“Il problema delle barriere architettoniche a Parma non è stato risolto. Qualcosa si è fatto ma quel che è stato fatto non è stato certo fatto con amore. Questo continuerò a ripeterlo” dichiara Carlo Alberto Terzi dell’associazione Alba.
L’ex direttore all’urbanistica al Comune di Parma, Terzi, insieme ad altri membri dell’associazione Alba, tra cui la presidentessa, Bruna Bucciguerra, Sandro Ceccato, Nicola Perrotta, Pietro Stefanini e il geometra Franco Salsi hanno indetto una conferenza stampa per fare un bilancio di quello che fin’ora è stato fatto per eliminare le barriere architettoniche e agevolare la vita per i disabili della città.
Un bilancio si può dire negativo secondo l’associazione. “Le violazioni non hanno colore politico- dichiara Terzi – credevamo che con la scorsa giunta di destra avessimo toccato il fondo ma abbiamo visto che anche oggi non molto è cambiato. Riconosciamo degli sforzi da parte dell’assessore Michele Alinovi ma di fatto nulla è cambiato. L’abbiamo incontrato due volte soltanto ma resta comunque il 200% di volte in più degli altri. L’assessore al welfare Laura Rossi, invece, l’abbiamo addirittura sentita dire che andava tutto bene. Mentre l’assessore Cristiano Casa non l’abbiamo neanche mai visto, anche quando si parlava di cose che riguardavano il suo mandato”.
Alba denuncia oggi un indifferenza generale da parte dei politici e dell’amministrazione della città per quanto riguarda i problemi dei disabili. “Quando nel lontano 2002 consegnammo al consigliere di minoranza della TEP Antonio Liaci – in quota di quello che ora si chiama PD, e destinato, di lì a poco, a divenirne segretario – la testa del presidente di nomina ubaldiana della TEP Andrea Costa, inevitabilmente finito, come molti dei nominati ubaldiani, nel triste modo giudiziario che sappiamo, che aveva sperperato 450 milioni di vecchie lire per inservibili pedane per gli autobus, il bravo consigliere di minoranza si guardò bene dal denunciare la cosa e dallo scatenare il polverone, privilegiando evidentemente la poltrona a una inevitabile crisi del c.d.a. dell’azienda pubblica, che avrebbe fatto cadere il presidente ma, anche, il consiglio di cui faceva parte. – continua Terzi – Le risposte sono sempre state, da parte di tutti i colori politici, ‘ce ne occuperemmo’ ma nulla è stato fatto. Se vogliamo fare un eccezione allora c’è Roberto Ghiretti, che è l’unico per il momento a denunciare questi problemi”.
Terzi poi ricorda come questo tema tocca in realtà tutti. “Disabili, anche temporaneamente, lo possiamo diventare tutti. Basta anche un banale incidente, una frattura o qualcosa che ci impedisca di muoverci liberamente. E in quel momento allora ci si rende conto che ci sono molti luoghi che diventano inaccessibili”.
Tra i problemi più gravi che si riscontrano salta subito all’occhio, e alla cronaca, quello dell’inadeguatezza dei mezzi pubblici per i disabili. Per non parlare dell’accesso ai punti bancomat che raramente sono veramente accessibili. Numerosissimi sono anche i negozi o supermercati non attrezzati. La domanda che si pone Alba è: perché, quando ci sono norme ben precise a riguardo, molti negozi non creano un idoneo accesso per i disabili e non vengono sanzionati?
“Molto spesso le rampe non superano neanche la norma che vorrebbe una pendenza di massimo 8 gradi anche se il grado ottimale è al 5. – riferisce il geometra Salsi – Gli attraversamenti pedonali sono impossibili. Le discese dagli autobus idonee sono rare”.
