I migranti che sbarcano sulle coste italiane in fuga dalle guerre ma soprattutto da condizioni economiche difficili, già al centro di interessi di cooperative e onlus specializzate nell’accoglienza, potrebbero presto diventare un affare anche per alcuni Comuni che faticano a tenere in piedi i bilanci. E’ la sensazione che si ha al termine dell’incontro in Prefettura tra Mario Morcone, capo del Dipartimento immigrazione del Ministero dell’Interno, il prefetto di Parma, Giuseppe Forlani, e diversi sindaci del parmense che già accolgono numerosi migranti. D’altra parte lo ha sottolineato lo stesso Morcone: si vuole dare ai sindaci la possibilità di sfruttare ammortizzatori ed altre agevolazioni perché l’accoglienza diventi «un modo per favorire lo sviluppo, non un peso per la comunità».
I numeri cominciano ad essere importanti: attualmente sono 1.038 i richiedenti asilo ospiti nel parmense, di cui 832 ancora nei Centri di accoglienza straordinari e 206 già inseriti nel Sistema di protezione nazionale per i richiedenti asilo e rifugiati. Gli ultimi 11 – tutti uomini tra i 20 e i 30 anni – sono arrivati in queste ore a Baganzola. Nel 2014 si era arrivati in tutto a 1.230 unità. Attualmente le strutture che ospitano richiedenti asilo nel parmense sono 64 – dall’Appennino alla Bassa – e la gestione è in capo a 25 soggetti diversi. Come ha convenuto il prefetto Morcone, questo è l’obiettivo perseguito anche dal Governo in quanto non appesantisce solo alcune realtà. Per coloro che non ottengono il permesso di soggiorno per motivi umanitari si profila l’espulsione dall’Italia, ma in tanti ricorrono al tribunale ordinario per opporsi al diniego. E questo da loro diritto a rimanere nelle strutture di accoglienza fin quando, con i tempi della giustizia italiana, il ricorso sarà esaminato dal giudice. Per chi invece sceglie di tornare a casa, rinunciando così al sogno europeo, è prevista la possibilità di un aiuto concreto per il reinserimento lavorativo e sociale nel paese d’origine. Il finanziamento è stato previsto dall’Unione Europea.
Tra le persone già inserite nel Sistema di protezione nazionale per i richiedenti asilo e rifugiati, nel parmense ci sono anche 51 donne, alcune delle quali – soprattutto nigeriane – strappate al mondo della prostituzione.