Il progetto “Open Parma” di Nicola Dall’Olio e Roberto Ghiretti è proseguito ieri sera, 16 giugno, nella sala civica del quartiere Pablo, in via Marchesi.
“Maggiore ascolto e partecipazione, è la principale esigenza dei residenti del Pablo rispetto ai consigli di quartiere del futuro – riferiscono i consiglieri – Questo in estrema sintesi l’esito del quarto incontro del ciclo Ripartiamo dai quartieri”
Ghiretti e Dall’Olio hanno dialogato per un paio d’ore con i cittadini che hanno voluto partecipare per ascoltare e sottoporre le proprie idee rispetto alla definizione di un nuovo modello di partecipazione che, secondo i consiglieri proponenti, “Possa superare i limiti evidenziati da quello messo in atto dall’attuale amministrazione comunale. Limiti per altro confermati dai rappresentanti del Ccv Pablo presenti all’incontro: scarso coinvolgimento nelle decisioni che riguardano il quartiere, eccessiva burocrazia, nessuna capacità di risposta rispetto ai problemi segnalati. E sì che le questioni sulle quali accendere i riflettori non mancano e non sono mancate. A partire dal tema della sicurezza, molto sentito dai residenti, per passare alla pulizia delle strade, allo sfalcio del verde pubblico e per finire con la scarsità di luoghi pubblici e di aggregazione presenti all’interno del quartiere”.
“In questo senso vi è stato un generale apprezzamento espresso dai presenti verso l’iniziativa comunale di riaprire la Biblioteca di Alice costruendo un nuovo edificio all’interno dell’area verde fra via Bocchi e via Damiani” riferiscono Ghiretti e Dall’Olio, che hanno dunque recepito questa valutazione rilanciando l’idea di utilizzare questa nuova struttura anche per ospitare laboratori e attività di didattica.
Secondo gli organizzatori, il bilancio della serata dunque è che “Il Pablo ha bisogno di dare priorità ai temi della socialità e delle sicurezza, privilegiando l’individuazione di luoghi specifici, promuovendo la condivisione e la gestione di servizi decentrati sul territorio a cominciare da quei vigili di quartiere che troppo poco spesso si vedono e che i due consiglieri comunali vorrebbero posizionare in una “casa di quartiere” all’interno della quale ospitare anche uffici e servizi”.