La Squadra mobile di Caltanissetta ha decapitato il clan Emmanuello, da poco ricostituito e dedito alle estorsioni e al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti – soprattutto hashish, marjiuana e cocaina – nel territorio di Gela. Una cosca particolarmente ben organizzata con qualche ramificazione nel Nord Italia, tra cui Parma, dove è stato notificato l’obbligo di firma a uno dei sei indagati a piede libero. Con l’operazione “Falco”, gli agenti della Mobile di Caltanissetta – coordinati da Marzia Giustolisi – hanno eseguito 16 misure cautelari firmate dal gip Alessandra Bonaventura Giunta su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta. L’operazione è stata portata a termine con la collaborazione degli agenti della Mobile di Catania, Palermo, Parma e Torino.
In carcere è finito Gianluca Pellegrino, 32 anni, considerato il capo, che nonostante la giovane età in cella c’è già stato dall’11 maggio 2003 al 4 maggio 2011. A indicarlo come reggente del clan sono stati diversi collaboratori di giustizia. Tra le accuse che gli vengono mosse anche quella di aver dato mandato a far fuoco, nel 2011, contro l’abitazione di un imprenditore che si era rifiutato di pagare il pizzo.
Hanno invece ottenuto i domiciliari Alessandro Emanuele Pellegrino, 26 anni, Giovambattista Campo, 50, Pietro Caruso, 32, Emanuele Faraci, 36, Orazio Tosto, 23, Angelo Famao, 28, Jonny Cavallo, 24, e Guido Legname, 21 anni. Ricercato ancora Giuseppe Di Noto, 24 anni, che dovrebbe andare ai domiciliari.
Il gruppo smantellato la polizia è risultato anche in possesso di armi, anche modificate che utilizzavano, compiendo atti intimidatori, per spadroneggiare in città.