Cantiere Lega Nord, Salvini: “Il termine centrodestra mi provoca allergia”. Da Parma...

Cantiere Lega Nord, Salvini: “Il termine centrodestra mi provoca allergia”. Da Parma il via a una nuova coalizione

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“Questo è un punto di partenza per evitare che il centrodestra, poi cerchiamo un altro nome perché questo appare superato, si avviti sul tema del leader”, ha detto Matteo Salvini chiudendo all’auditorium Paganini il Cantiere della Lega Nord che si è trasformato ben preso in quello di tutto il centrodestra. Salvini, salutando il confronto di Parma come un successo, ha poi auspicato “una riedizione magari a settembre per trovare dei punti di contatto e per chiarire quali sono i punti che ci vedono ancora lontani. Come il fatto di restare in Europa uscendo dalla moneta unica, così come il “respingimento assistito””.

“Sicuramente coloro che sfideranno Renzi devono avere un programma concreto, coerente, unico che vada bene a Parma, a Roma e ovunque”, ha sottolineato Salvini, ufficializzando di fatto il via a una nuova alleanza tra i gruppi che hanno fatto parte del centrodestra.

Una forza politica che plaude alla Brexit e si propone di andare in controtendenza rispetto al passato nei confronti dell’Europa per contare di più su temi come l’agricoltura, il commercio, la pesca, la moneta, l’industria, l’ambiente, il sociale e persino sulla famiglia intesa nel senso tradizionale.

In un auditorium Paganini blindato da polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale, è stato il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini in persona nei panni del bravo presentatore, ha posto la “prima pietra” del Cantiere del Carroccio o, meglio, del centrodestra.

“E’ una Giornata di lavoro, non di comizio. Giornata di studio dove la politica ascolta, prende nota ed esce di qua con le idee un po’ più chiare sui temi fondanti”, ha detto Salvini. Che non ama il termine centrodestra: “Mi provoca allergia – ha detto Salvini – preferisco alternativa a Renzi e ai 5 Stelle”.

Il banchiere Ettore Gotti Tedeschi ha esordito ammettendo di non avere “nessuna stima della classe politica per quello che ha fatto”, e attraverso diversi esempi ha sostenuto la necessità di “rinegoziare Maastricht: basta dire no agli aiuti di Stato, emissione di eurobond, ogni paese deve avere il diritto di elaborare una sua strategia di crescita del Pil fuori dal controllo della nomenclatura europea”. L’alternativa, secondo l’ex presidente dello Ior, è diventare “una provincia dell’impero tedesco”.

Secondo Gotti Tedeschi “il 60% di quello che consumiamo è importato dall’Asia, quindi se aumentano i consumi non è positivo perché aumentano le importazioni e quindi alimentiamo altre economie. Se facciamo risparmio, invece, torniamo a depositare denaro nelle banche che fa quella massa monetaria che serve a finanziare le imprese”. La crisi che ha travolto l’Occidente, secondo Gotti Tedeschi, “è collegata direttamente al collo della crisi demografica. Come possono aumentare i consumi se diminuisce la popolazione?”. In realtà le politiche attuate finora, ha detto il banchiere, ha spinto “i consumi individuali, distruggendo così il risparmio”.

All’indice anche la politica di delocalizzazione in Asia delle imprese “per avere merce di ritorno a basso costo”, perché si è “deindustrializzato l’occidente” con il conseguente calo dei posti di lavoro.

Walter Maccantelli ha chiesto la politica di “favorire le famiglie normali esistenti, creando le condizioni perché se ne formino di nuove”. No alle “famiglie degenerate” e a quelle “importate” per favorirne l’incremento. Secondo Maccantelli “l’élite preferisce avere davanti un corpo sociale frammentato”. Che fa l’esempio del coriandolo: “Su uno ci potete scrivere al massimo una lettera, se ne mettete insieme quattro ci potete scrivere una parola, se ne mettete insieme diverse striscioline ne fate un foglio e su una pagina ci potete scrivere una storia”.

“Chi ci vuole coriandoli in una società liquida – ha concluso Maccantelli – vuole impedirci di scrivere la nostra identità”.

