una rete di mediateche che cooperano su scala regionale.
L’organizzazione di festival, di eventi, di corsi professionali o rivolti alle scuole, raggiunge maggiore efficacia e qualità attraverso la collaborazione.
Molte risorse sono destinate a cataloghi in rete capillari e al contempo di agile consultazione, volti ad attrarre e ad aiutare le più svariate categorie di utenti.
L’elaborazione di strategie comuni tra le varie videoteche regionali ci pare di grande interesse. Portali web unificati, tessere di iscrizione valide nell’intero territorio regionale, promozione e partecipazione alle produzioni indipendenti: tutte manifestazioni concrete di integrazione, che hanno positiva ricaduta sulla qualità del lavoro e del servizio.
Pochi esempi: tra gli indici semantici del catalogo delle Mediateche del Friuli Venezia Giulia è disponibile anche la materia scolastica afferente: un aiuto e un forte richiamo per insegnanti, studenti medi, universitari.
Citiamo anche il progetto mediatecambiente.it: un approccio educativo attraverso l’audiovisivo nel quale le scuole hanno partecipato attivamente, con la produzione di spot, videointerviste, tutorial.
Di particolare valore, anche politico, ci è parso “Crescere leggendo”. Tutti siamo sottoposti alla visione quotidiana di immagini, proposte da innumerevoli fonti e “nessuno ci educa a essere spettatori consapevoli”: introdurre i bambini alla fruizione delle immagini in movimento costituisce una tappa importante dell’educazione.
Tornando al nostro “Lino Ventura”, il sostegno giunto da varie parti d’Italia ci porta a una considerazione: se in Emilia Romagna vi fosse stata una rete più fitta e compatta di relazioni tra i poli delle varie città, lo svilimento di uno di essi sino quasi allo smantellamento avrebbe trovato ostacoli senz’altro maggiori.
Altro dato comune alle realtà di maggiore successo è il continuo rapporto di collaborazione tra le istituzioni culturali all’interno di una città: teatri che lavorano con biblioteche, scuole con carceri, ospedali, iniziative di quartiere in cinema e teatri, studi sociali e strumenti informatici, ecc.
Quanti, invece, i piccoli e autonomi fortini della cultura nella nostra città; quanto maggiore sarebbe il loro contributo e la loro capacità di incidere sulla realtà, se dialogassero tra loro. Quanti silenzi, purtroppo – a parte coraggiose eccezioni – durante il “Sacco di Parma” del periodo Ubaldi-Vignali, durante il vero e proprio assedio subito dall’Ospedale Vecchio…
Un patrimonio di immagini per la comunità: il caso del CUT di Milano
L’intervento di Gianmarco Torri del Centro Televisivo Universitario di Milano, tra i vari temi affrontati, ha portato l’attenzione sull’uso di Licenze Educational e sulla possibilità di organizzare rassegne aperte alla cittadinanza con spese molto limitate, su temi di particolare attualità (integrazione, rapporti sociali, luoghi di lavoro…).
La collaborazione con questo importante centro culturale, l’accesso al suo vasto archivio di documenti, la condivisione delle sue pratiche virtuose di FORMAZIONE del personale, potrebbero rivelarsi molto importanti per noi: l’Oltretorrente è, da secoli, il quartiere più multietnico e vario della città. La convivenza, il dialogo, la conoscenza reciproca possono e devono essere favorite dalle politiche culturali.
Sviluppo o svilimento? I differenti casi di Cesena e Parma
Il caso di Cesena, illustrato da Marco Turci della Biblioteca Mediateca Malatestiana, mostra affinità e divergenze col caso di Parma. Il Centro Culturale “San Biagio”, attivo dal 1981, dal 2007 effettua anche servizio di prestito di DVD e VHS, con grande apprezzamento tra i cittadini.
Nel 2013 cede parte del suo patrimonio alla Biblioteca Malatestiana, creando una vera e propria mediateca al suo interno.
Il centro “San Biagio”, dotato tra l’altro di un cinema al suo interno, si mantiene e prosegue con numerose attività, coordinate a livello cittadino e provinciale.
Il relatore ha fatto giustamente presente che a Cesena è stato scongiurato il rischio di uno svilimento, se non di un vero e proprio scioglimento, del loro Centro Cinema nella locale Biblioteca.
