Carcere di Parma, polizia penitenziaria in stato d’agitazione

Carcere di Parma, polizia penitenziaria in stato d’agitazione

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La battaglia va avanti da tempo, ma i risultati non arrivano. Al Sinappe dell’Emilia Romagna, il sindacato autonomo degli agenti di polizia penitenziaria, hanno perso la pazienza e il segretario regionale Gianluca Giliberti annuncia la proclamazione dello stato di agitazione del personale. E per martedì 21 giugno è in programma anche un sit in di protesta in strada Repubblica, proprio davanti alla Prefettura di Parma. L’obiettivo, come sottolinea Giliberti, non è solo la protesta, ma anche quello di “informare tutta l’opinione pubblica parmigiana sul rischio che il continuo aggravarsi dei problemi di cui sopra possa provocare serie ripercussioni sulla sicurezza del territorio di riferimento”.

Rischio sicurezza in carcere e sul territorio che lo ospita, quindi, secondo il Sinappe, che riunisce in sette punti le proprie rivendicazioni alla direzione dell’amministrazione penitenziaria. Innanzitutto contesta la “carenza d’organico dovuta anche ai numerosissimi distacchi in uscita (piu’ di 100), compresi quelli dal carcere alla scuola di formazione della Certosa di Parma, disposti direttamente dal superiore dipartimento, malgrado al momento non siano in atto corsi di formazione; aumento turni di servizio con previsione di lavoro straordinario, revoca riposi, accorpamento posti di servizio; difficoltà a garantire attività trattamentali ai detenuti, indispensabile strumento di rieducazione e riduzione delle tensioni interne”.

Nel mirino in  particolare la “situazione esplosiva e prossima al collasso in cui versa il nucleo traduzioni e piantonamenti, i cui addetti, oltre a vedersi revocare riposi e congedi, svolgono, sempre con maggiore frequenza, turni di 12 ore e più, anche presso luoghi esterni di cura; inadeguatezza nuovo reparto detentivo ospedaliero; allarmante aumento degli eventi critici, comprese risse tra detenuti e aggressioni al personale di polizia penitenziaria in servizio nei reparti detentivi che hanno causato infortuni di una certa gravità; mancato rispetto delle circolari dipartimentali e delle norme pattizie in tema di predisposizione di sezioni per detenuti facinorosi, attivazione commissioni modifica posti di servizio e ordini di servizio”.

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