Gilda Insegnanti di Parma e Piacenza, il sindacato autonomo che tutela i docenti delle scuole, entra a gamba tesa nella campagna elettorale per le amministrative del 5 giugno e invita gli elettori a non votare il Partito democratico e i suoi rappresentanti. Per quanto riguarda la provincia di Parma, l’appello lanciato dal coordinatore della Gilda di Parma e Piacenza, Salvatore Pizzo, riguarda i cittadini di Travesetolo, Borgotaro, Felino, Fontanellato, Busseto, San Secondo, Polesine Zibello, Sala Baganza e Neviano.
“I docenti italiani hanno subito un attacco senza precedenti dal partito di maggioranza, il Pd – si legge nella nota sindacale -. Gli insegnanti, le loro famiglie e tutti coloro che vogliono bene alla scuola non possono esimersi dal reagire, l’arma del voto ci sembra quella più democratica per farlo, ci dispiace per i candidati locali del Pd che forse nulla determinano a livello nazionale, ma il dissenso deve partire dal basso in termini di consensi elettorali”.
Unica eccezione, per Pizzo, solo i candidati Pd che “scelgono di dissociarsi pubblicamente dal violento attacco sferrato agli insegnanti italiani, chiamato furbescamente “Buona Scuola”. Si sono occultati in liste che non hanno la denominazione ufficiale del Pd, segno che sanno di doversi nascondere. Si rivolgano ai loro capi per far cambiare queste regole tiranniche che hanno varato. La pseudo “Buona Scuola” è una legge balorda che prevede l’instaurazione della dittatura nelle scuole, scardina il principio dell’imparzialità della pubblica amministrazione, rimettendo alla volontà di un singolo (il dirigente scolastico che risponde ad organismi di nomina politica) la decisione dei criteri per le assunzioni, novità tristi che saranno portatrici anche di inevitabili casi di corruzione e clientelismo. Il Dirigente scolastico – conclude la nota della Gilda Insegnanti – a sua discrezione deve assegnare bonus economici ai docenti che ritiene insindacabilmente “meritevoli”. Gli insegnanti di ruolo per vedersi rinnovato l’ingaggio, di durata triennale, saranno facilmente ricattabili. La legge prevede anche di licenziare d’ufficio tutti coloro che per oltre 36 mesi sono stati sfruttati con contratti a temine”.