Ha patteggiato due anni di reclusione l’agente di polizia del penitenziario che aveva fatto avere un cellulare e un registratore a un detenuto del Burla, un pluripregiudicato esponente della “mala” di Genova di origini calabresi. Oggi presso il Tribunale di Parma, davanti al gup Paola Artusi, il patteggiamento che però ha previsto la sospensione con la condizionale.
L’uomo, 36enne residente nel parmense, era stato sospeso dal servizio per 12 mesi e accusato di corruzione. I fatti risalgono al 2014 quando nel carcere è detenuto il 58enne calabrese ma residente a Genova, Gaetano Leta detto “Bombarolo”, che doveva scontare 22 anni per vari reati tra cui furto, incendio, truffa, estorsione, violenza privata, danneggiamento, riciclaggio di denaro derivante da sequestro di persona, bancarotta e altri.
Il detenuto, tramite il figlio, avrebbe promesso all’agente penitenziario una somma di denaro e avrebbe anche promesso un nuovo lavoro per l’agente e il cugino. L’agente ha ceduto ed ha consegnato il cellulare dotato di SIM e un registratore audio. L’agente si sarebbe addirittura recato sino a Genova per incontrare il figlio del detenuto e consegnare il curriculum del cugino.
Il telefono però è stato presto ritrovato nella cella di Leta ed è scattata un’indagine da parte del Nucleo investigativo dei Carabinieri e coordinata dalla Procura di Parma.
Non sono passati impuniti neanche il detenuto e il figlio che infatti sono stati arrestati per corruzione ma oggi la posizione degli altri due imputati è stata stralciata.