Bancarotta, l’imprenditore Moisé ottiene i domiciliari

Bancarotta, l’imprenditore Moisé ottiene i domiciliari

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L’imprenditore Antonio Moisè, 55 anni, ritenuto dalla Guardia di Finanza responsabile di aver portato al fallimento alcune aziende sane, gabbando di fatto i creditori, e per questo arrestato lo scorso 1 giugno (leggi), ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari. L’uomo, di origine calabrese ma da sempre a Parma, è accusato di bancarotta fraudolenta. Il gip Alessandro Conti, dopo l’interrogatorio di garanzia, ha così accolto l’istanza del difensore Aniello Schettino, secondo la quale non c’erano più le esigenze di una custodia in carcere. L’imprenditore – che ha negato ogni addebito, sostenendo di essere finito in un affare in cui ha perso dei soldi – è finito nei guai dopo un’indagine che ha impegnato Procura e fiamme gialle per circa un anno e mezzo, alla ricerca di tutti i collegamenti e dei flussi finanziari relativi all’acquisizione, tramite il sistema dei prestanome, di alcune aziende edili sane, portate poi al fallimento. Tanto che, oltre al 55enne, sono indagati anche la compagna e altre sei persone che avrebbero svolto il ruolo di prestanome.

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