Per quanto riguarda i nuovi edifici, o il restauro di vecchi, molto spesso non si tiene conto dell’accessibilità come metodo migliore nella progettazione. “Io per protesta – dichiara la presidentessa Bucciguerra – non vado più nei supermercati che hanno dei gradini. Per me è vergognosa questa situazione. Anche quando ci sono le rampe spesso queste sono impossibili con la neve o la pioggia. Questo avviene perché gli addetti a rilasciare le licenze non controllano ma approvano i progetti basandosi su campioni”.
Nicola Perrotta denuncia anche una sorta di insensibilità da parte dell’azienda di trasporti pubblici Tep che da un lato è sempre pronta a scusarsi ma dall’altro non fornisce pedane funzionanti o mostra altre disattenzioni. “Gli autobus spesso per facilitarsi le manovre si fermano lontano dal marciapiede e per uno in carrozzina diventa impossibile salire. Circa un autobus su 4 è attrezzato e questo costringe noi disabili a rinunciare ai mezzi pubblici. Mi è capitato poi di trovare anche autisti poco sensibili che anche se avevano a disposizione una pedana manuale, comoda da usare perché non scomoda neanche l’autista, si mostravano scocciati e infastiditi e finivano per far sbattere letteralmente la pedana a terra senza tante premure. Molte denunce abbiamo fatto alla Tep, ci hanno risposto che si tratta solo di qualche mela marcia, ma a me non sembra che le cose siano cambiate”.
Non poche critiche sono state mosse, oggi, anche nei confronti dell’Università di Parma che per la sua sede in via D’Azeglio poco si è dimostrata attenta e rispettosa dei diritti di tutti, secondo Alba. “L’ingresso dell’università presenta come ostacolo solo due banalissimi gradini. Gradini che potevano essere superati facilmente. Invece si è preferito relegare le entrate disabili sul retro costringendo quindi persone in carrozzina a fare 200 metri in più. E 200 metri in più possono sembrare pochi ma non lo sono per chi ha problemi motori. Inoltre non mi risultano delle procedure o sistemi di sicurezza per gli incendi prevedano una tempestiva uscita delle persone disabili dall’università” denuncia la presidentessa Bucciguerra. La presidentessa sottolinea poi come il problema dell’integrazione nelle scuole resti molto alto. “Mettere ragazzi disabili a contatto con gli altri li sprona. Mentre per gli altri detti ‘normo dotati’ è un utile insegnamento per superare i pregiudizi e accettare le differenze. Ma questo dovrebbe essere fatto con il supporto di insegnanti capaci e consapevoli ma a me sembra che questo non avvenga”.
Carlo Alberto Terzi ha voluto quindi concludere il suo intervento dicendo che “Non ci sono seri deterrenti disciplinari e legislativi che impediscano queste violazioni dei diritti dei disabili. L’unico mezzo che si ha oggi è una denuncia in procura e da oggi anche noi, che ci siamo stancati di questa situazione, inizieremo a denunciare queste violazioni. Non è possibile trascurare sempre queste segnalazioni. Non solo siamo di fronte a violazioni di una legge che c’è dall’ ’89 ma si tratta di mancanza di attenzione etica”.
La Bucciguerra ha poi voluto esprimere il parere dell’associazione Alba per quanto riguarda l’ultimo provvedimento che vorrebbe prendere il Comune, nelle persone dell’assessore Alinovi e del sindaco Federico Pizzarotti. Il progetto sarebbe quello di investire in pedane rimovibili. “Noi non siamo d’accordo – dichiara la presidentessa – Queste pedane non aiutano i disabili ma creano solo un pretesto per non fare gli adattamenti o i progetti che andrebbero fatti. Noi siamo i primi a riconoscere che in una città vecchia come Parma non sempre sia possibile eliminare i gradini o le barriere architettoniche tuttavia queste pedane rimovibili non ci sembrano la soluzione migliore per la città in generale”.
“La cosa più importante da ricordare sempre è il rispetto della persona e della dignità umana. Liberarsi dalla presunzione aiuterebbe a risolvere tanti problemi” conclude la Bucciguerra.