Si tratta ESATTAMENTE del pericolo che corre il nostro “Lino Ventura”: dopo anni di sottrazione di risorse, di riduzione dei fondi e del personale, con la fine di corsi, forum, iniziative, in assenza di un progetto culturale che ne valorizzi le caratteristiche, il suo destino è quello di divenire l’angolo DVD di una biblioteca Civica da anni in crisi di prestiti e di presenze. La contraddittorietà nelle dichiarazioni degli attuali amministratori comunali lo conferma.
La sede attuale è (secondo noi e secondo altri) da mantenere, chiaramente in rapporto con la vicina biblioteca, ma sviluppandosi nei vasti spazi disponibili (ex sede del circolo “Inzani”) e mantenendo la propria specificità.
“Gli orari sarebbero limitati”, ci potrebbe rispondere qualche consigliere di maggioranza… consigliamo in tal caso di rivedere le spese fatte per eventi inutili durante questi anni. Se occorre risparmiare, lo si faccia tagliando finanziamenti davvero discutibili, mater docet incautam assessoram.
Videoteca è partecipazione: il caso della Mediateca Pugliese
Di grande valore anche l’intervento di Angelo Amoroso D’Aragona, che ha illustrato l’esperienza della Mediateca Pugliese tra il 2012 e il 2015.
Una vasta e motivata partecipazione popolare, un rapporto tra istituzione culturale e cittadino che ha stravolto il concetto stesso di “utente”: i cittadini sono membri attivi della Mediateca pugliese. La “conversazione” assume un ruolo paritario rispetto alla “conservazione”.
Le attività sono talmente vaste che si fatica a sceglierne qualcuna per dare un esempio: lo spirito stesso della Mediateca favorisce il suo utilizzo secondo logiche non preordinate, senza binari già scelti dall’alto, ma come spazio di partecipazione popolare alla cultura. Numerose le rassegne culturali di successo curate da singoli utenti, associazioni, gruppi di studenti, melomani. Un approccio per certi versi rivoluzionario, e inedito nella nostra città.
Se lo si seguisse a Parma, le associazioni culturali, i singoli cittadini, i cinema, i docenti con le loro classi, qualsiasi cittadino interessato, troverebbero una struttura con la quale dialogare e nella quale portare il proprio contributo. Rassegne “dal basso”, produzioni di documentari, concerti con proiezioni: tutto questo in parallelo con la valorizzazione del patrimonio del Centro Cinema.
Il pubblico, i pubblici, non come soggetto di propaganda “dall’alto”, ma come comunità con la quale dialogare, che si aggrega anche attraverso i propri centri culturali.
Nell’incertezza di questi mesi di fine legislatura, con spazi enormi a disposizione nell’Ospedale Vecchio, una sfida simile si pone molto al di sopra dell’ottica rinunciataria e banalizzante di oggi: quella che vede il nostro Centro Cinema a rischio di sciogliersi nella biblioteca e di perdere irrimediabilmente il proprio valore e la propria identità.
Sarebbe bello pensare a cineforum organizzati dagli stessi utenti in Oltretorrente…i cittadini stranieri, gli studenti, gli abitanti più anziani del quartiere: sfruttando il vasto patrimonio filmico del “Lino Ventura”, la popolazione del quartiere avrebbe momenti per la reciproca conoscenza (esempi recenti: festival auto organizzati in quartiere (1); il progetto Parmachericorda (2) e lo stesso “Lino Ventura” prima del quasi azzeramento dei fondi (3).
La stessa posizione strategica e centrale è una risorsa di per sé: un’insegna più visibile del foglietto a fianco dell’ingresso non sarebbe male…
Abbiamo ben presente che organizzare reti di relazioni comporta capacità di contatto e mediazione. Pensando quindi al prossimo futuro, il ritorno ad una collaborazione con lo storico cinema D’Azeglio sarà senz’altro auspicabile, così come quella con l’Università, che a suo tempo contribuì a far nascere il “Lino Ventura”.
E a pochi passi, nello spazio maestoso della crociera, i cittadini dell’Oltretorrente avrebbero una sala cinema monumentale…
Il Centro Cinema “Lino Ventura” ha una lunga vita davanti. Basta volerlo.
Comitato utenti Biblioteche “Leggere tra le ruspe”