Gianandrea Gaiani ha illustrato gli errori compiuti sul fronte della gestione dell’immigrazione, e la crisi dei rapporti di alleanza internazionale. La proposta di Gaiani sono i “respingimenti assistiti”. Cioè prelevare i migranti dalle barche direttamente sulle coste libiche. “Li portiamo sulle navi, prendiamo le impronte digitali, li registriamo, poi bambini, donne incinte, malati, li curiamo e poi li rimpatriamo”, ha detto Gaiani. Secondo cui è inutile continuare a dare “soldi all’Africa che da 70 anni arricchiscono solo dittatori”, ma si può “condizionare quegli aiuti all’obbligo di riprendersi i loro clandestini”.

“Con i respingimenti assistiti – ha aggiunto Gaiani – nessuno pagherebbe più un viaggio che finirebbe sulla costa africana”. Ma ci vuole l’autorizzazione dell’Onu per andare sulle coste libiche? Ma secondo Gaiani ci sono numerosi esempi di azioni di tutela degli interessi nazionali che non sono mai state autorizzate da alcuno. A cominciare dai bombardamenti dell’Egitto sulla Libia.

Gaiani ha rilanciato l’allarme sul tipo di immigrazione che sta invadendo l’Italia con le navi della Marina “a fare solo da traghetti”, favorendo di fatto “gli interessi dei trafficanti”. Tra di loro numerosi personaggi in qualche modo legati al terrorismo. Gaiani suggerisce anche la possibilità di scegliersi gli immigrati con i quali contrastare il calo demografico, anche se questo “si può combattere con assegni familiari decenti e asili nido gratuiti”.

“Ci sono tanti figli di emigrati italiani in Argentina che non possono arrivare coi barconi ma che oggi verrebbero volentieri in Italia”, ha detto Gaiani, aggiungendo che “Stati Uniti e Canada vanno a scegliersi gli immigrati da portarsi in casa nei campi profughi dopo averli selezionati. Potremmo farlo anche noi”.

Gaiani ha denunciato anche l’immagine che si è data dell’Italia in Africa. “Gli africani si ritrovano in Niger dove partono con gli autobus verso le coste libiche, pagando un viaggio che può durare anche un anno fino a 10mila euro – ha detto l’esperto di strategie militari -. Ciò vuol dire che parte chi ha i soldi, non i poveracci che restano nelle capanne perché sono poveri”.

Il professor Giuseppe Valditara ha sostenuto che “uno spettro di aggira oggi per l’Europa, ed è lo spettro della democrazia”. Con la “sovranità popolare messa sempre più in discussione” da Europa, libera immigrazione, fondi sovrani, l’oppressione burocratica e fiscale. Nel mirino anche la “magistratura suddivisa in correnti politicizzate”, che si sostituisce alla legge creando il diritto attraverso la giurisprudenza.

Valditara cita sentenze contraddittorie e decisioni della magistratura che dimostrano come sia “in crisi lo stato di diritto che si basa sulla certezza del diritto”. Tra le soluzioni indicate da Valditara, il cambio del sistema di nomina e funzionamento del Csm. Due soluzioni: la prima, metà dei componenti di nomina politica, metà per automatismi sui magistrati più anziani; la seconda, l’elezione popolare dei membri.

Maurizio Casasco, presidente Confapi, ha esordito sostenendo che per andare avanti “serve il lavoro, e il lavoro lo creano le imprese”. Denuncia la mancanza di “politiche strategiche e di sostegno alle aziende”. Chiede Ires e Irpef progressive per agevolare le aziende più piccole che non possono pagare tanto quanto quelle che fatturano decine di migliaia di euro.

“La pressione fiscale – ha detto Casasco – pesa sui redditi d’impresa per il 65%, in Germania per il 48% e nella disastrata Grecia per il 50”.

Tra le soluzioni proposte, “trasformare i crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione, in crediti d’imposta”. E denuncia che in Italia “si fallisce per credito, non per debito”. Nel mirino anche l’Europa le cui regole “non sono uguali per tutti”.

Secondo il professor Stefano Bruno Galli, “l’autodeterminazione delle comunità volontarie territoriali è la via maestra per affrontare le nuove sfide”. Ma ha subito chiarito: “Federalismo e decentramento non si ottengono domani mattina per decreto, ma è un processo lungo. Il Belgio ci ha messo un quarto di secolo”. E invita a riscoprire diversi autori, tra cui Gianfranco Miglio, secondo cui “con il consenso del popolo si può fare tutto”. Invece, secondo Bruno Galli, “il referendum di ottobre va nel senso opposto, perché la riforma costituzionale dà e toglie alle autonomie”.

