“Parma, io ci sto!”, i fondatori presentano i laboratori di partecipazione

“Parma, io ci sto!”, i fondatori presentano i laboratori di partecipazione

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20160601_113439.jpg“Oggi è un giorno importante per ‘Parma, io ci sto!'”. E’ stato presentato oggi infatti, al Teatro Regio, il secondo step di questo progetto. Presenti i fondatori dell’iniziativa: Paolo Barilla, Alessandro Chiesi, Andrea Pontremoli, Paolo Andrei, presidente della Fondazione Cariparma e Alberto Figna, presidente dell’Upi.

Il progetto “Parma, io ci sto!” vuole rilanciare la città perché, come spiega Chiesi: “Singolarmente siamo fortissimi ma per arrivare al primo posto l’importante è la squadra”. L’idea, che si è già sviluppata con la creazione del Manifesto per Parma, vuole la sinergia di imprenditori, enti locali, istituzioni e di tutti i cittadini su 4 temi principali: buon cibo, cultura, turismo, formazione. Questi temi verranno affrontati in 4 appuntamenti/laboratori a cui è aperta la partecipazione a chiunque voglia portare un’idea, un progetto o voglia discuterne. Ogni laboratorio coinvolgerà un massimo di 100 partecipanti che verranno selezionati tra quelli che si saranno iscritti sul sito www.parmaiocisto.com. I criteri di selezione saranno di precedenza a chi si è iscritto per primo ma sarà anche valutata una certa inerenza al tema. Al momento dell’iscrizione, rivolta a tutti, è infatti chiesto di anticipare come si vuole partecipare, che tema si porterà e un accenno all’idea che si vuole presentare alla città.

I laboratori si terranno:

13 giugno dalle 9 alle 11:30 all’Auditorium Accademia Barilla per parlare di buon cibo;

14 giugno dalle 16 alle 18:30 al Ridotto del Teatro Regio per parlare della cultura della città e di come poterla valorizzare ancora di più ;

16 giugno dalle 17:00 alle 19:30 alla Dallara Automobili per parlare di turismo e tempo libero;

29 giugno dalle 16 alle 18:30 al Centro congressi Campus per formazione e innovazione.

L’obiettivo dei laboratori è quello di creare, attraverso il dialogo e la fusione delle idee, iniziative di eccellenza e progresso economico-sociale per attrarre investimenti, talenti e competenze nel territorio. Un progetto si, ambizioso, ma che non vuole rimanere sulla carta anzi, vuole avere uno sguardo sul lungo periodo.

Ci sono quindi 3 modi per poter partecipare: firmare il manifesto, partecipare ai laboratori e associarsi dando così anche un contributo finanziario. Più di 400 persone hanno già firmato e hanno dato il loro sostegno morale.

Già coinvolti nell’iniziativa sono 40 aziende, ma altre stanno già contrattando una partecipazione, tutti i sindaci del territorio e le istituzioni della provincia. Al fine di rendere ancora più semplice la partecipazione di tutti è stato creato il sito e la pagina Facebook. Due strumenti che non solo permettono di visualizzare contenuti ma anche commentare e creare un dialogo tra gli interessati al futuro di Parma.

Alessandro Chiesi: “Oggi apriamo ufficialmente i tavoli di lavoro a tutti i cittadini. Abbiamo i laboratori e le piattaforme per dialogare. L’associazione ha un consiglio interno che coordina le attività e giuda le idee, i progetti e definisce le priorità. Per quanto riguarda le risorse finanziarie noi ci metteremo il lavoro e cercheremo di creare reti di finanziamento. Già su questi temi si investe tantissimo e noi vogliamo partire da lì. Non saremo noi a finanziare questi progetti ma noi come associazione vogliamo fare comunicazione per far si che questi funzionino”

Paolo Barilla: “Nessuno come Parma può dire di avere la nostra cultura enogastronomica. Di agroalimentare non se n’è mai parlato così tanto come in questo periodo. Si parla di rischi alimentari, impatto ambientale, salute e tanto altro che coinvolge il cibo. Questo mondo complesso si può affrontare solo con la formazione. per questo la collaborazione con l’università è importante. L’ambizione che ho e che abbiamo è quella di creare il polo universitario più importante al mondo sull’agroalimentare. Vogliamo che la migliore formazione venga fatta proprio qui. Il rettore Loris Borghi ha capito l’importanza di questa idea e ci sta appoggiando. Parma è già capitale del food e ci troviamo quindi già con un tappeto rosso disteso ai nostri piedi ma noi vorremmo portare di più. Su tre concetti per il momento vogliamo puntare: la formazione specializzata, attraverso l’università, di tutti gli aspetti che riguardano il cibo; portare il Cibus a fenomeno internazionale; e valorizzare al massimo la nostra cultura enogastronomica. L’Italia è un paese straordinario per il passato importante che ha ma oggi noi ci stiamo sedendo su questo passato e non abbiamo creato la formazione e gli strumenti per poter competere nel mondo”.

Andrea Pontremoli: “Dobbiamo smontare l’idea che sia sempre qualcun’altro che deve fare qualcosa per cambiare le cose. No, dobbiamo essere noi. E con noi si intendono tutti i cittadini. Chi parteciperà ai laboratori deve portare lo spirito per fare qualcosa di grande. Perché i grandi progetti non sono quelli che si pensano ma quelli che si realizzano. Ci sono tantissime idee che magari vanno nella stessa direzione ma se ci mettiamo insieme possiamo far si che questa abbia successo. Noi fondatori da soli non potremo fare niente. Per funzionare serve il coinvolgimento di più persone possibili. Per il turismo noi abbiamo un sacco di iniziative ma solo i cittadini le sanno. Un turista arriva in Piazza Ghiaia e poi cosa fa? Non sa dove andare. Oggi dobbiamo puntare molto sul savoir faire perché non siamo ancora bene formati per fare turismo, attrarre ed essere competitivi”.

Paolo Andrei: “Musica e cultura sono già presenti a parma ma vogliamo creare uno sviluppo economico per il territorio con questo. Abbiamo individuato due aree per il momento, che sono il Verdi e il Festival Verdi e un percorso culturale per il centro storico. Vorremmo che il Festival Verdi non fosse solo una rassegna di spettacoli ma che si creino una serie di eventi e manifestazioni in tutte le terre verdiane. Ma non c’è solo Verdi nella musica di Parma. Noi vogliamo puntare a valorizzare il patrimonio culturale che la città già ha. Il percorso culturale che stiamo pensando, invece, partirebbe dal Parco Ducale per poi andare in Pilotta, Giardini di San Paolo, Duomo e per finire negli Orti di san Giovanni. Il primo passo sarebbe infatti riaprire finalmente al pubblico questi orti. Ci tengo molto all’appuntamento, in cui sarò presente, del 14 giugno perché vorrei un confronto con più persone possibili”.

Alberto Figna: “Poco più di 40 aziende hanno già aderito al progetto ma molte altre stanno arrivando. Questo progetto più va avanti e più viene capito e condiviso. E’ una iniziativa molto apprezzata dal mondo dell’impresa e che porterà sicuramente cose buone per il futuro di questa città”.

 

 

 

 

 

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