Mercoledì 22 giugno alle 18, alla libreria Ubik di via Oberdan, Chaimaa Fatihi presenta la sua fatica letteraria, “Non ci avrete mai. Lettera di una musulmana italiana ai terroristi”, edita da Rizzoli. Chaimaa Fatihi è nata nel 1993 in Marocco dove ha vissuto fino all’età di sei anni. Da allora si è trasferita in Italia. Dopo aver frequentato le scuole primaria e secondaria a Castiglione delle Stiviere (Mn), ora studia Giurisprudenza a Modena. È delegata nazionale dell’Associazione Giovani Musulmani d’Italia al Forum Nazionale Giovani. Andrea Casale modererà l’incontro alla Ubik con la scrittrice marocchina.
Da Parigi a Bruxelles, i terroristi, inneggiando ad Allah, hanno seminato morte e paura negli ultimi mesi. Ma qual è la reazione dei tanti musulmani che vivono oggi in Europa? A risponderci in questo libro è la voce, fermissima e dolce, di Chaimaa Fatihi, cittadina italiana di seconda generazione, musulmana, fiera di essere parte integrante della nostra società nonostante abbia spesso dovuto fare i conti con i pregiudizi contro la religione islamica. La stessa ragazza che, all’indomani della strage al Bataclan, ha scritto una lettera aperta ai terroristi che è stata ripresa in prima pagina da “la Repubblica” e poi da diverse altre testate. Ebbene, verso i terroristi, i musulmani come Chaimaa provano orrore e si sentono in prima linea per combatterli, unendosi in un formidabile esercito di coraggio e non violenza.
Chi uccide non è un vero fedele dell’Islam – una religione basata sui valori della pace e della gentilezza –, ma un efferato criminale. Leggendo la storia di Chaimaa, scopriamo come abbia raggiunto l’obiettivo dell’integrazione senza rinnegare la propria cultura d’origine e, allo stesso tempo, capiamo quanto in comune ci sia fra lei e una sua coetanea di famiglia da sempre italiana. Se poi ci soffermiamo sugli spunti di riflessione che Chaimaa ci offre – dal ruolo della donna all’importanza della spiritualità, alla nostalgia per il Paese d’origine – ci appare chiaro che l’alleanza con i musulmani europei di seconda e terza generazione può diventare un’arma vincente contro il terrorismo. E che la tolleranza, il confronto positivo fra culture, la capacità di convivere in pace nella diversità sono le basi incrollabili su cui costruire il nostro futuro.