Tanti i big presenti al Paganini per il Cantiere della Lega Nord. Sono arrivati anche il presidente della Lombardia, Roberto Maroni e quello del Veneto Luca Zaia, l’eurodeputato Mario Borghezio, l’ex ministro e autore del “porcellum” Roberto Calderoli e tanti altri esponenti della Lega, ma anche Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia, il senatore Gaetano Quagliariello, Raffaele Fitto, i capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, il presidente della Liguria, Giovanni Toti, e Daniela Santanché.

Il professor Luciano Barra Caracciolo ha esordito sottolineando che il fatto “che i trattati europei siano in contrasto con le norme fondamentali della nostra costituzione non è difficile da dimostrare”. E dopo aver citato alcuni esempi, suggerisce due vie: o uscire dall’Europa o ricondurre i contenuti a equità. Cita la Germania secondo la quale l’Europa non potrà mai essere un’unione federale, perché ciò è in contrasto con la sua costituzione.

Per quanto riguarda la moneta, invece, Barra Caracciolo sostiene che “uscire dall’euro è possibile sia dal punto di vista giuridico, sia dal punto di vista economico”. Uscire dall’euro, inoltre, presenterebbe il vantaggio, secondo l’esperto, di recuperare una banca centrale nazionale e di sottrarre il paese dall’estenuante controllo europeo sui bilanci e sulle leggi di stabilità. Ciò che servirebbe, secondo Barra Caracciolo, per rilanciare il Paese, poiché “l’Italia sta letteralmente frantumandosi”.

Un referendum sull’euro? Per l’esperto si può. La costituzione vieta il referendum abrogativo sui trattati internazionali, ma si può fare un referendum consultivo come in Inghilterra.

Il professor Maurizio Leo, denuncia il caos del sistema finanziario che rischia di generare minore gettito nel futuro. Perché aumenta il contenzioso, calano gli accertamenti e diminuisce pure la solvibilità di chi le tasse deve pagarle. Tra le soluzioni, visto che Equitalia riesce a trattare solo il 5%, suggerisce Leo “diciamo alla gente di pagare solo la tassa rateizzandola”. E rilancia anche la flat tax che “regge ed è costituzionalmente possibile”. Con una provocazione: “flat tax sull’imponibile incrementale del 2017”. E vediamo l’effetto che fa.

Questi e tanti altri i temi trattati dai professori che si sono alternati al microfono. Dai problemi delle imprese all’ambiente, dal sociale alle pensioni. Mentre la politica, almeno per questa volta, è rimasta seduta ad ascoltare. E molti hanno anche preso appunti.

1 COMMENTO

  1. “Il CDX attuale? Un “personaggio in cerca d’autore”

    “Dopo il “Cantiere” di Parma si è capito chiaramente che il Centro-Destra in Italia è solo un “personaggio in cerca d’autore”. Non mancava nessuno di tutti quelli che hanno perso ovunque alle ultime elezioni amministrative (i pochi casi di vittoria molto spesso erano consequenziali alla divisione del PD). Capitanati da uno che si proclama Leader senza essere stato eletto con le Primarie (ma che insulta Renzi perché non votato), erano presenti gli “irriducibili” di Forza Italia, FDI con la Meloni (rasa al suolo nella “sua Roma”), “schegge” di NCD e perfino Fitto (per l’occasione rivalutato e redento). Quindi, cosa possiamo Fare? L’alternativa è ricostruire il Centro-Destra in modo più credibile, e per fare questo a nostro avviso occorre che ci sia una coesione senza se e senza ma tra tutti coloro che non intendono perpetuare il malgoverno attuale, rassegnarsi ad un Centro-Destra relegato ad un ruolo marginale a causa della deriva populista o consegnare il Paese all’onda pentastellata . A Roma, sabato 23 Luglio, Noi proveremo a farlo con un “manifesto” innovativo e concreto, presentato da Flavio Tosi. Pragmatismo, capacità amministrativa e concretezza per ripartire con una politica nuova, fatta di programmi, senza personalismi e senza i “diktat” della vecchia politica, in altre parole, il QUARTO POLO.”

    Fare! con Flavio Tosi – Coordinamento di Parma

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